MA CHI È STATO IL PRIMO A PORTARE IL PADEL IN ITALIA? IL PRIMATO SE LO AUTOASSEGNA IL CT ROBERTO MANCINI - IL RACCONTO IN UN LIBRO SCRITTO DAI GIORNALISTI SKY GIANLUIGI BAGNULO E DARIO MASSARA – “IL PADEL E’ IL TRIONFO DELLE PIPPE”, COME HA DETTO NICOLA PIETRANGELI? LA RISPOSTA AFFILATISSIMA DI ADRIANO PANATTA – L’ALLEANZA CARRARO-AL KHELAIFI E L’IMPRENDITORE IBRA CHE DEMOLISCE GLI EX CALCIATORI ITALIANI CHE SI SONO DATI AL PADEL: “MEGLIO GLI SVEDESI. IL PIU’ FORTE E’…” - VIDEO
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Francesco Persili per Dagospia
Il padel è davvero "il trionfo delle pippe” come sostiene Nicola Pietrangeli? Adriano Panatta affila la bandeja: “No, è una stupidaggine, odio questa spocchia sportiva dei puristi del tennis, se non vogliono giocare, non giochino, chissenefrega”.
Dopo anni di terra rossa, “Ascenzietto” è passato alle volée e alle uscite di parete sul campo blu. Non a caso nel suo Adriano Panatta Racquet Club a Treviso i campi di padel sono 6, come quelli da tennis. Lo spiega nel libro "Padel Mania", scritto dai giornalisti Sky Gianluigi Bagnulo e Dario Massara, che rappresenta un testo fondamentale per conoscere origini (messicane), personaggi e storie del gioco che sta facendo impazzire gli italiani. Altro che le battutine delle turbo-femministe sui maschietti obnubilati dal padel, questo è l’unico sport che può contare sul 50% dei praticanti donne.
“Piace a tutti perché è comodo, è l’unico gioco in cui la palla ti viene a cercare mentre di solito scappa via”, spiega Luciano Spalletti che, come tanti ex calciatori, si è fatto costruire un campo in casa.
A trasformarlo in show ci sta pensando il presidente della Federazione Internazionale Padel Luigi Carraro. Decisivo l’incontro in Qatar con il patron del Psg Al Khelaifi che ha portato alla creazione del Premier Padel, un circuito parallelo al World Padel Tour, con diretta tv e premi per i giocatori quadruplicati. “A Roma C'erano seimila persone per la finale", rimarca Carraro che ha ancora negli occhi Paquito Navarro "che dopo la sconfitta salta con i tifosi sulle note di "Paquito is on fire". Scene mai viste prima. È quello che volevamo ottenere”.
Storie pazzesche sottorete. L'argentino Belasteguin per non fa crescere i figli nella presunzione di avere un padre campione gli ha nascosto per anni di essere il numero uno. Oppure la seconda vita di Martin Di Nenno, che ha vinto il suo primo titolo 5 anni dopo un incidente stradale nel quale morirono due amici padelisti (Gaston Rodriguez e l’astro nascente Elias Estrella). In tutti i tornei sponsorizzati dalla birra Estrella a ogni ingresso in campo Di Nenno oggi evita di calpestare la scritta Estrella perché sarebbe come calpestare il nome di uno dei amici scomparsi.
E che dire poi di Robertina Vinci che dopo aver appeso la racchetta al chiodo invece di starsene sul divano si è messa a giocare a padel entrando tra le prime 100 del mondo. “C’è chi nasce con la camicia, io sono nata con la racchetta”
Alla promozione del gioco contribuiscono anche gli ex calciatori, alcuni dei quali si sono trasformati in imprenditori. In prima fila c’è Ibrahimovic che dopo i 5 centri in Svezia sta per aprire una struttura con 20 campi a Segrate, alle porte di Milano: “Ho visto giocare Cassano, già da come tiene la pala in mano si capisce che non è bravo. Gli italiani non reggono il confronto con gli svedesi. Il più forte? L’ex juventino Mellberg”.
Ma chi è stato il primo a portare il padel in Italia? Il primato se lo autoassegna il ct Roberto Mancini. “E’ stato un argentino a spiegarci nel 2007 cosa fosse il padel. Eravamo in un circolo di Bologna ed è lì che abbiamo messo su un campo e iniziato a giocare. Adesso è sulla bocca di tutti, ma quando l’ho conosciuto io nessuno in Italia ne aveva mai sentito parlare…”