“MANDARE VIA MOURINHO E’ UN ABOMINIO CALCISTICO” – ZAZZARONI SI CUCINA I FIREDKIN: “CONTINUO A SPERARE CHE DA PARTE DEI PROPRIETARI AMERICANI CI SIA UNA STRATEGIA VINCENTE, UN’IDEA ALTA, UN PROGETTO, ANCHE SE IN QUESTO MOMENTO NON RIESCO A IMMAGINARE QUALI. MOU È UNA PERSONA STRAORDINARIA E UN GRANDISSIMO ALLENATORE, HA RAGGIUNTO DUE STORICHE FINALI EUROPEE, FATTO USCIRE LA ROMA DAL GRANDE RACCORDO ANULARE E RESO UN SERVIZIO ECCEZIONALE ALLA TIFOSERIA” – IL SALUTO DA BRIVIDI DI MOURINHO - VIDEO
-Estratti da fanpage.it
"Sudore, sangue, lacrime, allegria, tristezza, amoR, fratelli, storia, cuore, eternità". Sono queste le parole usate da José Mourinho sul suo profilo di Instagram per descrivere la sua esperienza alla Roma. L'allenatore portoghese è stato esonerato dai Friedkin dopo la sconfitta contro il Milan e al suo posto è stato chiamato Daniele De Rossi.
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MOURINHO
Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport
L'epilogo di un’agonia. Il 2 ottobre, a Pressing, Italia 1, anticipai che Mourinho non avrebbe finito la stagione e spiegai il (i) perché. E qualche giorno dopo, alla vigilia di Cagliari-Roma, scrissi che, se avesse perso, Dan Friedkin l’avrebbe licenziato: scioccai tanti tifosi e fui simpaticamente smentito dai soliti cicisbei. La Roma vinse 4-1 e in seguito ottenne altri risultati positivi, ma le cose non cambiarono di una virgola: i rapporti tra Dan e Mourinho continuarono a essere più che freddi, pressoché inesistenti, qualche messaggio, buon Natale, buon anno, come stanno i tuoi. See you.
Quando, gestendo l’insofferenza e l’amarezza, José dichiarò che sarebbe rimasto volentieri alla Roma, senza peraltro porre condizioni, mi sorpresi non poco. Sulle prime pensai a una provocazione, pur sapendo che considerava «la relazione» con la squadra e la tifoseria unica e impagabile. Ma poi, e per altre due volte, confermò pubblicamente di augurarsi il rinnovo. Reazioni dall’America, zeru virgola zeru.
Sapeva perfettamente, José, che gennaio - con un derby da giocare - sarebbe stato il periodo più duro: la squadra aveva enormi problemi strutturali, inoltre avrebbe perso N’Dicka, uno dei tre difensori titolari, una condanna, dal mercato non avrebbe ottenuto rinforzi e i risultati negativi l’avrebbero posto in una condizione di debolezza e di qualche impopolarità.
Lunedì sera, nonostante le sollecitazioni dei cronisti sulla Roma Maida, Zucchelli e Aliprandi, non ho voluto guardare con la giusta attenzione a quella che poche ore più tardi sarebbe diventata la tristissima realtà. Speravo che a José Mourinho Potter riuscisse, durante un confronto diretto, il miracolo assoluto: spiegare a Dan i problemi della squadra e indicargli il percorso per la zona Champions. Mi illudevo. Sospetto che tra i due sia successo qualcosa di irreparabile.
Quello che provo in queste ore ho deciso di tenerlo dentro per rispetto nei confronti del giornale che dirigo, della Roma e di De Rossi. Di certo ho apprezzato tantissimo il lavoro svolto dal team del Corsport che ha seguito fino in fondo con passione, fedeltà e personalità la linea che ho dettato.
Auguro a Daniele tutto il bene possibile: non avrebbe potuto resistere al richiamo della sua Roma. E ringrazio Mourinho per la stima, la lealtà e l’amicizia che mi ha riservato in questi due anni e mezzo. Lo considero l’incontro più bello della carriera. E per il bene che voglio ai giovani colleghi auguro loro di poter avere un giorno un rapporto simile con un personaggio della stessa statura professionale e morale.
Mou è una persona straordinaria e in primo luogo un grandissimo allenatore, ha raggiunto due storiche finali europee, fatto uscire la Roma dal Grande Raccordo Anulare e reso un servizio eccezionale alla tifoseria, che grazie a lui ha ritrovato l’orgoglio dell’appartenenza e il piacere della presenza allo stadio.
Essendo tuttavia un inguaribile sognatore, continuo a sperare che dietro questo abominio calcistico commesso dagli americani ci sia una strategia vincente, un’idea alta, un progetto, anche se in questo momento non riesco a immaginare quali.
Proprio lunedì sera ho inviato a Mourinho un messaggio: «Ci sono momenti in cui ho timore di danneggiarti con la mia insistente campagna pro giustizia per Mou. Ci sono colleghi che soffrono certi rapporti esclusivi e in fondo li capisco. Se ti accorgerai di questo, dimmelo e farò un passo indietro».
Mi ha risposto: «Sei intelligente, sai quello che devi fare per te stesso, amico mio».
L’avrei fatto solo per te, Special One.