"MILANISTI EBREI" - MASSIMO VERGANI, VICECOMANDANTE DEI VIGILI A SEREGNO E ULTRÀ DELL’INTER, HA PENSATO BENE DI SFOTTERE I RIVALI SUI SOCIAL CON UNA SPRUZZATA DI ANTISEMITISMO: "FINALMENTE SI RITORNA NELLA NOSTRA POSIZIONE NATURALE DI DOMINIO SUGLI EBREI" - TRAVOLTO DALLE ACCUSE, SI È DIFESO COSÌ: "USO SOLO UN LINGUAGGIO DA ULTRÀ" (AH BEH ALLORA TRANQUILLO, PUOI DIRE CIÒ CHE TI PARE)

-


Federico Berni per www.corriere.it

 

coppa italia inter milan 4

Il trattamento più «caloroso», tra tutti i rivali, lo riserva ai milanisti, definiti senza remore e con evidenti intenti diffamatori «ebrei» (con tanto di hashtag #rossoneriebrei) e relativamente ai quali, dopo il derby vinto dalla «sua» Inter 3 a 0, si rallegra del fatto di aver ristabilito il «dominio». Gli stessi rossoneri che Massimo Vergani, commissario e vicecomandante della polizia locale di Seregno, in provincia di Monza, definisce anche «carabinieri», sempre lontano dal voler porgere loro un complimento.

 

milan inter andata semifinale di coppa italia 9

Tifoso dell’Inter

Il vigile brianzolo — diploma linguistico, laurea all’Università degli Studi di Milano, casa in Brianza, già agente del Comune di Monza, poi a Seregno — sul suo profilo Facebook non nasconde certo la sua passione per i colori nerazzurri dell’Inter, e nemmeno il suo incarico di pubblico ufficiale nel comune del Monzese. In occasione dell’ultimo derby di Coppa Italia, vinto in modo netto dai calciatori di Simone Inzaghi (non senza polemiche arbitrali provenienti dalla sponda opposta), ha sfogato la propria soddisfazione: «Finalmente si ritorna nella nostra posizione naturale di dominio sugli ebrei» ha scritto sulla propria bacheca, riferendosi al Milan.

 

Gli ebrei nei suoi post social

Massimo Vergani

Espressione che, spulciando tra i suoi post, aveva già utilizzato in altre occasioni, magari in occasioni di risultati meno eclatanti, sconfortato, ad esempio dopo il pareggio con la Fiorentina, per «l’ennesimo regalo agli ebrei», riferendosi alla corsa scudetto. La vicenda è stata sollevata dal periodico locale Giornale di Seregno, al quale l’agente ha dichiarato di aver solo utilizzato «un linguaggio da ultras».