MANCIO, DOVE E’ IL BOMBER? GARANZINI ESALTA LA NAZIONALE DI MANCINI MA EVIDENZIA UN LIMITE: "MANCA LA PUNTA CENTRALE DI STATURA INTERNAZIONALE A MENO CHE TRA IMMOBILE E BELOTTI, NON SBUCHI DAVVERO RASPADORI A GIOCARSELA DA ROSSI - IL GIRONE È MORBIDO, BASTI PENSARE CHE DALL' ALTRA PARTE DEL TABELLONE SE LA GIOCANO FRANCIA, GERMANIA E PORTOGALLO. MA ANCOR PIÙ MORBIDA È…"
-Gigi Garanzini per "la Stampa"
È un' Italia completa, sfrontata, allegra.
Completa perché è ricca di qualità e ricambi di valore in ogni reparto, e quasi in ogni ruolo. Basti pensare a Chiesa per Berardi, a Verratti per Locatelli, ad Acerbi e Bastoni per Bonucci e Chiellini, a Di Lorenzo per Florenzi, e si potrebbe serenamente continuare pensando a Pellegrini, Pessina e non solo.
Manca la punta centrale di statura internazionale, questa sì: a meno che tra Immobile e Belotti, andando avanti nel torneo, non sbuchi davvero Raspadori a giocarsela da Rossi: meglio se Pablito, che discorso, ma già il Pepito ancora integro degli esordi, prima della via crucis da una clinica all' altra, sarebbe una signora risorsa in più.
Sfrontata perché ha la consapevolezza e insieme la voglia di sapersela giocare. Che le viene dal controllo del centrocampo, quasi un inedito nella storia del nostro calcio che in quel settore, anche nei momenti storicamente migliori, poco o tanto ha sempre sofferto. Grazie invece alla formula Mancini, che prevede oltre al trio centrale la saldatura di due ali d' appoggio come Berardi e Insigne, ecco il presidio costante del settore nevralgico del gioco: a protezione della difesa quando occorre, e ben più spesso a ispirare una fase offensiva che dà agli avversari ben pochi punti di riferimento.
Da lì l' allegria. Che nei momenti migliori è palpabile, perché tra uno scambio ravvicinato e l' altro, tra un pallone recuperato alto e una giocata ad effetto, la squadra si diverte. E più si diverte, meno sente la fatica: e se ogni tanto si compiace ed esagera, prima ancora dell' urlaccio di Mancini provvede il piazzamento del metronomo Jorginho, che nei momenti migliori ricorda i migliori momenti di Sergi Busquets, la pedina chiave della grande Spagna di Aragonés e Del Bosque.
Cui è possibile, anche per la comune mancanza di grandi attaccanti, che Mancini si sia ispirato.
Il girone è morbido, basti pensare che dall' altra parte del tabellone se la giocano Francia, Germania e Portogallo. Ma ancor più morbida è la formula, figlia della demagogia delle troppe partecipanti: agli ottavi le prime due più le quattro migliori terze, neanche l' Europa fosse il mondo intero.