“IO CANDIDATO ALLA GUIDA DEL CONI DOPO MALAGÒ? IMPOSSIBILE. DOVE IO VEDO BIANCO, IL CONI VEDE NERO” – IL PRESIDENTE DELLA FEDERTENNIS ANGELO BINAGHI PUNGE IL GRANDE NEMICO "MEGALO’": LO INVITERO’ AGLI INTERNAZIONALI? SEMPRE. SOLO UNA VOLTA, QUANDO ABBIAMO AVUTO PER IL COVID GLI INGRESSI CONTINGENTATI NON È STATO INVITATO ALCUN DIRIGENTE, SOLO LUI SI È RISENTITO. QUANDO VIENE SIAMO FELICI, MOLTE ALTRE NO MA I GIOCATORI VANNO IN CAMPO LO STESSO” – E SUL LIMITE DEI 3 MANDATI SI SCATENA…

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Estratto dell’articolo di Paolo de Laurentiis per www.corrieredellosport.it

 

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«Lo so, sono un eretico ma l’eresia applicata a noi stessi dà ottimi risultati. Non lo dico io, sono dati elaborati da terzi. Come popolarità abbiamo raggiunto la Ferrari e talloniamo il calcio che ha comunque un tasso di crescita inferiore al nostro». Angelo Binaghi, 62 anni, presidente della Federtennis (oggi tennis e padel) dal 2001, rivendica la crescita della sua creatura: «Ricordo l’inizio, tutti scappavano dalla federazione. Gli Internazionali perdevano 3-4 miliardi l’anno, mancavano le vittorie e i praticanti».

 

Oggi cos’è la Federtennis?

«Una realtà che in vent’anni ha quadruplicato i tesserati, dà lavoro a più di mille persone quando in passato non si arrivava a cento».

 

Merito di…

«Non voglio personalizzare. Ho solo rappresentato una nuova classe dirigente: noi, mediocri giocatori sul viale del tramonto, volevamo portare la federazione in un’altra dimensione, partendo dal basso, dando noi per primi l’esempio. Strada facendo siamo stati anche fortunati perché abbiamo incontrato ragazze straordinarie, il settore maschile è cresciuto, è nata la joint venture con Coni Servizi (ora Sport e Salute, ndr) per gli Internazionali. E magari qualche buona idea l’abbiamo anche avuta».

 

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Le Finals a Torino, gli Internazionali di Roma apprezzati in tutto il mondo, gli Us Open in chiaro su Supertennis e ora anche la nuova sede.

«Se all’inizio mi avessero detto che avremmo realizzato anche una sola di questa cose mi sarei messo a ridere».

 

(…)

Eppure la politica vuole imporre il limite dei tre mandati.

«Chissà cosa sarebbe successo se nel 2012, dopo il mio terzo mandato, fossimo stati obbligati a passare la mano. Che cosa ne sarebbe stato della curva di crescita del tennis italiano?».

 

Un ricambio però dovrà pur esserci.

«E io sono favorevole. Il vero problema è che in Italia non esiste una scuola che formi nuovi dirigenti. Quando vent’anni fa sono arrivato, non sapevo neanche cosa fosse il Coni».

giovanni malagò ed angelo binaghi foto mezzelani gmt 05 giovanni malagò ed angelo binaghi foto mezzelani gmt 05

 

Ora c’è una legge.

«Sbagliata, che sta andando oltre l’obiettivo di assicurare un ricambio. Parlare di tre mandati e basta vuol dire condannare all’oblio un dirigente. Altra cosa è limitare a tre mandati consecutivi.

 

Ma quella parola lì, “consecutivi”, nella legge non c’è. Oggi, poi, un piccolo dirigente sportivo di periferia ha più restrizioni del sindaco di Roma, solo per fare un esempio, e siamo di fronte nella maggior parte dei casi a volontari. Sarebbe come porre un limite ai volontari della Croce Rossa. C’è anche un problema di coerenza. Una legge del genere aveva senso con i Cinquestelle, che si erano imposti loro per primi un limite ai mandati prima di farlo con gli altri».

 

(…)

Gli internazionali di Roma meritano un discorso a parte.

giovanni malagò e angelo binaghi foto mezzelani gmt 09 giovanni malagò e angelo binaghi foto mezzelani gmt 09

«Erano falliti, oggi valgono 385 milioni di euro e generano un impatto economico sul territorio di 400. Sono la più grande manifestazione italiana con carattere di ripetitività e da quest’anno dureranno dieci giorni».

 

(…)

Il tennis ha sempre mantenuto una sua linea sulla presenza di russi e bielorussi, in campo da neutrali. È la strada giusta?

«Dovrebbe chiederlo al Coni. È Pasqua, vorrei evitare polemiche e io sono un piccolo dirigente di periferia. Ricordo solo che un anno fa Rublev e Medvedev qualcuno diceva che non avrebbero dovuto giocare a Roma per rispettare i dettami del Cio, mentre ora mi sembra che si vada nella direzione opposta. Noi siamo stati nel nostro piccolo coerenti e, percorrendo una strada diversa, avremmo messo a rischio la sopravvivenza stessa degli Internazionali, un patrimonio dello sport italiano. Con o senza Binaghi».

 

Binaghi candidato del Coni è fantasport?

«Impossibile. La mia filosofia è esattamente opposta, nel bene e nel male. Dove io vedo bianco, il Coni vede nero. Io rappresento il tentativo di realizzare il sistema più efficiente possibile. Il mondo dello sport italiano è costruito al contrario, l’efficienza disturba, bisogna frazionare, dividere».

giovanni malagò e angelo binaghi foto mezzelani gmt 06 giovanni malagò e angelo binaghi foto mezzelani gmt 06

 

Inviterà Malagò agli Internazionali?

«Sempre».

O quasi sempre?

«Tutte le volte che è stato possibile. Solo una volta, quando abbiamo avuto causa covid gli ingressi contingentati al 10% non è stato invitato alcun dirigente per la scelta di far entrare il maggior numero possibile di appassionati, solo lui si è risentito. Malagò e il segretario generale Mornati hanno un invito perpetuo alle nostre manifestazioni. Qualche volta lui viene e noi siamo felici, molte altre no ma i giocatori vanno in campo lo stesso».

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