IL PAGELLONE MONDIALE BY CROSETTI: "LA COPPA È PARTITA DIESEL, POI HA SGOMMATO COME UNA MOTO E HA ROMBATO: UN TORNEO DA 8.5 ALMENO, VISTO ANCHE IL RECORD ASSOLUTO DI GOL SEGNATI (172)" - "È STATO IL MONDIALE DEL LUNGO ADDIO DI MOLTI CAMPIONI. UN INEVITABILE 10 PER LEO MESSI E KYLIAN MBAPPÉ…" - IL BRASILE (5.5) HA ILLUSO E DELUSO, LA GERMANIA (5) HA DELUSO E BASTA, LA SPAGNA (5.5) NON TIRA PIÙ IN PORTA. CRISTIANO RONALDO (5.5) NON SA ACCETTARE IL TRASCORRERE DEL TEMPO...
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Maurizio Crosetti per www.repubblica.it
Non lo vedremo, non c'è l'Italia, è autunno, non c'è atmosfera, figurarsi. E invece la potenza del Mondiale è la nona di Beethoven sempre, un inno alla gioia che la finale probabilmente più bella di tutti i tempi (voto 9) ha esaltato. E le partite poi le abbiamo viste, eccome (667 minuti di recupero), magari non tutte e non al bar della spiaggia ma cosa importa, chi fa lo schizzinoso è un po' bugiardo (8 alla Rai).
La Coppa forse è partita diesel, poi ha sgommato come una motocicletta e ha rombato: un torneo da 8.5 almeno, visto anche il record assoluto di gol segnati 172. Non si scappa da quei due, il bimbo di Francia, lo zio d'Argentina. E allora un inevitabile 10, anzi diez, per Leo Messi, mai così forte, mai così decisivo e così a lungo, mai tanto adulto. Poi, Maradona (voto: infinito) è là e Messi è qui, comunque per lui un 10 anche alla carriera, ora perfettamente completa.
Tuttavia vorremmo dare 10 pure a Mbappé: tre gol (e rigore trasformato) in finale, due in un minuto, forse è già lui il più bravo al mondo e lo resterà per un decennio almeno. Kylian sorride mentre gioca come faceva Ronaldinho (8) che però aveva una deformazione all'arcata dentale, e insomma non si capiva bene se fosse gioia o conformazione ossea.
È stato il Mondiale dei bambini, delle mogli e dei genitori in campo a far festa o consolare (8 collettivo, 9 alla mamma di Messi e al papà di Modric), all'inizio sembrava anche il Mondiale dell'attenzione ai diritti di libertà e dell'impegno (8), poi si è un po' mollato: ora è essenziale non smettere di pensarci. Molti campioni hanno vissuto il loro lungo addio tra sabbia e grattacieli.
Per esempio Cristiano Ronaldo (5.5) che non sa accettare il trascorrere del tempo, mentre Modric (9.5) quel tempo lo cavalca ancora: baciando la medaglia di bronzo come un grande amore ha dato a tutti una lezione di sportività, specialmente a coloro che si tolgono dal collo quella d'argento. Indimenticabile passerella anche per Di Maria (9), speriamo non si sia stirato l'adduttore sollevando il trofeo o salendo in aereo.
Vecchi leoni al commiato (Lewandowski 8, Neuer 7.5) e giovani stelle che brilleranno a lungo come il croato Josko Gvardiol (8), vent'anni, miglior difensore in assoluto, come gli argentini Enzo Fernandez (8.5) e Julian Alvarez (8), anche se il vero eroe albiceleste si chiama Emiliano Martinez (9.5) e fa il portiere, specialità rigori. Il suo capolavoro, la parata di piede all'ultimo secondo in posizione leonardesca: Emiliano Vitruviano. Diamo 8 anche al citì Scaloni, la Coppa tra le mani nonostante un po' di cambi non centratissimi.
Il Brasile (5.5) ha illuso e deluso, la Germania (5) ha deluso e basta, la Spagna (5.5) non tira più in porta, l'Inghilterra (6.5) è stata sfortunata ma ha talento e futuro, l'Olanda (6.5) probabilmente meritava di più, e non certo di essere dileggiata in quel modo dagli argentini dopo i rigori. Ma se dobbiamo scegliere una nazionale, a parte la Croazia (8.5) seconda in Russia e terza in Qatar, diciamo Marocco (9), il punto più alto nella storia del calcio africano.
Visto da lontano, del Qatar hanno impressionato le architetture (9), gli stadi (8.5: ma a quale prezzo umano?), assai meno la certezza che tutto si possa comprare (4). L'espressione dell'Emiro diceva questo, mentre premiava Messi in comproprietà con Infantino (5.5: troppe 48 squadre nel 2026), facendo indossare al fuoriclasse un mantello (4) da Zorro (7.5, e 8 al sergente Garcia) che sarà pure rituale e regale, ma è apparso ridicolo. L'oggettistica bizzarra della finale non può prescindere dalla scatola della Coppa (3 la scatola, 9 la Coppa). Dal punto di vista estetico, le divise delle nazionali (8) sono sembrate esenti dal delirio creativo (3) che ha ormai travolto i club.
Pare non fosse male il catering in tribuna d'onore, merito dei cuochi piemontesi Edgar e Simone (8) e dei loro ravioli al tartufo nero, anche se la tribuna medesima a un certo punto sembrava il bar di Guerre Stellari (9) con l'arrivo quasi contemporaneo di Orbán, Erdogan, l'Emiro, Macron, Infantino ed Elon Musk. Il presidente francese, completamente stravolto e in maniche di camicia, ha messo molta voglia di un Pertini (9) d'annata, naturalmente 1982.