LORENZO SCENDE DALLA MOTO: “DOMENICA LA MIA ULTIMA GARA. AMO VINCERE, E HO CAPITO CHE QUESTO NON È PIÙ POSSIBILE” – A FERMARE LO SPAGNOLO, CINQUE VOLTE CAMPIONE DEL MONDO, GLI SCARSI RISULTATI CON LA YAMAHA E I TROPPI INFORTUNI – NEL 2015 LA CORSA AL TITOLO (POI CONQUISTATO) FU MACCHIATA DAL “BISCOTTO” CON MARQUEZ AI DANNI DI ROSSI CHE DENUNCIO’: “PER BATTERMI LORENZO E MARQUEZ SI SONO DOVUTI ALLEARE”

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LORENZO

lorenzo

Alessandro Pasini per corriere.it

 

Jorge Lorenzo si ritira. Il pilota spagnolo della Honda, cinque volte campione del mondo, lascia le corse, sconfitto dalla mancanza di risultati e dai troppi infortuni. Lo ha annunciato giovedì a Valencia, dove domenica si correrà l’ultima gara della stagione, in una conferenza stampa convocata a sorpresa prima di quella tradizionale dei piloti.

 

LORENZO ROSSI

Conoscendo la sua crisi in corso, si è immaginato subito il contenuto delle dichiarazioni, che sono arrivate puntuali: «Come potete immaginare, annuncio che quella di domenica sarà la mia ultima gara in MotoGp - ha detto Lorenzo seduto al fianco di Carmelo Ezpeleta, numero uno della Dorna, davanti a una platea in cui c’erano anche i piloti del Motomondiale da lui stesso convocati — . Ci sono quattro giorni importanti nella vita di un pilota: l’esordio, la prima vittoria, il primo titolo mondiale e poi il ritiro dalle corse. Questo è il momento del ritiro».

ROSSI PEDROSA LORENZO

 

«Ho capito di dovere ritirarmi quando stavo rotolando nella caduta di Assen - ha detto Lorenzo commosso -. Fino a lì avevo cominciato a vedere la luce, e invece... Allora mi sono detto: “Jorge, ne vale ancora la pena? Dopo tutto quello che hai fatto in carriera?”. Non avevo più la forza di scalare la montagna. Io amo correre ma soprattutto vincere, e ho capito che questo non è più possibile. Mi sento triste per Honda che ha creduto in me e mi ha dato l’opportunità di salire su questa moto.

lorenzo marquez rossi 1

 

Questa comunque è la migliore decisione per me e per il team: non possiamo lottare solo per finire le gare o per finire nei primi cinque: siamo vincitori, vogliamo lottare per quello... Parlando di cose belle e della mia fortunatissima carriera, mi ritengo un ragazzo fortunato: ho corso con piloti incredibili, molti di loro non sono mai arrivati al Mondiale e hanno dovuto fare lavori normali, io invece mi sono sentito sempre grato di avere potuto seguire la mia passione. Ho lavorato sodo, fatto sacrifici grazie all’aiuto di tantissime persone, che ringrazio. Per questo - ha concluso fra gli applausi - vi saluto e vi auguro il meglio».

 

 

ROSSI LORENZO

La carriera di uno dei più grandi rider della storia si chiude dunque a 32 annidopo 18 stagioni, 3 titoli in Moto Gp (2010, 2012, 2015) e 2 in classe 250 (2006 e 2007), 68 Gp vinti (47 in top class, 17 in 250, 4 in 125), 152 podi e 69 pole position. Fatale gli è stata l’ultima stagione, la sua prima alla Honda Hrc dopo il biennio più ombre che luci alla Ducati, con la quale ha conquistato la sua ultima vittoria, il 12 agosto 2018 in Austria. Con la moto di Tokyo Lorenzo non ha mai trovato la confidenza, travolto dalla pressione di dovere competere con lo stesso mezzo di Marc Marquez e vittima di errori in serie. Finito mai più su dell’11° posto, ad Assen è rimasto poi vittima di una caduta con frattura vertebrale che, di fatto, ha detto la parola fine alla sua carriera.

 

ROSSI LORENZO 2

Il rientro in Gran Bretagna, dopo avere saltato tre gare, è stato l’inizio di un nuovo calvario fisico e psicologico, con piazzamenti mai migliori del 14° e, soprattutto, la netta impressione che la sua antica grinta e la passione fossero completamente scomparsi. L’annuncio di giovedì lo ha confermato.

 

Con il ritiro di Lorenzo se ne va uno dei piloti più vincenti e, soprattutto, stilisticamente belli della storia del motociclismo. Apertamente ispiratosi fin da bambino a un altro maestro del correre pulito come Max Biaggi, Jorge — soprannominato «Por Fuera» per la sua propensione ai sorpassi spettacolari all’esterno — ha via via limato certe asperità di carattere che avevano contraddistinto i suoi esordi da ragazzino (nel 2002 a Jerez, a 15 anni spaccati), ma è rimasto sempre un rider «cerebrale», tendenzialmente chiuso, una sensibilità estrema celata spesso dalla scontrosità e un rapporto con la paura molto diverso da quello di altri colleghi: capace di sfide impossibili come correre appena 37 ore dopo un’operazione in anestesia totale alla spalla nel 2013 ad Assen, ma anche di arretrare consapevolmente di fronte a rischi eccessivi, senza sposare del tutto la retorica dell’eroe a tutti i costi.

 

LORENZO MARQUEZ ROSSI

La sua consacrazione fra i grandi è arrivata nel 2010, quando ha sconfitto il compagno di squadra Valentino Rossi in Yamaha, allora campione in carica. Un’impresa — non priva di ripercussioni all’interno del box dove venne eretto il famoso muro — bissata nel 2012 quando ha sconfitto Casey Stoner prima di perdere la corona l’anno dopo (quello del crash di Assen) per opera del new entry Marc Marquez. Nel 2015 la tripletta, nella stagione del famoso presunto biscotto spagnolo con Marquez ai danni di Valentino. Il 2016 è stato l’ultimo anno in Yamaha, chiuso con 4 vittorie e un terzo posto nel Mondiale vinto da Marquez. La sua ultima grande stagione.

 

jorge lorenzo e valentino rossi

Passato alla Ducati, subito in difficoltà a far quadrare il proprio stile preciso e lineare con la storica natura «selvaggia» della Ducati e costantemente battuto dal compagno Dovizioso, impiega una stagione e mezza a ingranare. E quando finalmente fa una straordinaria doppietta Mugello-Barcellona ormai è troppo tardi. I rapporti sono segnati e il suo destino pure: l’accordo con la Honda è già avvenuto. Dopo un 7° e un 9° posto nel Mondiale, quello con Tokyo dovrebbe essere il matrimonio che fonda il suo rilancio. È invece l’abbraccio con il Diavolo che ne decreta la fine della carriera.

ROSSI LORENZO 1
ROSSI LORENZO
jorge lorenzo e valentino rossi (2)
jorge lorenzo e valentino rossi alla presentazione del team yamaha