“SINNER PUÒ BATTERE DJOKOVIC, HA GIÀ DIMOSTRATO DI POTERLO FARE”. A “NON È UN PAESE PER GIOVANI” SU RADIO 2, L’EX PREMIER GIULIANO AMATO, PRESIDENTE ONORARIO DEL TENNIS CLUB ORBETELLO, PARLA DELLA SEMIFINALE DEGLI AUSTRALIAN OPEN: “NON BISOGNA CREARE ASPETTATIVE, MA JANNIK È ATLETICAMENTE E FISICAMENTE MOLTO PIÙ PREPARATO E CAPACE DI ASSORBIRE LA STANCHEZZA DI QUANTO NON LO FOSSE UN ANNO FA. E IN UNO SLAM LA STANCHEZZA PUÒ RIVELARSI DECISIVA…” – VIDEO
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Francesco Persili per Dagospia
“Sinner può battere Djokovic, ha già dimostrato di poterlo fare”. A “Non è un Paese per Giovani”, la trasmissione condotta da Massimo Cervelli e Tommaso Labate su Radio 2, l’ex premier Giuliano Amato, presidente onorario del Tennis Club Orbetello, parla della semifinale degli Australian Open: “Non riesco a vederla in diretta alle 4,30 del mattino.
La vedrò in differita, non guardo il risultato prima, la sofferenza sarà sempre la stessa”. Caldo e problemi al polso non hanno fermato la cavalcata di Djokovic, che ha vinto dieci volte gli Australian Open. “Il campione serbo è ammirevole, sta dimostrando che anche a 37 anni si può avere tanta birra per reggere le partite al meglio dei 5 set di uno Slam”
Per Sinner l’impresa si annuncia titanica: “Non bisogna creare aspettative che non è detto che Jannik domani sia in grado di soddisfare. Il tennista altoatesino ha già raggiunto il risultato a cui era giusto aspirare da numero 4 al mondo.
È il più giovane dei 4 semifinalisti perché Alcaraz è stato giustamente battuto da Zverev che ieri ha giocato meglio”.
Il dualismo tra Carlitos e Sinner? “Due ragazzi perbene. Non c’è cosa migliore nel vedere due antagonisti giovani, ci danno fiducia nel futuro, al di là dello sport, sanno riconoscere l’altro e rispettarlo. È una lezione per gli adulti, per molti genitori di ragazzini che entrano nello sport e sono come Ugo Tognazzi nel film “I Mostri”...
Amato registra i miglioramenti di Sinner: “Jannik è atleticamente e fisicamente molto più preparato e capace di assorbire la stanchezza di quanto non lo fosse un anno fa. Conta, di sicuro, l’età e la preparazione che si è dato, la serietà con cui l’ha fatto, è migliorato anche nei colpi, quel che conta è vederlo “muovere” anche dopo 2 ore con più freschezza dell’altro. In uno Slam la stanchezza può rivelarsi decisiva…”