"IMANE KHELIF? ANGELA CARINI NON POTEVA ESSERE SERENA, MA LA CACCIA ALLE STREGHE MI FA VOMITARE" - FEDERICA PELLEGRINI SI TUFFA DI TESTA NELLE POLEMICHE CHE HANNO SCOSSO LE OLIMPIADI DI PARIGI: "L'ALGERINA È NATA CON UN TASSO DI TESTOSTERONE PIÙ ALTO DELLA MEDIA E MAGARI SFIORA IL DOPING. NELLO SPORT ESISTE LA FISIOLOGIA E DELLE REGOLE, MA LEI RIENTRAVA NEI PARAMETRI" - "BENEDETTA PILATO? UN MESSAGGIO BELLO: NON SI PUÒ ESSERE FELICI SOLO SE SI VINCE. QUESTA GENERAZIONE HA SPOSTATO LO SGUARDO" - "L'ULTIMA CENA QUEER ALLA CERIMONIA D'APERTURA? NON CAPISCO LE POLEMICHE…"
-Estratto dell'articolo di Giulia Zonca per “la Stampa”
[…] Federica Pellegrini […] Che cosa pensa del caso sollevato dall'incontro di boxe tra l'azzurra Carini e l'algerina Khelif?
«Tema ultradelicato. L'algerina è nata con un tasso di testosterone più alto della media ed è come le persone che hanno un ematocrito alto di natura, magari sfiorano il doping e allora l'unica regola possibile resta che quando rientrano nei parametri fissati dalla scienza possono competere».
Molte atlete ed ex atlete sono insorte.
«Io sono inclusiva sempre e a prescindere, nello sport però esiste la fisiologia ovvero il come ci presentiamo non il come siamo o come ci sentiamo ed esistono delle regole. Siamo tutti socialmente aperti e io sono felice se una persona trans decide di cambiare genere perché significa che ha trovato il proprio benessere […] ma Khelif non appartiene a questa categoria, ha sempre gareggiato. Non c'è tema di protesta».
Carini ha detto non è giusto sul ring.
«Le ho parlato la sera prima del combattimento. Le ho detto: "Mi spiace tu sia costretta a gareggiare nel caos". Lei era motivata, ripeteva "sono pronta, ce la metto tutta". È un'atleta, reagisce in questa modalità, ma Angela non poteva essere serena, non era nelle condizioni per concentrarsi sulla sua boxe. Così come l'avversaria, che si è ritrovata definita in qualsiasi modo. La caccia alla streghe non si sopporta e mi fa vomitare».
[…] Altro sport e altro problema etico. Il risultatismo denunciato da Benedetta Pilato.
«Questa però è diventata una bella storia, ne nasce un messaggio bello e un'attenzione diversa. Non si può essere felici solo se si vince e neanche bacchettare per un risultato magari non celebrato: ognuno valuta in soggettiva, dipende dalla storia, dal punto in cui stai. Io ai Mondiali del 2005 sono andata per vincere, ho preso l'argento e ho pianto. Non lo volevo».
Carattere o condizionamento al successo a tutti i costi?
«Sono felice che questa generazione abbia spostato lo sguardo, preteso di poterci provare senza la paura di fallire e di gioire per una soddisfazione personale, negarla è violenza. Ora anche chi racconta e intervista gli atleti deve almeno capire l'approccio».
[…] Non solo, in generale sembra che Parigi abbia scelto di esaltare sé senza considerare troppo gli atleti.
«Parigi? Le Olimpiadi rispondono sempre alle esigenze della politica e noi siamo esclusi, estraniati. Da nuotatrice so bene che cosa può voler dire svegliarsi il giorno in cui devi dare il meglio e non conoscere le condizioni di gara. La Senna, il bacino, oggi o domani».
[…] La nazionale del nuoto la soddisfa?
«Due ori non sono banali e la staffetta veloce che si conferma a podi. Siamo strutturati, preparati e sappiamo emozionare. Martinenghi con una prova bella e inaspettata, Ceccon nei 100 dorso da brividi».
[…] Ha visto la cerimonia di apertura?
«Per due ore sotto la pioggia, con le mantelline, poi c'era la bambina e non ce la faceva più».
Quindi si è persa l'ultima cena queer?
«Ho letto le polemiche, che non capisco: queste cose non mi turbano mai, anzi, mi fanno pensare che andiamo avanti». […]