‘QUANDO FACCIAMO GOL SENTO UNA BOTTA AL CUORE, NON RIESCO A FRENARMI…” – VITA, PASSIONI, ESULTANZE DEL “CONDOR” GALLIANI: “NON RECITO, SONO COSÌ. IL DOTTOR TAVANA MI DAVA UN CALMANTE, ALTRIMENTI NON RIUSCIVO A REGGERE” – “MILAN-MONZA? VEDRÒ SCORRERE DAVANTI LA MIA VITA. PIÙ DIFFICILE PORTARE IL MONZA IN A CHE VINCERE 5 CHAMPIONS CON IL MILAN” – IL CALCIO? LO VOGLIONO RIDURRE A NUMERINI MA HA I SUOI MISTERI. BERLUSCONI DICE CHE...” - VAN BASTEN, LA CANZONE DI PEPPINO DI CAPRI - INTERVISTA A DAZN+VIDEO
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“Milan-Monza? Vedrò scorrere davanti la mia vita. Sto facendo yoga mentale, non muoverò nemmeno un muscolo, qualsiasi cosa succeda”. Il “condor” Galliani si racconta in una lunga intervista a Dazn alla vigilia del suo derby del cuore: “Pensare che il Monza giochi contro il Milan è un sogno. Ero abituato a vedere Monza-Seregno…”.
Gli inizi da inviato de “il Cittadino”, il quotidiano di Monza, le trasferte al seguito della squadra, la fuga dalla pensione di Arenzano per vedere la finale mondiale Germania Ovest-Ungheria nel 1954, Galliani racconta della sua grande passione per il calcio e per la squadra della sua città: “Quando mi chiedevano cosa volevo fare da grande rispondevo il presidente del Monza”.
L’amministratore delegato del club brianzolo racconta scaramanzie (“Prima delle partite non cambiare posizioni a tavola, né il menù, a partire dal risotto alla monzese, con zafferano e luganega”), notti in bianco e altre amenità da dirigente “ultrà” come il cartello che ha fatto esporre all’ingresso degli spogliatoi: “Abbiamo impiegato 110 anni per andare in A, non possiamo impiegare 12 mesi per tornare in serie B”
Del resto è stato “più difficile portare il Monza in A che vincere 5 Champions con il Milan”. La più bella? “A Istanbul, contro il Liverpool. Abbiamo giocato divinamente e abbiamo perso. Due anni dopo giochi male e vinci. Non ho ancora capito il calcio. Berlusconi dice che assomiglia alla religione: ha i misteri dolorosi e i misteri gaudiosi. Lo vogliono restringere a numerini ma non è così, il calcio è irrazionale, non è una scienza esatta”.
Ha visto 8 palloni d’Oro ma il ricordo indelebile è quello di Marco Van Basten, che ne ha vinti solo tre perché ha smesso di giocare a 28 anni per un problema alla caviglia. “Lui è l’unico giocatore per il quale mi inginocchio, quando lo vedo: per me è come la Madonna…”.
Adesso Galliani si coccola il capitano Pessina, il botto di questa estate. Ha fatto più di 90 sessioni di calcio-mercato, il primo colpo nel novembre del ’75, Ariedo Braida, poi ds Milan. “Se vuoi vendere, devi cercare di farlo a inizio mercato. Se vuoi comprare, lo devi fare nelle ultime ore di mercato”. I famosi giorni del Condor. “Bisogna avere passione. Io ho quella per il calcio. Il pallone che rotola sul campo è un richiamo irresistibile”.
Una galleria di esultanze, facce trasfigurate, occhi fuori dalle orbite: “Non recito, sono così. il dottor Tavana mi dava tante gocce di En, un calmante, altrimenti non riuscivo a reggere. Sono fanciullesco. C’è una canzone, “I miei capelli bianchi” di Peppino Di Capri, in cui mi ritrovo…”. Racconta di un uomo “senza tempo e senza età” che non riesce a prendere sonno. “La notte prima e dopo le partite non riesco a dormire, non sono cambiato, il mio umore è direttamente proporzionale al risultato della domenica precedente”.
La sua vita continua a essere “una emozione infinita”. Galliani ha messo in fila tutti i suoi ricordi e sì, in fondo, non c’è molto da cambiare: “Quando facciamo gol sento una botta al cuore, non riesco a frenarmi…”