Paolo Tomaselli per il Corriere della Sera
Il giorno prima, a precisa domanda («Rifarebbe il gesto con le tre dita dell' andata o si è pentito?»), José Mourinho non aveva risposto, spostando l' attenzione sull' ossessione e «i cattivi ricordi» che hanno gli juventini nei suoi confronti, a differenza della società con la quale «c' è rispetto reciproco». Il giorno dopo l' ennesima sceneggiata, stavolta con la mano all' orecchio dopo la rimonta negli ultimi minuti allo Stadium, l' allenatore del Manchester United si conferma l' autentico «Special One» nel dividere gli animi e i giudizi: provocatore seriale all' ennesima puntata (i cori sono durati pochi minuti, non certo 90' come ha detto lui) oppure rivoluzionario dissacrante e nemico dell' ipocrisia?
Quasi tutto si riduce a tifo, pro o contro Mourinho: da una parte il popolo in fibrillazione degli antijuventini, che al bar ha portato la mano all' orecchio per prendere in giro l' amico di turno. Dall' altra quello dei tifosi bianconeri che - al di là degli ultrà che hanno insultato Mou - forse avrebbero preferito non risvegliare l' istinto da teatrante del portoghese, che con il rumore dei nemici è tornato a divertirsi come non faceva da un po'. Al punto da oscurare l' imboscata del suo United in casa della Juve (che non perdeva allo Stadium nella fase a gironi dal 2009) e soprattutto il gol strepitoso segnato da Cristiano Ronaldo, alla sua prima rete in Champions con la maglia bianconera.
«No class». Così il tabloid Sun , che delle buone maniere non sembra aver mai fatto una sua bandiera, ha accolto Mourinho al ritorno in Inghilterra, bacchettandolo «per aver macchiato una notte di gloria per lo United». I dirimpettai del Mirror hanno puntato sul «Turin pride» e sull' orgoglio ritrovato dai Diavoli Rossi maltrattati a Old Trafford dalla Juve. Paul Scholes, leggenda United, sottolinea che «non era necessario fare quello che ha fatto José, ma lui è fatto così».
Lui, in conferenza, dopo aver ribadito di essere stato insultato per 94', cosa non vera, ha contrattaccato alla domanda di una giornalista spagnola che si era permessa di chiedergli se la sua non fosse stata «una mancanza di rispetto verso gli avversari».
«Ho solo fatto quel gesto perché volevo sentire i cori più forte. Hanno insultato la mia famiglia e la famiglia interista. Io sono un professionista e durante la partita non penso al mio passato e al fatto che ho allenato Inter, Chelsea o Madrid». Resterebbe da capire perché lui è l' unico professionista che reagisce sempre agli insulti - all' andata lo fece addirittura durante la partita, con la sua squadra che cercava il pareggio - mentre non è certo l' unico che viene pesantemente attaccato dal tifo idiota. Carlo Ancelotti dopo Juve-Napoli ha replicato solo ai microfoni, con sarcasmo: «Mi consolo con la Champions vinta nel 2003...». Perché alla fine si torna sempre lì. Ma ognuno col suo stile.
DIBATTITO SUL TECNICO DELLO UNITED È L' ORA DELLE POLEMICHE LO SPECIAL ONE SPACCA ANCHE L' INGHILTERRA
Stefano Boldrini per la Gazzetta dello Sport
Il dibattito ruota attorno a una parola: No class o Masterclass? L' Inghilterra si divide di fronte alla reazione di José Mourinho al fischio finale di Juve-Manchester United, con l' allenatore che si porta la mano destra dietro ad un orecchio e, con un ghigno satanico, sfida lo stadio. E' l' eterna Inghilterra, puritana e progressista, vittoriana e blairiana. No class titola in controcopertina il Sun , portabandiera dei moralisti e, insieme al rivale Daily Mail, lider màximo della Brexit.
La parola che ispira il titolo, No class, è l' espressione usata da Paul Scholes, ex United, da tempo in rotta di collisione con Mourinho nel suo ruolo di commentatore tv. Scholes fa l' opinionista con lo stesso stile del giocatore: martella le caviglie dell' avversario. E così, non perde l' occasione per dare l' ennesima pedata a Mou: «Quando vinci, bisogna avere classe e stringere la mano all' allenatore avversario. Non penso che fosse necessario comportarsi in quel modo, ma questo è il suo stile».
VECCHI CONTI Detto che Mou ha salutato Allegri, Scholes si è tirato dietro l' Inghilterra che da anni guerreggia con lo Special One. Il successo di Torino ha però fatto risalire le azioni del portoghese, e non solo in Champions. I fotografi hanno immortalato la stretta di mano al rientro a Manchester con Ed Woorward, l' a.d. dello United con il quale ci sono stati diversi problemi legati al mercato estivo.
Il secondo successo di fila in extremis ha riproposto i Red Devils in versione Ferguson: trionfo al 92' a Bournemouth; ribaltone tra l' 86' e l' 89' a Torino. Il vecchio spirito dello squadrone guidato da Sir Alex rinverdito da Martial e Pogba. A proposito dell' ex juventino: è rientrato a Manchester in ritardo, con l' aereo dei tifosi. Tutta colpa di una pipì tormentata al controllo anti-doping.
LO SPECIAL Il Times, titolando «The special comeback», ha reso omaggio ai meriti di un allenatore spesso dato per morto, che riesce a resuscitare. Henry Winter, firma del quotidiano britannico, ha scritto su Twitter: «Il gesto di Mourinho può far discutere, ma non è stato offensivo e chi vive il calcio con passione non può disapprovarlo». Il Guardian ha dato spazio alle argomentazioni del portoghese per spiegare le sue ragioni. Perché poi la vita è strana: un conservatore nella politica come Mou trova i suoi migliori avvocati difensori nei settori meno bigotti del Regno Unito, stampa compresa. Perfido, geniale, immutabile Mou. In fondo, il calcio inglese lo ama. Che noia sarebbe la Premier senza il vecchio Special One.
scholes MOURINHO BECKHAM GIGGS SCHOLES BUTT E FRATELLI NEVILLE CON FERGUSON mourinho
scholes 23 BECKHAM SCHOLES BUTT GIGGS E FRATELLI NEVILLE GIGGS BUTT NEVILLE SCHOLES THE CLASS OF '92 juve united mourinho 2 mourinho 7