OPS, ABBIAMO UN PROBLEMA DI SVASTICHELLE NELLO SPOGLIATOIO CROATO – I CALCIATORI DELLA NAZIONALE IMPEGNATA IN SEMIFINALE CONTRO L’ARGENTINA, HANNO FESTEGGIATO LA VITTORIA CONTRO IL BRASILE CON I VERSI DEL GRUPPO NEONAZISTA THOMPSON – LA CANZONE CELEBRA I CAMPI DI CONCENTRAMENTO E FA RIFERIMENTO AL REGIME "HERCEG-BOSNA", CREATO IN BOSNIA DURANTE LA GUERRA NEI BALCANI E RICONOSCIUTO COME PROGETTO CRIMINALE DAL TRIBUNALE DELL'AIA… VIDEO
-For Bosniaks, Herceg-Bosna (the term used in song) symbolizes: concentration camps, rapes, torture, slave labour, persecution, killings…
— BiHFootball (@BiHFootball) December 12, 2022
This is so sad @HNS_CFF pic.twitter.com/esElnElONN
Se la vittoria sul Brasile è stata indimenticabile per la Croazia, che nella semifinale del Mondiale in Qatar sta per affrontare l'Argentina, da dimenticare al più presto sono invece i festeggiamenti del dopopartita. I calciatori allenati da Zlatko Dalic, come mostra un video che circola sui social network, hanno celebrato il successo con i versi del cantante neonazista Thompson (vero nome Marko Perkovic) che fanno riferimento al regime "Herceg-Bosna", creato in Bosnia durante la guerra nei Balcani, tra il 1991 e il 1994, e riconosciuto come progetto criminale dal Tribunale penale internazionale dell'Aia.
Nelle immagini si riconoscono i giocatori e alcuni componenti dello staff che fanno festa, tutti in piedi, sventolando i tovaglioli. Thompson, frontman dell'omonima band, è noto per le sue posizioni estreme e ogni anno partecipa nella sua città natale, Cavoglave, al Giorno della Vittoria (il 5 agosto si celebra la fine dell'autonomia serba in Krajina). La band da sempre fa discutere per la celebrazione dell'organizzazione Ustase, affiliata ai nazisti nella Seconda guerra mondiale, con riferimenti spesso ricorrenti nelle canzoni e nei concerti.
Una delle loro canzoni si apre con la frase "Za dom spremni!" ("Pronto per la patria"), la versione croata del saluto nazista "Sieg Heil". E in un altro brano si celebra il campo di concentramento di Jasenovac dove, tra il 1941 e il 1945, sono morte 83mila persone tra serbi, ebrei e rom.