“NON VOLEVO ANDARE ALLA JUVE…” - PIETRO PAOLO VIRDIS SI RACCONTA A RADIO 2: "CHIESI AL PRESIDENTE DEL CAGLIARI DI FARMI RESTARE MA LUI MI RISPOSE CHE NON AVEVANO PIÙ SOLDI E DOVEVANO VENDERMI" – GIGI RIVA E L'INVASIONE DI CAMPO DOPO IL TRICOLORE DEL CAGLIARI – IL MILAN, BERLUSCONI, SACCHI "CHE NON PIACEVA A VAN BASTEN" E LO SCUDETTO VINTO IN RIMONTA: “NON HO MAI CREDUTO ALLE CHIACCHIERE CHE SONO VENUTE FUORI SUL NAPOLI E LO SCUDETTO PERSO DI PROPOSITO” - VIDEO

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Da Le Lunatiche: https://www.raiplayradio.it/programmi/lelunatiche/

 

 

Sulla sua attuale professione di ristoratore:

 

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La mia è una scelta logica, visto che è sempre stata una passione anche durante i miei anni di professione calcistica, mi è sempre piaciuto, insieme a mia moglie, assaggiare i vini, fare delle belle cenette. Quindi è un fatto consequenziale che poi è diventato anche una professione. Per quanto riguarda l’aspetto calcistico, ho provato ad allenare per qualche anno ma evidentemente non era una cosa mia, quindi mi son buttato su una roba che era un’altra passione e quindi posso dire di aver avuto la fortuna di fare nella vita due cose a cui mi appassionavo, prima il calcio e adesso cibo e vino.

 

Da ristoratore la ripartenza è durissima, noi in questo momento abbiamo la possibilità di vendita a domicilio di vino. Non abbiamo fatto il delivery, anche perché un piatto di spaghetti con la bottarga messi nel cartone o nella plastica non credo che abbiano lo stesso gusto, quindi abbiamo deciso di non farlo. Le uniche cose che portiamo a casa sono le bottiglie di vino, dei vasetti e altre cose che non vengono condizionate dal trasporto. Quindi aspetteremo ligi l’1 di giugno a meno che non ci siano degli anticipi.

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Su Arrigo Sacchi:

 

Sacchi è stato un rivoluzionario, un allenatore con cui non è stato facile iniziare ma che poi ci ha convinto e ci ha trascinati in questa grande avventura. Era un ottimo motivatore, ha avuto dalla sua la fortuna di trovare tutti insieme grandi giocatori, ma lui è stato bravo a metterli assieme e a creare un gioco che ha portato addirittura quella squadra ad essere considerata una delle più grandi di tutti i tempi se non la più grande.

 

È stato il culmine di un inseguimento che abbiamo potato avanti per lunga parte del campionato, il Napoli era davanti a noi, però noi non abbiamo mai avuto un attimo di dubbio, ci arrivavano delle notizie da Napoli, anche loro erano in gran difficoltà e noi abbiam trovato stimoli ancora maggiori. Siamo riusciti ad arrivare alla partita con una carica enorme ma siamo riusciti a vincerla e poi a vincere un campionato che è stato il primo e credo anche storico.

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Noi abbiamo fatto del nostro meglio, non ho mai creduto alle chiacchiere che sono venute fuori sul Napoli e lo scudetto che avrebbero perso di proposito, le chiacchiere occorre che vengano dimostrate in pratica.

 

Noi abbiamo avuto sempre un forte confronto negli spogliatoi per trovare una quadra sul nostro gioco e qualcosa del comportamento di Arrigo non piaceva a Marco, lo sapevamo tutti. Sono idee che son venute fuori.

 

Su Franco Baresi:

 

Baresi è stato un giocatore favoloso, io me lo ricordo agli esordi, ho qualche anno in più di lui quindi me ricordo bambino scendere in campo lanciato da Liedholm in un Milan che vinse la stella. Vedere un ragazzino che affrontava il campo con quella spregiudicatezza, con quella grinta e quella decisione era bellissimo. Ancora di più rispetto agli anni della maturità. I primi anni sono stati fantastici, perché giocava senza freni, veniva avanti a partecipare alla manovra e addirittura concluderla, poi nel tempo ho imparato a conoscerlo, non è mai stato un grande chiacchierone.

