"MOURINHO ALLA ROMA? SCELTA AZZECCATISSIMA, SI ADATTA PERFETTAMENTE A UNA TIFOSERIA CHE A PRESCINDERE DAI RISULTATI SI CONSIDERA COMUNQUE E DA SEMPRE VINCENTE” – IL LAZIALE LUIGI CANCRINI “PSICANALIZZA” MOU (E PERCULA I ROMANISTI): "UN LEADER PRESUNTUOSO E NARCISISTA DENTRO UNA CITTÀ DISILLUSA. E’ PERFETTO, NON COME SPALLETTI…” – E TOTTI? COME NON SI FA A VOLERE BENE A UNO COME LUI CHE DICE "SONO IL PIÙ FORTE DI TUTTI". E IL SOTTOTITOLO È "HO VINTO POCO O NIENTE PERCHÉ SONO RIMASTO FEDELE A QUESTA MAGLIA".
-Alessandra Paolini per “la Repubblica - Roma”
«Mourinho alla Roma? Scelta azzeccatissima, la più adatta a una squadra così».
Luigi Cancrini, una delle figure più note della psichiatria italiana, non ha dubbi sull' accoglienza che la città riserverà al nuovo allenatore della "Maggica".
«Lui è un uomo che ha grande sicurezza di sé. Anzi si sente più di quello che è. Quindi si adatta perfettamente a una tifoseria che quasi a prescindere dai risultati si considera comunque e da sempre vincente. È quello che succede ad ogni vigilia di campionato. Poi spesso le cose vanno diversamente, ma ad agosto tutto ricomincia da capo Ecco, la caratteristica di tutti romanisti è quella di sentirsi sempre i primi, salvo poi vestire i panni dei secondi defraudati».
Professor Cancrini, ma non sarà mica della Lazio?
«E certo che lo sono!»
Ah ecco.
«Ma la mia disamina va al di là della fede e della passione calcistica. Mourinho è per prima cosa un uomo ironico. Nelle sue uscite, ha sempre ricorso all' arma del sarcasmo. Mourinho è presuntuoso: quel suo "Zeru tituli" è un po' il suo manifesto.
Ma la presunzione è temperata dalla grande ironia. E la romanità , per sua natura, ha molto a che fare anche con questa cosa qua».
Non prendersi troppo sul serio?
«Si sa, i romani hanno per loro natura la consapevolezza che tutto passa: papi, re, imperatori, presidenti del Consiglio, sindaci... Sanno che il potere è relativo: oggi ce l' hai domani non ce l' hai più. E quindi ci si può anche sentire superiori agli altri, ma se poi non lo sei più, chi se ne importa! È così che va la vita».
Mou e la Roma dunque, accoppiata azzeccata. Ma è difficile conquistare la leadership in questa città?
«Eccome, qui come dicevo, un giorno sei al top, il giorno dopo ti massacrano. Ma Mourinho è perfetto. Non come Spalletti che era così tormentato, introverso, chiuso. Assolutamente non in linea con quel modo di vivere il calcio di chi va in curva Sud, di chi ascolta le radio dei tifosi, di chi segue le polemiche del dopo partita. Per Spalletti deve essere stato molto difficile sopportare la pressione mediatica».
Per Mou lo sarà meno?
Secondo me sì. Sono certo che in città si troverà benissimo. Si capisce che è un uomo che vuole stare al centro dell' attenzione, che gli piace calamitare l' interesse degli altri. Tutto questo, pur non avendo paura di sembrare impopolare per le sue uscite. E se le cose in campionato andranno bene, se ne glorierà. Anche questa è una cosa che sa fare benissimo».
Ma secondo lei è in grado di fare ombra al mito di Totti?
«Non credo proprio. Totti a Roma resta Totti. Anche per merito suo. Per come è diventato un personaggio mediatico, per il suo modo di restare fedele alla città e, come dicono nelle radio, alla maglia. Sapendo anche lui giocare la carta dell' autoironia».
Quindi per piacere ai romani, bisogna essere simpatici?
«Un po' sì. Del resto come non si fa a volere bene a uno come Francesco Totti che dice "Sono il più forte di tutti". E il sotto titolo è "ho vinto poco o niente perché sono rimasto fedele a questa maglia". Certamente però Mourinho terrà banco: la sua comunicazione è perfettamente a misura di Roma. E il suo carisma costringerà tutti quanti a prenderlo sul serio».