“LA SCONFITTA DI SINNER? ERO CONVINTO CHE SAREBBE FINITA COSÌ” – GIULIANO AMATO, EX PREMIER PRESIDENTE ONORARIO DEL TENNIS CLUB ORBETELLO, A "NON E’ UN PAESE PER GIOVANI" SU RADIO 2 COMMENTA L’ULTIMO ATTO DELLE “FINALS” - “SINNER SOTTOTONO, HA COMMESSO MOLTI ERRORI, DJOKOVIC POI SERVIVA IN MODO PERFETTO” – LA TESI DEL “DOTTOR SOTTILE”: SE AVESSE VINTO JANNIK SAREBBE AUMENTATA LA PRESSIONE E LUI SAREBBE DIVENTATO UN 'MOSTRO'. QUINDI GLI VA BENE CHE...” - VIDEO
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Francesco Persili per Dagospia
“Era difficile per Sinner battere ieri Djokovic che non ha quasi mai lasciato lo spazio per un break perché serviva in modo spaventosamente perfetto”. Giuliano Amato, ex premier e presidente onorario del tennis club Orbetello, commenta l’ultimo atto delle “Finals” a “Non è un Paese per giovani”, il programma condotto da Massimo Cervelli e Tommaso Labate su Radio 2.
“Djokovic ha servito con una percentuale eccezionale di prime palle vincenti. Il Sinner dei giorni precedenti avrebbe impostato una partita diversa. Ma era sottotono, come ha detto Paolo Bertolucci, ha commesso errori che nelle partite precedenti non aveva fatto. Ma come proprio nella finale, lui è che montanaro e resistente alle emozioni? Capita a tutti, specialmente se hai 22 anni...”.
Col senno di poi Jannik avrebbe fatto bene a scegliere la via antisportiva di “un biscotto” con Rune per eliminare Djokovic? “No, nel tennis quando sei in campo giochi per vincere soprattutto quando hai davanti uno ostico come Rune che non è un tesoro di simpatia. La finale con Djokovic era la migliore anche per Sinner. Meglio perdere, infatti, col vecchio re che dopo la partita ti dice: “Un giorno, tutto questo sarà tuo”
Riti davanti al match? “Ho visto la partita con mia moglie, siamo appassionati, il tennis è l’unica cosa che ci tiene davanti alla tv. Lei era più ottimista di me. Io non parlavo. Ho sangue meridionale, se pensi cose non buone, non le dici. Ero abbastanza convinto che sarebbe finita così. Anzi, per certi versi “meglio che sia finita così. Se avesse vinto Sinner sarebbe aumentata la pressione e lui sarebbe diventato una specie di ‘mostro’. Gli va bene, e ci fa bene, che non abbia raggiunto ancora quel risultato”. La via riformista al tennis? “Il riformismo è questo, un passo alla volta, le rivoluzioni, a volte, fanno male…”