"ANCORA CON QUESTA STORIA CHE HO SEI DITA? NE HO SOLO CINQUE, MA BEN ALLENATE" - GUILLERMO "MEMO" OCHOA, LEGGENDARIO PORTIERE MESSICANO ACQUISTATO DALLA SALERNITANA, RACCONTA IL SUO PRIMO IMPATTO CON L'ITALIA: "LA SERIE A È UN SOGNO. NON È VERO CHE È CALATA NEGLI ULTIMI ANNI, PRIMA C’ERAVATE SOLO VOI, ORA CI SONO ANCHE ALTRI CAMPIONATI DI ALTO LIVELLO. PUNTO AL SESTO MONDIALE. AMO IL MIO PAESE, VOGLIO DIMOSTRARE CHE IL MESSICO NON È SOLO TEQUILA, NARCOS, CANCUN…"
-Estratto dell'articolo di Carlos Passerini,Monica Scozzafava per il “Corriere della Sera”
[…] Per fare il turista, spiega Guillermo Ochoa, 37 anni, iconico portiere messicano ingaggiato dalla Salernitana a gennaio, c’è tempo. Dopo aver disputato il suo quinto Mondiale ha accettato una sfida complicata — è reduce da una settimana da brividi: ha preso 8 gol dall’Atalanta, l’allenatore Nicola è stato esonerato e poi richiamato — con convinzione assoluta: «Ne ho viste tante per abbattermi. Dispiace, certo. Ma il calcio è così. Quando cadi così male, ti rialzi e sei ancora più forte. Dopo aver perso 8-2 si può solo migliorare. Non crede!?».
Lei ci crede?
«Sono qui per giocare, voglio concentrarmi sull’obiettivo salvezza. La serie A è un sogno. Qui sento la stessa passione della mia terra per il futbol, che è vissuto come una religione. […]».
[…] La serie A come un sogno, dice. Eppure il nostro campionato non è più quello di trent’anni fa.
«Non sono d’accordo, la serie A è sempre la serie A. Solo che adesso ci sono anche altri campionati di alto livello, come la Premier, mentre prima c’eravate solo voi. I campioni oggi hanno più scelte».
[…]
Buffon è ancora il più forte al mondo?
«La categoria non importa. Gigi è una leggenda, infatti a 45 anni gioca ancora. Un campione infinito. Il mio mito d’infanzia. Se gioco in porta, è per lui».
[…] Di lei dicono che è il migliore ogni 4 anni, perché ai Mondiali para tutto, ma nei club non ha avuto una carriera di primissima fascia.
«Il mio problema è stato uno solo: il passaporto. Fino a tre anni fa ero extracomunitario e difficilmente le grandi squadre prendono un extracomunitario in porta, preferiscono tenere il posto per un attaccante. Ma mi hanno sempre cercato».
[…] È vero che punta al sesto, che sarebbe il record l’assoluto? Nel 2026 avrà 41 anni. Obiettivo o sogno?
«Tutti e due. Mi sento in forma, voglio provarci. Si giocherà nel mio Messico, oltre che in Usa e Canada. Sarebbe un finale di carriera splendido».
[…]
Quando si parla del suo, di Paese, spesso ci si sofferma sulla violenza. Col rischio che poi non si veda tutto il resto.
«È come per l’Italia, no? Pizza, mafia. Il Messico per chi non lo conosce è tre cose: tequila, narcos, Cancun. Un po’ è colpa delle serie televisive, che mitizzano la violenza. Amo il Messico[…]: voglio mostrare che il mio Paese non è solo sparatorie. Siamo una terra piena di storia e di arte. […]».
È vero che ha sei dita?
«Ancora con questa storia! È uno scherzo, in Messico il 28 dicembre si festeggia una cosa che è come il vostro pesce d’aprile, sui giornali e in tv tutti scherzano e dicono cose non vere. Il mio segreto sono le sei dita? Magari. Sono solo cinque, ma ben allenate».