PECCO BAGNAIA NEL NOME DI VALE – TERRUZZI: "ABBIAMO UN NUOVO RE DELLA MOTOGP, ACCOLTO E SVEZZATO DA ROSSI. PECCO, IN PIEDI SULLA DUCATI, CON L'ENORME MURALES DI VALENTINO ALLE SPALLE, CI HA REGALATO IERI UNA CURIOSA IMMAGINE DI ITALICA CONTINUITÀ - BAGNAIA NON LITIGA, NON SBRAITA. PADRONANZA MENTALE COME SEGRETO PER FORZARE O FRENARE QUANDO SERVE…"
-Giorgio Terruzzi per il “Corriere della Sera”
La festa di Bagnaia ad un anno di distanza dalla festa di Rossi. Il luogo è lo stesso, Valencia. Un debutto e un addio. Pecco fresco campione del mondo; Valentino al tramonto di un'epoca segnata dalla propria, dominante personalità. Il Dottore a ballare nei box; Francesco contenuto nel momento di massima gioia.
Due immagini che contengono un passaggio di consegne e, nel contempo, una profonda diversità.
L'uno mentore dell'altro: Vale ha accolto e svezzato Bagnaia, l'ha accompagnato nel giorno decisivo ben sapendo di aver tirato su un figlio che usa altri modi e metodi, per correre, vivere, comunicare. Un rapporto che funziona nel rispetto dell'altro, senza pretendere o cercare emulazioni. E Pecco, in piedi sulla Ducati, con l'enorme murales di Valentino alle spalle, ci ha regalato ieri una curiosa immagine di italica continuità. Abbiamo un nuovo re della MotoGp, portatore di uno stile personale, lontanissimo da quello del suo maestro, per molti versi ancora indecifrabile.
Diverso anche dai tratti che segnarono il lungo dominio di Giacomo Agostini, un altro padrone, il viso adatto al podio, alle copertine, alle euforie anni Settanta. Bagnaia vince e conquista in quanto antieroe. Rappresenta il miglior investimento del motociclismo, alla ricerca di una nuova star. Che sia capace di reggere il ruolo, mica detto, ma guai ad escluderlo perché stiamo parlando di un ragazzo le cui potenzialità restano misteriose. Forse persino per lui. Ieri ha gestito, al contrario di altri fenomeni della piega. Un atteggiamento che annoda i nervi del tifoso ma che ha pagato con ampio margine.
Lo stesso modus operandi gli ha permesso di risalire dall'abisso, recuperare, battere un campione di prim' ordine, Quartararo, meno sorretto tecnicamente ma dotato di tempra e cuore. «Sbaglio una volta e poi più» ripete, intendendo una attitudine alla riflessione assidua ed efficace, dote che gli viene riconosciuta all'unanimità, abbinata ad una grinta mascherata ma decisiva in corsa. La vita privata rispecchia i comportamenti agonistici. Casa e famiglia, i genitori sempre nei pressi, la fidanzata in marcatura permanente, la sorella ad assisterlo nei box, il bassotto Turbo per andare a fare la spesa. Pesaro, dove vive ora, come Chivasso, dove è cresciuto. Una consueta normalità per covare gesti eccezionali.
Non litiga, non sbraita.
Padronanza mentale come segreto per forzare o frenare quando serve. C'è chi dice: tornerà Marquez, una bestia; Quartararo è pronto per la rivincita; Bastianini sarà un compagno scomodo. Con il dubbio insistente che la crescita di Pecco sia solo cominciata. Liberata ora da un traguardo cercato sin da quando era bambino. A Valencia, ieri, dopo aver detto: bene, grazie, sono contento, mentre la sua squadra faceva baldoria, sembrava aver voglia di scappar via. Di tornare nei suoi rifugi silenti, dove impara, ogni santo giorno, come fare meglio, di più.