“LASCIATE IN PACE MANCINI” - GIANFRANCO ZOLA DIFENDE IL CT DOPO IL FLOP DELLA NAZIONALE: “NON È COLPA SUA SE MANCA IL TALENTO. JORGINHO? DAL DISCHETTO NON SI È MAI TIRATO INDIETRO, NE HA SEGNATI TANTI. ANCHE IO HO SBAGLIATO UN RIGORE IMPORTANTE PER GLI EUROPEI DEL '96. MI SONO MARTORIATO A LUNGO. MA NON È SERVITO. RIPARTIAMO DA SCUOLE CALCIO, CAMP E FORMAT D'ALLENAMENTO: SPAZIO ALLA FANTASIA” - DINO ZOFF: “NON È TUTTO DA BUTTARE, LA SQUADRA È QUELLA DI OTTO MESI FA. DONNARUMMA NON POTEVA FARE DI PIÙ…”
-1 - ITALIA FUORI DAI MONDIALI, ZOLA: "NON È COLPA DI MANCINI SE MANCA IL TALENTO IN ATTACCO. HO VISSUTO I TORMENTI DI JORGINHO"
Mario Frongia per “la Repubblica”
"Sono devastato da questa sconfitta. Non andare ai Mondiali destabilizza. È come se contro la Macedonia del Nord, con Berardi e gli altri, ci fossi stato anche io". Gianfranco Zola e la maglia azzurra. Tra presente e passato. L'Italia, ko in uno spareggio da incubo.
Dopo Mosca, anche i mondiali del Qatar li si guarda dal divano di casa. La voce va e viene: l'ex trequartista di Napoli, Parma, Chelsea e Cagliari è negli Stati Uniti per lavoro. "Ho visto la partita in albergo, con amici italiani ci siamo divisi una pizza pessima. È stata una lunga sofferenza: loro in dieci a spazzare, tutti solidi dietro. Su un corner ricordo la faccia del capitano, Ristovski: trasudava fame, energia e grinta”.
Magic box per gli inglesi, indimenticabile scatola delle giocate da sogno, riannoda i fili. "In Italia è già caccia ai responsabili? Cambiamo il modo in cui il calcio vive e si alimenta. Serve un circuito virtuoso che esalti la qualità. Puoi essere ben allenato, organizzato tatticamente ma senza il talento prima o poi vai a sbattere".
Partiamo da qui. Mancini deve dimettersi?
"No. Roberto ha fatto un grande lavoro e costruito una base importante. La Nazionale non ha vinto per caso l'Europeo".
L'1-0 di giovedì punisce un'Italia poco competitiva?
"Neanche per Cristiano Ronaldo e gli altri con la Macedonia sarà da relax. Comunque, dipingere la vittoria di Wembley come fortunosa è folle: abbiamo vinto con merito perché abbiamo giocato meglio.
Il lavoro dello staff tecnico, il gruppo e i risultati ci hanno dato fiducia. Poi, alcuni problemi, penso agli infortuni di Spinazzola e Di Lorenzo, c'erano e ci saranno. E nelle qualificazioni sono riemersi".
Tanto da toppare con una nazionale modesta. Cosa è mancato?
"La qualità offensiva. La perdita di Chiesa è stata pesante, dava strappi, imprevedibilità e forza. La poca incisività si è vista con i macedoni. Per batterli essere buoni palleggiatori non è bastato. Con le squadre chiuse in venti metri devi essere bravo nello stretto. Sento parlare di sfortuna. No, la buona sorte te la devi cercare".
Chi salva dallo spareggio perduto?
"Gli episodi migliori sono passati dai piedi di Verratti e Berardi. Mentre Barella mi è parso un po' stanco. Jorginho ha fatto la sua parte. Mi irrita sentire che i due suoi rigori sbagliati siano stati la causa dell'addio al Qatar. Stiamo a casa perché non abbiamo avuto forza e qualità.
Dal dischetto Jorginho non si è mai tirato indietro, ne ha segnati tanti. Anche io ho sbagliato un rigore importante per gli Europei del '96. Mi sono martoriato a lungo. Ma non è servito".
L'attacco non la butta dentro.
"Non era la gara per Immobile, Ciro non dà il meglio negli spazi stretti. Ma chiediamoci come mai produciamo così pochi giocatori di qualità, forti nell'uno contro uno e imprevedibili negli spunti offensivi. Nel calcio moderno serve questo.
Teniamoci le nostre caratteristiche e prendiamo i buoni esempi anche dall'estero. Se dall'Inter di Mourinho nel 2010 non vinciamo niente in Europa, una ragione c'è. Vanno rivoluzionati settori giovanili e academy. Serve coraggio. Troviamolo".
Che fine ha fatto il fantasista made in Italy?
"Ci è mancato con la Macedonia. Hai avuto il 70 per cento di possesso palla, battuto sedici angoli a zero, tirato tanto ma male, l'hai persa con un tiro da 25 metri al 90' di una punta che faceva panchina nel Palermo.
