MILANO VUOLE TORNARE UNA CAPITALE D'EUROPA – SE L’INTER DOVESSE BATTERE LO SHAKHTAR DONETSK SI QUALIFICAREBBE AGLI OTTAVI DI CHAMPIONS LEAGUE PER LA PRIMA IN 10 ANNI (A MENO DI CLAMOROSA SCONFITTA DEL REAL), PORTANDO NELLE CASSE QUASI 10 MILIONI DI EURO – ANCHE IL MILAN HA L’ULTIMA OCCASIONE PER SALVARE LA FACCIA: DEVE SCONFIGGERE L’ATLETICO MADRID (E IL PORTO PERDERE CONTRO IL LIVERPOOL) PER EVITARE L’ELIMINAZIONE...

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Tommaso Lorenzini per “Libero quotidiano”

 

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Le due milanesi si presentano al mercoledì di gala della quinta giornata di Champions con sentimenti discordanti, quasi opposti. 

 

L'Inter ha il vento in poppa, si gode la vittoria sul Napoli e il campionato riaperto, ed è conscia che, dopo aver fatto il proprio dovere battendo due volte la sorpresa Sheriff, la serata per passare all'incasso è questa (stadio Meazza 18.45, dir. Sky e Infinity+): se sconfigge lo Shakhtar di De Zerbi (squadra fastidiosa ma obbligatoriamente da battere: ha preso 9 reti in quattro gare nel girone segnandone solo una) e contemporaneamente il Real non si fa battere (ancora!) dallo Sheriff, Simone Inzaghi porterebbe il club matematicamente agli ottavi per la prima volta dopo dieci anni. 

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Con ovvie ripercussioni positive sull'ambiente, sull'immagine, sui conti del club (qualificarsi regala 9,6 milioni di euro), sui miglioramenti alla rosa che potrebbero essere tentati nel mercato di gennaio (si parla con insistenza di un attaccante: dopo i nomi di Raspadori, Belotti e Jovic, prende quota il 21enne canadese Jonathan David, capocannoniere del Lille in Ligue1 con 10 reti). 

 

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«SERVE ORGANIZZAZIONE» 

«Dovremo preparare una partita seria e organizzata», ammonisce Inzaghi che, già privo di De Vrij (pronto ancora Ranocchia, in grande fiducia) e Sanchez, spera di «recuperare gli acciaccati» visto che Barella, Correa e Lautaro hanno speso molto domenica. All'ottimismo dell'ambiente interista fa da contraltare una sorta di attesa stoica in casa Milan (stadio Wanda Metropolitano, ore 21, dir. Prime). 

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I sentimenti intorno ai rossoneri sono ambivalenti, perché di fianco al naturale desiderio di far strada nell'Europa che conta, c'è la consapevolezza che Pioli non riesce mai ad avere la rosa al completo seppure profonda e il costante utilizzo di ogni forza a disposizione la sta strapazzando, tanto che non è raro incappare in tifosi che sostengono sia meglio mollare le coppe, visto come si è messo il cammino nel gruppo con un solo punto in quattro partite. 

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Ma in questo l'Atalanta è stata maestra, due stagioni fa anche la squadra del Gasp era nella stessa situazione di classifica e poi spiccò il volo atterrando solo ai quarti beffata a tempo scaduto dal Psg. Ecco perciò che la Champions può essere un trampolino sia per l'Inter sia per il Milan. 

 

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Pioli chiede ai giocatori di «mettersi in discussione» ed è una richiesta saggia perché domanda ai suoi di andare oltre la singola partita, vuole che i giocatori capiscano se oltre alle loro potenzialità già espresse abbiano un surplus da sfruttare e far fruttare: se la risposta venisse fuori con una serata magica di Champions contro un Atletico avvezzo a partite di pressione simile, rimettendo in piedi il girone, sarebbe un boost formidabile per tutta la stagione e consentirebbe di arrivare alla partita conclusiva (e casalinga) con il Liverpool con il vestito buono della festa (ineluttabilità dei numeri, il Milan sarà comunque matematicamente fuori dalla Champions se stasera il Porto batte i Reds). 

 

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CARICA IBRA

 Intervistato dal Guardian, Ibra sprona comunque i suoi compagni: «Abbiamo giocato bene contro l'Atletico fino al momento in cui siamo rimasti con un giocatore in meno - rimarca l'attaccante riferendosi al rosso a Kessie- ed è difficile giocare con uno in meno, soprattutto in Champions. Ma dobbiamo provarci, siamo bravi e sappiamo cosa fare». Certo che peseranno le assenze di Castillejo, Maignan, Calabria, Rebic e Tomori.

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