"HO GAREGGIATO PIÙ IN QUESTI GIORNI CHE IN TUTTO L'ANNO. L'OBIETTIVO DELLA PROSSIMA STAGIONE È RESTARE SANO" - MARCELL JACOBS SULL'ARGENTO NELLA 4X100 AI MONDIALI DI ATLETICA DOPO GLI ACCIACCHI DELL'ULTIMO ANNO: "QUANDO MI TROVAVO A MONACO SENZA UNA VERA DIAGNOSI PER I MIEI FASTIDI, STAVO PER CROLLARE. MANCAVANO DIECI GIORNI, MI SENTIVO PERSO" - "QUESTA MEDAGLIA MI HA DATO UNA GIOIA PIU' INTENSA RISPETTO A QUELLA VINTA A TOKYO: ERAVAMO AGITATI, DOVEVAMO DIMOSTRARE DI…"
-Estratto dell'articolo di Giulia Zonca per la Stampa
Visto dal podio il Mondiale sembra più dolce. Marcell Jacobs lo ha dovuto aggredire ed è uscito un corpo a corpo in cui le ha prese e le ha date. Si tiene un argento così carico di emozioni da accompagnarlo fino al prossimo viaggio. Destinazione Cina, Shenzen via Monaco di Baviera, il posto dove è stato costretto a costruire i suoi progressi e dove oggi si ferma per un ultimo controllo, prima di puntare al prossima corsa, il 2 settembre […]
Come sta dopo quattro turni a freddo, senza gare di arrivare?
«Rianimato. Ho gareggiato più in questi giorni che in tutto l'anno. Venivo da due mesi di incognite e me ne vado con una ritrovata scioltezza. Ho vissuto un passaggio fondamentale e nonostante il percorso accidentato l'ho fatto senza nascondermi. Con Tortu parlavamo di oro in staffetta».
[…]
Kerley, che l'ha provocata per l'intera stagione, ha abbracciato gli italiani.
«I battibecchi servono per creare interesse, sono un gioco. Piuttosto mi ha fatto piacere che Lyles abbia detto: "Con te non sarebbe stato così semplice vincere i 100". I giamaicani, terzi, sono scomparsi dalla pista. L'hanno presa male».
[…]
Una gioia diversa da quelle prove per l'oro del gruppo alle Olimpiadi?
«Più intensa. Siamo entrati agitati, dovevamo dimostrare di non aver vinto i Giochi per caso, la staffetta ci è entrata nel cuore e stavolta c'era il pubblico».
[…]
Nella classifica delle sue medaglie questa dove sta?
«Alta, è la prima ai Mondiali».
Ha detto che c'è stato un momento in cui pensava di non correre ai Mondiali, quale è stata la fase più buia e come ne è iniziata?
«Dopo la gara di Parigi, piena di dubbi sapevo di avere tempo di lavorare, e su quello ho investito, quando il tempo era praticamente scaduto e io mi trovavo a Monaco senza una vera diagnosi ai miei fastidi, con nuove possibili cause da testare e una serie di conseguenze a catena stavo per crollare. Mancavano dieci giorni, mi sentivo perso. Ho lavorato a livello mentale, ho imparato a visualizzare le gare per non farmi disorientare. Il primo obiettivo della prossima stagione è restare sano».
Lo era anche per questa. Vieni, sì fa?
«Ascoltando il mio corpo che è piuttosto sensibile e parla chiaro. Dopo le indoor, che non sono andate come volevo, ho fatto una sola settimana di vacanza, poi mi sono messo a spingere: a ogni allenamento mi chiedevo di più. Ho forzato, sovraccaricato, in futuro mi darò delle pause. Meglio così».