E PURE IL FAIR PLAY FINANZIARIO CE LO SIAMO LEVATI DALLE PALLE - CONGELATO QUASI UN ANNO FA CAUSA VIRUS, OGGI PER L’UEFA L’OBBLIGO DEL PAREGGIO DI BILANCIO NON È PIÙ SOSTENIBILE – SENTITE ANDREA TRAVERSO (UEFA): “QUESTO NON SIGNIFICA CHE LE REGOLE SARANNO MENO RIGOROSE. DOVREBBERO CONCENTRARSI MAGGIORMENTE SULLE SFIDE DEGLI STIPENDI ELEVATI E DEL MERCATO DEI TRASFERIMENTI…” (OCCHIO AI MEGA INGAGGI E ALLE PLUSVALENZE FITTIZIE)
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L’élite europea decreta il fallimento della riforma del 2011. Cade l’obbligo del pareggio di bilancio: non è più sostenibile
Il Fair Play Finanziario è morto. Inutile girarci intorno, dire che sarà rimodulato, aggiornato o adattato al momento storico: il suo architrave, l’obbligo del pareggio di bilancio, non è più sostenibile perché non si può sanzionare un intero settore se nessuno riesce più a rispettarne le norme.
Tutti colpevoli, nessun colpevole. Non si può imporre alle società di pareggiare i costi con i ricavi se questi sono distrutti da uno shock mondiale e asimmetrico, perché penalizza alcuni più di altri ma colpisce in pieno certi settori. Quando un’azienda perde fatturato deve tagliare i costi, ma se tutti perdono fatturato non possono tagliarli nello stesso momento, soprattutto se due terzi sono rappresentati da stipendi garantiti da contratti pluriennali.
Le società possono fare cassa vendendo i giocatori, ma se tutti i potenziali acquirenti sono alla canna del gas non sanno a chi darli. Questa è la realtà e oggi l’Uefa ne prende atto. Però è sbagliato attribuire il fallimento del Fpf solo al Covid che, in fondo, ne certifica solo l’inattuabilità. L’Uefa dice che ha migliorato la salute del football europeo perché in dieci anni il sistema calcio ha ridotto i debiti e rafforzato il patrimonio.
FAIR PLAY
Da https://www.calcioefinanza.it
Le regole che compongono il Fair Play Finanziario si preparano a subire un drastico cambiamento con la norma chiave sul break-even dichiarata «senza utilità» dalla UEFA stessa.
Lo riporta il quotidiano inglese The Guardian, spiegando che il Covid ha portato a una crisi molto diversa da tutto ciò che sia mai stato affrontato. Secondo i funzionari, le nuove regole dovrebbero concentrarsi sul livello degli stipendi dei club e sulle cifre spese sul mercato dei trasferimenti.
Intervenendo oggi durante un incontro tra UEFA e funzionari dell’Ue, Andrea Traverso, direttore della ricerca e stabilità finanziaria per conto della UEFA, ha detto che una soluzione «non è facile» e non dovrebbe esserci il presupposto che le nuove regole siano più morbide.
«Il Covid 19 ha generato una crisi dei ricavi e ha avuto un grande impatto sulla liquidità dei club. Questa è una crisi molto diversa da qualsiasi cosa abbiamo dovuto affrontare prima. In una situazione del genere ovviamente i club stanno lottando; hanno difficoltà a rispettare i loro obblighi», ha spiegato Traverso.
«Penso che in generale le regole debbano sempre evolversi. Devono adattarsi al contesto in cui operano i club. La regola del pareggio di bilancio (break-even), il modo in cui funziona ora guarda indietro: esegue una valutazione di una situazione nel passato. La pandemia rappresenta un cambiamento così brusco che guardare al passato sta diventando inutile», ha sottolineato ancora.
«Quindi forse le regole dovrebbero concentrarsi maggiormente sul presente e sul futuro e dovrebbero sicuramente concentrarsi maggiormente sulle sfide degli stipendi elevati e del mercato dei trasferimenti. La soluzione a questo problema non è facile», ha detto ancora il funzionario UEFA.
L’organismo europeo ha avviato le consultazioni per giungere a una riforma del FFP, con Traverso che ha affermato di aspettarsi un processo «accelerato ma attento» da completare entro la fine dell’anno.
«Quelli che dicono che le regole saranno abbandonate o allentate stanno solo speculando. Le regole possono essere diverse sicuramente, ma questo non significa necessariamente che le regole saranno meno rigorose. Al contrario, quando si verificano situazioni gravi, spesso si richiedono misure più forti», ha concluso Traverso.