NEANCHE CON MOURINHO SONO FINITE LE FIGURE DI MERDA DELLA ROMA IN EUROPA – I CARNEADI NORVEGESI DEL BODO GLIMT (NON LO UNITED, IL BAYERN O IL BARCELLONA) RIFILANO 6 PERE AI GIALLOROSSI IN CONFERENCE LEAGUE. LA COLPA NON SARA’ ANCHE QUI DI ORSATO? AVEVA RAGIONE MOU A LAMENTARSI DELLA ROSA: LA ROMA NON HA RICAMBI ALL’ALTEZZA – IL FUORIONDA DI MANCINI: " QUESTA TRASFERTA È UNA PENITENZA PER IL CAMPIONATO DI MERDA DELL'ANNO SCORSO" – LA STORIA DEI GRANDI SPAZZOLINI DA DENTI DEI TIFOSI DEL BODO
-Da gazzetta.it
Una figuraccia storica, una vergogna senza fine. La Roma subisce un cappotto imbarazzante per forma e contenuti, sconfitta 6-1 da un Bodo Glimt che ha dominato dall’inizio alla fine. Sconfitte imbarazzanti nella storia giallorossa europea ce n’erano già state, ma un conto è prendere una scoppola del genere contro Manchester United, Barcellona o Bayern Monaco, un altro contro la squadra numero 218 del ranking Uefa (al cospetto del 12° dei giallorossi). Roma, insomma, terribilmente brutta e confusionaria.
Un po’ di tensione, del resto, nell’ambiente giallorosso la si era notata anche prima dal via, con un Tiago Pinto nervosissimo ai microfoni di Sky. E i segnali d’allarme si sono dimostrati realtà poco dopo, quando i giallorossi hanno preso un’imbarcata che nessuno poteva prevedere. Per i giallorossi non ha funzionato nulla, né nel gioco né nelle individualità. E ieri, ancora una volta, le parole di Mourinho e le scelte fatte fino ad oggi si sono dimostrate terribilmente vere: la Roma è stata costruita male, ha dei limiti endemici e una serie di giocatori assolutamente inutili per lo scacchiere tattico di Mou.
IN DIFFICOLTÀ— Mourinho lancia Villar trequartista e prova a dar fiducia a Reynolds sulla fascia destra. Entrambi gli esperimenti però naufragano subito, con lo spagnolo a disagio in posizione avanzato e l’americano che conferma tutti i suoi limiti. Ma è in generale tutta la Roma a non funzionare, soprattutto nella prima parte del primo tempo, quando i giallorossi sono in completa balia degli avversari. Berg orchestra in mezzo, Konradsen e Fet vanno dentro da mezzali e davanti Solbakken mette a dura prova Calafiori e Botheim è sempre pericoloso.
Così succede che dopo venti minuti il Bodo è già avanti per 2-0, con il primo gol di Botheim che nasce su una bella combinazione nello stretto e il raddoppio che arriva con un tiro dal limite di Berg (che calcia però indisturbato, senza pressione). In mezzo anche una parata decisiva di Rui Patricio su Konradsen, altrimenti il passivo sarebbe stato anche più duro. A quel punto allora la Roma si scuote, prova a imbastire qualcosa di decente e al 28’ accorcia le distanze, con Diawara che trova Perez in verticale e lo spagnolo che brucia Haikin. E’ una fiammata, però, perché poi per il resto i giallorossi non trovano mai né ritmo, né pericolosità. Anzi, ad andare vicino al gol è ancora il Bodo proprio in chiusura, con Pellegrino che di testa si divora il 3-1 da posizione ravvicinata e assai favorevole.
Allora nella ripresa Mourinho corre ai ripari e butta dentro subito Mkhitaryan (che va a giocare come trequartista centrale), Cristante e Shomurodov, lasciando negli spogliatoi Villar, Darboe e Mayoral. Il problema è che la Roma è proprio sgonfia e gioca con una sufficienza ingiustificabile. Così tanto che al 7’ Diawara si addromenta e si fa rubare palla sulla linea di fondo da Sampsted, che serve Botheim per la doppietta personale del centravanti norvegese. Calafiori va quasi sempre a vuoto e quando spinge sbaglia tutti i cross, Kumbulla continua ad essere lento e impacciato e i tre appena entrati non riescono a cambiare ritmo ed intensità alla squadra giallorossa. Così Mourinho al 15’ prova a giocarsi le ultime carte a sua disposizione, inserendo anche Pellegrini e Abraham per Diawara ed El Shaarawy.
Alla vigilia Mou l’aveva detto che stavolta avrebbe sfruttato i 5 cambi (a differenza di tante altre volte in campionato), ma probabilmente non si aspettava di dover correggere le cose definitivamente dopo appena un’ora di gioco. E al 26’ arriva anche il 4-1, con Kumbulla che in vantaggio di un paio di metri su Solbakken si fa recuperare e sorprendere in verticale, con l’ala norvegese che poi si permette anche il lusso di beffare Rui Patricio con un elegante scavetto. Un sussulto giallorosso arriva con un tiro da fuori (al lato di Pellegrini), ma poi il Bodo va ancora a segno prima con Pellegrino e poi con Solbakken. Sul 6-1 cala definitivamente il sipario, su quella che se non è la pagina più brutta della storia giallorossa in Europa poco ci manca.