“VALENTINA VEZZALI NON HA MAI ACCETTATO LA SCONFITTA AL MONDIALE 2009” – ELISA DI FRANCISCA TORNA SULLA LITE CON LA COLLEGA SCHERMITRICE ALLA FESTA DELLE FIAMME ORO E RINFOCOLA LA POLEMICA: “HA PORTATO LA NOSTRA RIVALITÀ FUORI DALLA PEDANA. QUANDO NON CE LA FAI A VINCERE NON PUOI INVEIRE CONTRO CHI TI BATTE”. "QUALCUNO SOSTIENE CHE LA MIA PROPOSTA DI PACE FOSSE UN TRUCCO FURBO PER PROVOCARE VEZZALI? NON LO ERA. AVEVO GIÀ TENTATO UN’ALTRA VOLTA DI FAR PACE CON LEI. ANCHE IL GRUPPO SPORTIVO DELLA POLIZIA CI È RIMASTO MALE” - LE CRITICHE DELLA DI FRANCISCA ALLA NUOTATRICE BENEDETTA PILATO AI GIOCHI DI PARIGI, FELICE DOPO AVER PERSO: “NON CAPISCO SE CI E’ O CI FA” – VIDEO
Flavio Vanetti per corriere.it - Estratti
La notte più che un consiglio ha portato un’intenzione: «Per me la pace con Valentina si può sempre fare» dice Elisa Di Francisca. Terzo tempo, o tempi supplementari, se preferite, nell’eterno match tra lei e Valentina Vezzali, le api regine del nostro fioretto che si sono punzecchiate in occasione della festa per i 70 anni del loro gruppo sportivo, le Fiamme Oro: il giorno dopo il telefono di Valentina squilla libero, senza risposta, a differenza di quello della ex collega. Ne basta comunque una per riparlare della vicenda.
Elisa Di Francisca, qualcuno sostiene che la sua proposta di pace fosse un trucco furbo per provocare Valentina Vezzali. È vero?
«Ma no, non lo era. Pensavo anzi che fossimo nel momento giusto per chiarire, una volta per tutte. C’era un evento delle Fiamme Oro, ci siamo incontrate: ritenevo che in un giorno di festa fosse possibile accantonare cose che appartengono ormai al passato e mandare un segnale di pace. E invece…».
Però, proprio pensando all’evento della Polizia, non era fuori luogo spostare il focus su voi due?
«No, non l’ho fatto con l’idea di accentrare l’attenzione. E la giornata è stata in ogni caso bella e riuscita. Ci hanno chiamato sul palco e allora ho davvero immaginato che tutto congiurasse favorevolmente per mettere una pietra sopra le tensioni che ci sono state tra di noi».
La risposta della Vezzali l’ha sorpresa?
«Un po’ la conosco, ovviamente anche sul piano caratteriale. Un’altra volta ci eravamo già viste e avevo tentato… Diciamo che un po’ ci speravo. Ma evidentemente non è così. Pazienza: però io posso dire di averci provato».
(...)
Il libro «Giù la maschera», che ha riferimenti pepati, ha inciso nell’incrinare la situazione?
«Può darsi che abbia influito. Ma un libro può scriverlo pure lei, per dire come la pensa (ndr: in realtà la Vezzali di biografie ne ha scritte già due, uno nel 2006 e uno nel 2012)».
Tutto nasce dal famoso quarto di finale al Mondiale 2009, quando lei batte la Vezzali?
«Sì, fondamentalmente da quando ha cominciato a perdere contro di me. Lei non ha mai accettato la sconfitta. Nel quadriennio dopo i Giochi di Pechino e fino a quello di Londra posso dire di aver lasciato la mia firma, con il bronzo iridato 2009, il titolo mondiale 2010 e quello olimpico 2012: c’è di mezzo anche una questione anagrafica, io sono più giovane di otto anni e perfino una campionessa non sfugge alla legge del tempo».
La Polizia come l’ha presa? Siete state redarguite?
«Be’ ai responsabili del gruppo sportivo è spiaciuto quanto è accaduto: invece di parlare del 70° si è finito per parlare di una lite tra me e lei. Che poi lite non è stata: semmai si è trattato di un mancato chiarimento».
Quello che è capitato tra voi due negli ultimi 15 anni come può essere definito?
«Più che un aggettivo serve una frase: c’è stata una grande competizione, non ci siamo state simpatiche e quindi non perdevamo l’occasione per battibeccare».
Se potesse tornare indietro, cambierebbe qualcosa nell’atteggiamento verso Valentina Vezzali?
«No, rifarei tutto. Non ho alcun problema, è lei che ha iniziato. Capita che si perda, è successo pure a me: ma quando non ce la fai a vincere non puoi inveire contro chi ti batte. Io me la sono sempre presa con me stessa. Nel nostro mestiere “se vince” o “se perde”. E nel secondo caso devi fare autocritica».
Bisognerà allora attendere un’altra occasione, per riproporre la pace.
«Speriamo che ci sia. Di sicuro non il 71° delle Fiamme Oro».
Magari, però, non aspettiamo il centenario…
«Be' sì, speriamo che accada un po’ prima…».
Dopo il fuoriprogramma sul palco, com’è andata?
«Non ci siamo proprio più incrociate».
Lei ha detto: “Se apro la bocca, faccio casino. Quindi è meglio che stia zitta”.
«Stefano Pantano, presentatore dell’evento, mi ha chiesto se oggi mi sento più scrittrice o opinionista. Ho risposto: nessuna delle due cose, anche perché come parlo ne combino una. Ecco allora il seguito che avevo in testa: ne approfitto per vedere di chiudere una vicenda che dura da troppo tempo. Era un gesto di buona volontà».
Quando Valentina le ha detto che lei umanamente non è il massimo, che cosa ha pensato?
«A quel punto non avevo più il microfono per replicare. Le avrei risposto? Altro che …».
Siete il Moser e il Saronni della scherma?
«In qualche modo sì. Con la differenza che io voglio chiarire e darci un taglio».