“LECLERC È UN FENOMENO, PRESTO SARA' CAMPIONE DEL MONDO" – LA PROFEZIA DI JEAN ALESI A RADIO2: "GLI ANNI IN FERRARI NON LI DIMENTICHERO' MAI. JEAN TODT? SBAGLIAI IO A MANDARLO A QUEL PAESE - HO SEMPRE AMATO PIU' GUIDARE CHE ANDARE A SCUOLA, DA RAGAZZINO ERO UN MONELLO, MIO NONNO MI DICEVA DI... - IL PIU' FORTE DI TUTTI? SENNA. LA FORMULA 1 DI OGGI? NON E' VERO CHE E' NOIOSA, SIAMO NOI SPETTATORI A…”
-Da I Lunatici Rai Radio2 https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici/
Jean Alesi è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte e trenta alle sei del mattino.
L'ex pilota della Ferrari ha raccontato: "Gli anni in Ferrari sono indimenticabili. Vedere i tifosi che ancora oggi mi ricordano mi fa sempre molto piacere. Non potrò mai dimenticare la vittoria al Gp del Canada nel 1995. Era il mio compleanno, fu una giornata pazzesca. Per tanti momenti ho sfiorato la vittoria che però non ho portato a casa per vari problemi. Quel Gp negli ultimi giorni avevo una tensione enorme. Cercavo di essere il più dolce possibile con la macchina per arrivare al traguardo".
Sulla Formula 1 di oggi: "Non è vero che è più noiosa, siamo noi che la guardiamo in modo diverso. Siamo un po' tutti più viziati. I piloti sono preparati e allenati, le macchine sono veloci e potenti, la Formula 1 regala sempre grandi battaglie. A me piace".
Sugli esordi: "La passione per i motori arriva dalla famiglia. Sono cresciuto nel garage di mio padre, carrozziere. Ho sempre avuto la passione per le macchine e per i motori. Non volevo andare a scuola, preferivo guidare. Ero un po' il monello della famiglia. Sono sempre stato più attirato dal guidare che dall'andare a scuola. La mia famiglia è siciliana, vivevamo tutti sotto allo stesso tetto, mio nonno ogni tanto mi prendeva da parte e mi chiedeva quando avrei messo la testa a posto e sarei andato a lavorare.
Io avevo capito che quella del pilota poteva essere una professione. Quando entrai in Formula 1 lui un po' era felice, ma sotto sotto per lui la Formula 1 era solo la Ferrari. Quindi è stato felice solo quando sono entrato in Ferrari. Non c'è più, ci guarda dal cielo, ma sono felice che da vivo mi ha visto guidare la Rossa".
Sulla Ferrari di quegli anni: "Forse non era la più forte ma era sempre la più bella. L'affidabilità non era la sua forza, ma arrivare a Maranello, entrare a Fiorano, guidare sulla pista, è una cosa unica. Quello che vivi in Ferrari non lo vivi in nessun altro posto al mondo. Ho sempre avuto tanta fede, tanto rispetto per quei colori. Il rapporto con Jean Todt? E' sempre stato un grande lavoratore, sbagliai io a mandarlo a quel Paese, ma uscì dal mio cuore, non ho rimpianti".
Sui piloti: "Il migliore di sempre? Dipende dalla generazione delle macchine. Fangio è un eroe. Ai suoi tempi, se facevi un errore eri morto. Ma quello che più ha impressionato era Senna. Aveva un controllo di macchina fuori dal normale. La grinta, lo spettacolo e l'emozione che mi ha dato lui, non me l'ha trasmessa nessun altro. Charles Leclerc? Un fenomeno. Sicuramente a breve sarà campione del mondo".