IL MANICO DI MONZA! LA PROMOZIONE IN A DEI BRIANZOLI, LA PRIMA IN 110 ANNI DI STORIA, CI RESTITUISCE UN BERLUSCONI RINGALLUZZITO TRA UNA PENNICA E L’ALTRA (IERI DOPO IL GOL DEL PISA LE TELECAMERE LO HANNO PIZZICATO MEZZO ADDORMENTATO IN TRIBUNA) – “SONO IL PRESIDENTE CHE HA VINTO PIÙ TROFEI NELLA STORIA DEL CALCIO” (SALUTAME A BERNABEU) – LA BATTUTA AL “CONDOR” GALLIANI: “PIÙ SI VA AVANTI E PIÙ IL SIGNOR GALLIANI SI AGITA, NON SCOPA PIÙ, IO PRIMA LO FACEVO SEI VOLTE AL GIORNO ORA DOPO TRE MI ADDORMENTO” (ARIDAJE!) – VIDEO
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Giulia Zonca per “la Stampa”
I sauditi possono pure tentare di comprare una squadra italiana ed usarla per le pubbliche relazioni, i fondi americani possono spartirsi le quote del Milan per allargare il loro asset, ma il soft power calcistico lo ha inventato lui: Silvio Berlusconi e con il Monza in serie A lo usa ancora.
Prima volta tra i migliori, dopo 110 anni di storia, più che un successo, un inedito e targato Cavaliere che applaude ringalluzzito nella tribuna di Pisa accompagnato come sempre dalla fidanzata. Milano ha la terza squadra nel campionato più importante e Berlusconi può intromettersi tra le altre due con una nuova voce alla sua filastrocca preferita: «Sono il presidente che ha vinto più trofei nella storia del calcio», in effetti sono 29, ci sarebbe anche Santiago Bernabeu, a pari merito, ma per scartarlo il leader forzista aggiunge, un po' di straforo, pure la promozione con il Monza, l'ultima creatura.
La seconda strofa tocca a Galliani, al «signor Galliani», come lui chiama il compagno di avventure calcistiche e sta all'amministratore delegato declamare il dettaglio dei titoli: «Sedici italiani, 8 scudetti, 7 supercoppe e una Coppa Italia, 13 all'estero, 5 Coppe dei campioni, 5 Supercoppe europee e 3 Mondiali per club». Scambi da compagnia di giro perché Berlusconi non è mai sceso dalla nave da crociera, ma attenzione a non scambiare la gestione del Monza per un'ondata di nostalgia, come un grande valzerone dei ricordi. Berlusconi non si considera affatto vecchio e preferisce altri ritmi. Questo per lui è un nuovo capitolo, l'ennesimo viaggio di gloria da animare con una campagna acquisti che potrebbe partire da Belotti, tanto per ripartire a collezionare nomi noti.
All'inizio si è fatto trascinare da Adriano Galliani che a Monza ci è nato e nel calcio Monza ha iniziato la carriera, per lui sì è una questione di cuore, per il Cavaliere è sempre una questione di immagine e sempre la stessa: il condottiero virile, spiritoso e intenditore che porta i propri uomini a risultati stellari. Un gioco che gli viene da decenni piuttosto bene perché si circonda di persone capaci: lo ha fatto in tv, con il calcio, con la politica. Sbaglia le uscite, mai le professionalità e il Monza serve a dire che il fiuto non cambia, lo spirito è lo stesso, anche i discorsi motivazionali. Al primo con il Monza si autocita: «Nelle partite importanti del Milan dicevo ai giocatori, ricordatevi che chi ci crede combatte e supera gli ostacoli quindi vincete con tre gol di scarto». Risate. Applausi. E altra battuta: «Se avete tatuaggi su braccia e collo, per favore, maniche lunghe e dolcevita». Bis. Dopo essere stato male, all'inizio dell'anno, è in tribuna che Silvio B. riafferma la salute e l'immortalità: «Ho passato un brutto periodo che non doveva capitare adesso però voglio vedere belle partite».
Siamo a metà febbraio, lui accompagnato dall'immancabile Marta Fascina che gli alza il bavero del cappotto e gli spreme il disinfettante sulle mani, lui che poi passa in rassegna le truppe e ovviamente esagera.
Gli piace troppo farlo: «Più si va avanti e più Galliani si agita, non scopa più, io prima lo facevo sei volte al giorno ora dopo tre mi addormento». Nessuna risata e nessun applauso, è il 2022, ma il Cavaliere non è il solo a non esserci ancora arrivato.
Al procuratore del Ruby Ter, che ha chiesto 6 anni di condanna per corruzione, l'imputato risponde con una solare presenza allo stadio. Il Monza lo ha restituito alla verve che lo alimenta e gli ha pure offerto spunti per comizi politici nello scenario che gli è più congeniale. Un grande classico dei tempi rossoneri, la discesa in campo l'ha anticipata così e allo stesso modo ha svelato il Polo della libertà. In una delle tante presenze all'U-Power Stadium ha detto: «Sono ancora qui a mantenere l'unità delle forze politiche che non devono mai dimenticarsi di avere più sostenitori della sinistra». C'è tutto e ora ci sarà ancora di più, pure se Berlusconi deve gestirsi in maniera più accorta.
Eterno sì, ma con qualche pisolino tra un'azione e l'altra. Ha festeggiato lo scudetto del Milan, si è affacciato sul balcone della festa per salutare la folla, era ospite e comunque ancora osannato, ora si immerge in un altro tributo e nell'ennesimo campionato di A in cui potrà farsi vedere e dove lancerà messaggi e respingerà accuse. Come una volta. Si diverte di certo più da protagonista di un'impresa sportiva che a fare telefonate con Sgarbi per i voti al Quirinale. Questo è il suo sistema e non ha bisogno di alleanze per reggere. Gli basta il soft power, quello che ha inventato lui.