La nazionale esprime il movimento calcistico, i talenti non vengono fuori casualmente. Poi, leggo che nell'Under 21 i primi undici giocano poco in A. Mentre Mancini ha solo il 30 per cento di azzurrabili. La conseguenza non deve sorprenderci più di tanto".
Che lezione si deve trarre?
"Siamo passati dall'abbondanza dei Del Piero, Baggio, Totti, Mancini, Cassano. Tanto talento. La Macedonia arroccata potevamo batterla solo con una giocata di fantasia, imprevedibile, caparbia".
Zola, da dove si riparte?
"Da scuole calcio, camp e format d'allenamento: spazio alla fantasia. Mi piace il lavoro, e la fermezza con i presidenti dei club di A, mostrata dalla Federcalcio del presidente Gravina. Serve tempo, la nazionale è una grande opportunità per il Paese e arricchisce tutti. Anche le società. Intanto, lasciate in pace Roberto Mancini".
2 - ZOFF: «COSÌ FA MALISSIMO, MA L'UNICO ERRORE È NON AVER SEGNATO»
Guido De Carolis per il “Corriere della Sera”
Campione del Mondo nel 1982, c.t. finalista all'Europeo 2000, icona azzurra. Dino Zoff è amareggiato. L'esclusione della Nazionale proprio non se l'aspettava, in quel modo poi e contro la Macedonia del Nord ancora meno. L'Italia non andrà al Mondiale.
Cosa abbiamo sbagliato?
«A non buttarla dentro. Abbiamo avuto occasioni e alla fine subìto. Lo sport è così. Questo è un passaggio veramente pesante, eravamo campioni d'Europa otto mesi fa e siamo caduti come non avremmo mai dovuto fare».
È la seconda eliminazione di fila, non era mai accaduto nella storia.
«Prima le difficoltà c'erano e si vedevano. Stavolta venivamo da un periodo straordinario, non mi riferisco solo alla vittoria degli Europei, prima ancora vincevamo e giocavamo bene. Poi abbiamo iniziato a zoppicare, però era un po' nelle cose. Pensavo che passati questi mesi potessimo riprenderci, invece ci è anche girata male».
Ce la siamo anche un po' andata a cercare? I rigori sbagliati con la Svizzera, il pareggio con la Bulgaria…
«In effetti sì. Succede dopo una grande vittoria di avere dei problemi. Abbiamo beccato un periodo non straordinario di forma di alcuni».
Dopo un'eliminazione così Mancini deve restare o dimettersi?
«Sinceramente non lo so, credo rimanga. È sempre campione d'Europa, poi dipenderà da lui, da loro. Però non vedo ragione per cui non ci sia più».
Dodici anni senza Mondiale sono tanti per l'Italia. Come si riparte?
«Sono tantissimi, non tanti. A parte il Mondiale del 1958 negli altri ci siamo sempre stati. Pesante lo è senza dubbio. Adesso non c'è niente da fare, bisogna ricominciare a lavorare e non distruggere tutto. La rosa c'è. In fondo sono quelli di otto mesi fa, non sono tutti da cambiare, da buttare via».
Soffrirà parecchio il calcio italiano per questa esclusione?
«Non ci fa certamente bene. Tenendo conto che anche in tutte le coppe siamo quasi fuori. Il calcio italiano soffre, al di là delle ragioni tirate fuori, dei discorsi sugli stranieri. C'erano anche otto mesi fa, ma la Nazionale ha vinto».
Paghiamo un campionato non di alto livello?
«Da noi è un po' troppo spezzettato, leggero. È difficile avere dei ritmi buoni, in campo internazionale si viaggia di più. In Europa se lo scontro è regolare ci si passa sopra e si continua, da noi ci sono mille interruzioni, i cartellini, la Var fa più danni che altro».
Da portiere a portiere, Donnarumma qualcosina in più sul gol della Macedonia poteva farla?
«Ma no dai, ha fatto un bel tiro, l'ha messa all’angolino».
Siamo passati da essere campioni d'Europa ad andar fuori con la Macedonia, non proprio la più irresistibile delle Nazionali.
«Definisco l'eliminazione pesante soprattutto per quello. È una di quelle grandi sconfitte storiche come ce ne sono state in passato. Nello sport succedono. Però sembrava più difficile perdere contro una squadra così».
Al c.t. Mancini cosa direbbe?
«Faccia lui quel che ritiene più giusto. È campione d'Europa, non credo possa essere cambiato tutto».
Gravina deve rimanere?
«Anche lui fa parte dell'Europeo, ingiusto giudicarlo oggi».
Dopo un'eliminazione così è naturale una rifondazione?
«Ci penserà Mancini o chi per lui, un ricambio generazionale servirà».
Dalla finale del Mondiale 2006 a oggi l'Italia non ha più giocato una partita di eliminazione diretta in una Coppa del Mondo: due volte fuori ai gironi e due volte non qualificati. Se ne riparlerà nel 2026, dopo 20 anni. Il nostro calcio è molto in crisi.
«Forse non così tanto, c'è sempre l'Europeo vinto. Nell'ambito del calcio mondiale però qualche problema lo abbiamo, sì». Nel 2026 si qualificheranno 48 squadre per il Mondiale, chissà potremmo farcela anche noi.