 

Su Silvio Berlusconi:

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Berlusconi quando inizialmente lo abbiamo visto arrivare eravamo tutti molto curiosi per il modo in cui si proponeva, però ci è voluto poco tempo per capire chi fosse, aveva le idee molto chiare. Arrivava velocemente a farsi conoscere e poi a conoscere il Milan ed è stato di parola.

 

Sul calcio:

 

Allora si giocava a uomo poi, con Liedholm è partito il calcio a zona, quindi la possibilità di esprimersi meglio, anche per l’attaccante. Nei tempi precedenti gli attaccanti più duri saranno stati Vierchoood, Ferri dell’Inter.

 

PIETRO PAOLO VIRDIS

Sicuramente oggi mi sarei trovato meglio, c’è più spazio per l’attaccante. C’è un lavoro e un’intesa maggiore nel gioco di squadra, però oggi l’attaccante ha più possibilità di realizzare rispetto a prima.

 

Sullo scudetto del Cagliari:

 

PIETRO PAOLO VIRDIS

La partita Bologna-Cagliari all’Amsicora mi vide presente insieme a mio padre, feci anche invasione di campo. Ho assistito alla grande vittoria del Cagliari di Riva, peccato per gli infortuni che poi Riva ebbe, perché quella squadra avrebbe meritato qualche scudetto in più, che non ha potuto raggiungere. Però ancora se ne parla, si celebra, questo è bellissimo, quest’anno sono cinquant’anni e quindi gli auguri oltre che ha Franco vanno al grande Cagliari.

PIETRO PAOLO VIRDIS

 

Sulla Juventus:

 

Andai alla Juventus molto giovane, avevo volontà di rimanere ancora in Sardegna perché avevamo fatto degli spareggi per la serie B che ci avevano visti perdenti, quindi chiesi al presidente di farmi restare ma lui mi rispose che non avevano più soldi e dovevano vendermi. Non credo che alla Juventus abbiano mai preso bene il fatto che un ragazzino non volesse andarci. Poi alla Juve ho avuto dei problemi, malattie, situazioni difficili che non sono riuscito a gestire quindi quegli anni sono stati molto complicati.

 

Su Zico:

 

Con l’Udinese ho fatto due anni, purtroppo il primo mi ruppi la gamba e saltai cinque mesi, quindi il primo anno viene a passare. Il secondo anno in questa società che voleva lanciarsi in alto, arrivò anche Zico, uno dei grandi giocatori di quei tempi. Fu una cosa fantastica, un trascinatore per tutti noi che riuscimmo a combattere fino alla fine per una posizione in Uefa che per una città come Udine sarebbe stata un ottimo raggiungimento. Zico una persona solare, molto piacevole, molto umile, con cui è stato molto facile andare d’accordo.

 

Sulla nazionale:

 

PIETRO PAOLO VIRDIS ALLA JUVE

Ho vestito la maglia azzurra meno di quello che avrei meritato, forse perché ho sempre trovato giocatori più forti che me lo hanno impedito, credo che sia questo il motivo principale. Forse qualche presenza potevo farla ma a quei tempi tutte le squadre avevano grandi attaccanti italiani, quindi non è stato facile. Mi sono preso soddisfazioni con le giovanili, con le olimpiche, qualche maglia azzurra ce l’ho ancora.

 

Sulla ripartenza della Serie A:

 

In questi giorni siamo al primo “libera tutti”, già sentiamo che c’è troppa gente per la strada o almeno così lamentano i media. I numeri da noi sono abbastanza alti, è sempre complicato per chi deve decidere. Anch’io faccio fatica a dire cosa sarebbe giusto fare. Agli allenamenti vediamo già che ci sono dei giocatori con degli addetti che sono infetti, è complicato.

PIETRO PAOLO VIRDIS AL LECCE
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PIETRO PAOLO VIRDIS ALL UDINESE