“MI CHIEDE DI NOI E DI NAPOLI” – IL FIGLIO DI FALCAO INTERVISTA IL FIGLIO DI MARADONA: “È CHIUSO IN CASA COME TUTTI MA NON È PREOCCUPATO PER SE STESSO, PIUTTOSTO PER IL FUTURO DEL CALCIO ARGENTINO. SI È DIMEZZATO LO STIPENDIO” – “GLI MANDO SPESSO SU WHATSAPP LE FOTO DEI SUOI NIPOTI. È MOLTO FELICE E ORGOGLIOSO DI COME L’ARGENTINA STA AFFRONTANDO L’EMERGENZA”
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Giuseppe Falcao per www.leggo.it
Diego jr e suo padre Maradona ai tempi del coronavirus. Lontani in linea d’aria, tra Buenos Aires e Napoli, vicinissimi con il cuore. Dopo anni difficili, il loro rapporto è sbocciato ed è diventato bellissimo. In questi mesi anche di più, durante il periodo buio delle quarantene, tappati in casa, tra ansie e paure.
Ha un segreto per tirare su il morale di Diego Armando Maradona?
«Sì. In questo periodo di quarantena gli mando spesso su whatsapp le foto dei suoi due nipoti, i piccoli Diego Matias e India Nicole. Provo a fargli delle sorprese ma so che ormai lui se le aspetta. È molto felice di vederle e di sapere che stiamo tutti bene. Mi chiede di noi, di Napoli, di come sta la città, dei napoletani che lui ama profondamente».
Nonno Maradona, suona un po’ strano a dirsi.
«Ama i suoi nipoti e io ne sono felice. Ci sentiamo al telefono e ci mandiamo dei messaggi. Anche a me fa bene sentirlo così vicino, anche se in linea d’aria siamo distanti. Magari è vero che in questo assurdo periodo abbiamo più tempo libero per noi, ma abbiamo anche più pensieri, si è più apatici, chiusi in casa. Insomma, non è facile. L’affetto delle persone che ami aiuta tanto».
Cosa le racconta Maradona dell’Argentina, come stanno affrontando l’emergenza?
«È orgoglioso del suo Paese. In Argentina la situazione è sotto controllo. Il Governo ha preso delle decisioni drastiche e sono riusciti a contenere il virus, a differenza del Brasile; lì Bolsonaro ha sottovalutato il problema e oggi ne stanno pagando le conseguenze».
Come vive l’isolamento uno come Maradona?
«È chiuso in casa, come quasi tutti, ma non è preoccupato per se stesso, piuttosto per il futuro del calcio argentino. E allora si è messo a disposizione degli altri, si è dimezzato lo stipendio per aiutare il presidente del Gimnasia La Plata, il club che ha allenato fino alla sospensione del campionato, a pagare tutti gli impiegati del club. Non lo dico perché sono il figlio, ma lo hanno raccontato i giornali. Un grande gesto».
E il calcio italiano? Ne parlate mai?
«Meno. Lui segue il Napoli, come me, ma oggi la priorità per lui è la salute e, naturalmente, il calcio argentino».
Che papà è per lei Diego Armando Maradona?
«Le persone che ho incontrato nella mia vita prima di conoscerlo, lo avevano descritto come un mostro. Invece è proprio il contrario. E’ un papà affettuoso, giocherellone con i nipoti. Sicuramente è una persona che ha avuto delle esperienze di vita che l’hanno segnato. E sono davvero felice del rapporto che giorno per giorno stiamo costruendo insieme».