MESSI COME CHE GUEVARA - 'L'EQUIPE' CELEBRA L'ARGENTINO DOPO L'ANNUNCIO DEL TAGLIO DEGLI STIPENDI - DOPO CR7, ANCHE 'LA PULCE' SI DECURTA DEL 70% IL SALARIO, AL PARI DEI SUOI COMPAGNI, PER AIUTARE I DIPENDENTI DEL BARCELLONA - LEO FURIOSO ATTACCA IL PRESIDENTE BARTOMEU: "IL CLUB HA MESSO ALLA GOGNA I GIOCATORI"
-Filippo Maria Ricci per la Gazzetta dello Sport
La solidarietà può avere facce diverse. Può essere espressa in maniera semplice, senza complicazioni, come è successo alla Juventus.
O può arrivare accompagnata da polemiche feroci, malumori e sancire una distanza nei rapporti tra calciatori e dirigenti che al Barcellona sta diventando cronica.
Alla fine della scorsa settimana il Barça ha annunciato il proprio Erte, la richiesta di autorizzazione a procedere alla sospensione temporanea (senza stipendio) di tutti gli impiegati al momento senza lavoro (quelli che lavorano tra negozi, museo e strutture annesse al Camp Nou) e alla riduzione dello stipendio di tutti gli sportivi.
Ieri il Barça ha ufficializzato la cosa dicendo che i calciatori hanno accettato una riduzione superiore al 70% del salario durante il periodo di emergenza, avviato per decreto il 14 marzo e ancora in corso almeno fino all' 11 aprile (ma sarà esteso). In questo modo con i soldi in più donati dai calciatori e una quantità stanziata dal Barcellona si garantiranno gli stipendi dei lavoratori sospesi.
Tutto bello, tutto lodevole, tutto solidale. Eppure un' oretta dopo la pubblicazione del comunicato del club Leo Messi ha sentito il bisogno di replicare con una lettera su Instagram nella quale, di nuovo, ha reso pubblico il proprio malumore nei confronti di una giunta direttiva che sta giocando col fuoco. Va ricordato e sottolineato che tra 3 mesi il vincitore di 6 Palloni d' Oro, che ha un contratto fino al 2021, grazie a una clausola speciale inserita nell' ultimo rinnovo (2017), sarà libero di andarsene gratis.
«Ci sorprende il fatto che dall' interno del club ci sia stato qualcuno che ci ha fatto finire nel mirino e abbia provato a metterci pressione per conto terzi per farci fare qualcosa che noi abbiamo sempre dichiarato di voler fare - ha scritto Messi -.Di fatto se l' accordo ha tardato qualche giorno a concretizzarsi è stato perché abbiamo cercato una formula per aiutare il club e i anche i suoi dipendenti in un momento così difficile». Un ceffone in piena regola alla presidenza Bartomeu.
Messi ha detto chiaro che: qualcuno ha provato a gettare fango sui giocatori facendo credere che non firmavano per taccagneria; che il Barcellona non ha un euro; che gli stipendi degli altri lavoratori saranno pagati grazie all' intervento dei calciatori. Cosa che possiamo considerare più che normale se pensiamo che Messi da solo guadagna oltre 100 milioni all' anno.
Però qui il punto è un altro. L' argentino in gennaio aveva già attaccato frontalmente e pubblicamente Eric Abidal, d.s. scelto e protetto dal presidente, per alcune dichiarazioni infelici del francese sul cambio di allenatore. Poi c' è stato il "Barçagate", la storia degli account internet pagati profumatamente (1,2 milioni di euro) dal club per gettare discredito su giocatori e avversari politici della giunta direttiva. Ieri al comunicato di Messi uno dei primi like è arrivato dal Qatar, a firma di Xavi.
Che in un' intervista al Magazine de La Vanguardia ha appena detto che si, tornerà al Barça ma quando attorno allo spogliatoio non ci sarà più nulla di "tossico", termine usato due volte. Il mandato di Bartomeu scade nel 2021 e il presidente non potrà candidarsi ulteriormente. Però bisognerà vedere come arriverà al prossimo anno. Due settimane di stato d' emergenza hanno fatto saltare in aria il precario sistema economico blaugrana. L' Erte e i giocatori aiutano a metterci una pezza, però i problemi restano. E alla mancanza di fondi si sovrappone questa sinistra crepa nei rapporti tra Messi (appoggiato da tutti i compagni) e la dirigenza. Neanche quando non si gioca il Barcellona trova pace.