“LE 8 VITTORIE CHE HANNO RILANCIATO LA JUVE DEVONO PREOCCUPARE PARECCHIO LE ALTRE CANDIDATE AL TITOLO" - PAOLO CONDO’: "MA IL NAPOLI VENERDI’ CONTRO I BIANCONERI HA A DISPOSIZIONE DUE RISULTATI SU TRE. UN BRUTTO WEEKEND PER LE MILANESI. SOLO IL CALENDARIO BENEVOLO DA QUI A MARZO CONSENTE ALL'INTER DI NON SENTIRSI FUORI DAL GIRO SCUDETTO MALGRADO LA DOCCIA GELATA DI MONZA…"
-Paolo Condò per “la Repubblica”
(…) Era un match complesso per molti motivi, ha superato lo shock del rigore (fasullo) sbagliato da Politano - poi fra i migliori - , è passato quando ha ritrovato l'antica leggerezza che non è ancora di tutti, ma di tanti sì. Osimhen sta molto bene, elastico e tentacolare com' era un tempo Faustino Asprilla (angolo vintage), ma con un'altra cattiveria sotto porta. Kvara è meno distante dai suoi livelli di quanto sospetti lui, che si intestardisce alla ricerca delle giocate d'autunno quando gli verrebbero più naturali se non ci pensasse.
Il successo consegna al Napoli il pareggio come opzione a favore venerdì contro la Juve: un buon viatico per tenere a bada l'ansia.
E siamo al domandone: la serie di vittorie che ha rilanciato il campionato della Juve quanto deve preoccupare le altre candidate? Beh, parecchio. A rendere omogenea la serie di successi è la porta inviolata: otto partite contengono per forza qualche episodio fortunato, ma l'attenzione con la quale la difesa complica ogni finestra di tiro è di gran livello.
Cinque di questi successi sono arrivati per 1-0, e l'aspetto interessante è la presenza dei due scalpi nobili - Inter e Lazio - nella cesta dei punteggi più larghi: come dire che se l'affronti ti fai più male. Ma il dato rilevante è che gli 1-0 sono arrivati tutti nella ripresa, uno al 60' (Verona) e quattro negli ultimi 20' (Lecce 73', Torino 74', Udinese 86', Cremonese 91'), quando quantità e qualità dei cambi si fanno sentire.
Sia sabato che mercoledì la Juve ha trovato il gol quando aveva ormai inserito cinque uomini freschi. Il corso di aggiornamento in sostituzioni di Allegri è concluso: lavora al corpo il rivale per un'ora, e lo stende nel finale quando i cambi in genere aggiungono a lui - una volta uscita dall'emergenza, la rosa della Juve è la migliore per distacco - e tolgono all'avversario. Semplice. Anche perché l'effetto collaterale di un improvvido 0-0, pur vicinissimo, non si è verificato, esaltando il sangue freddo col quale Allegri aspetta la giocata vincente. Quattro anni fa la Juve lo esonerò perché questa strategia, pur dominante in Serie A, non bastava in Europa: ma dopo due stagioni concluse a stento in zona Champions, lo scudetto è tornato a essere una priorità rivalutando ciò che allora era parso stantio. Il Napoli però è una rivale molto "europea", diversissima da questa Juve: venerdì sapremo chi sarà l'antidoto di chi.
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Un brutto weekend milanese, anche. Solo il calendario benevolo da qui a marzo - dell'alta classifica troverà solo il Milan, a fronte del filotto con le ultime tre - consente all'Inter di non sentirsi fuori dal giro scudetto malgrado la doccia gelata di Monza. Al di là dell'evidente errore arbitrale a suo danno, e del pesante ritardo di Lukaku, il problema di Inzaghi è una difesa vicina a subire in un girone i gol presi l'anno scorso nell'intero campionato: 24 (e mancano due gare) contro 32. In trasferta siamo molto oltre: 14 gol subiti in 19 gare un anno fa, 20 in 9 partite oggi.
Quando un punto di forza si ribalta così repentinamente in punto debole, è l'intera architettura di squadra a traballare: eppure è la stessa squadra che tre giorni prima aveva battuto il Napoli. Di certo i singoli, da Onana inserito a furor di popolo a Skriniar implorato in ogni modo di restare, hanno status da reparto d'eccellenza, non da dodicesima difesa del torneo. Non da prendere un gol come quello di Ciurria: slalomista sì, ma in mezzo a un presepe.