"SU NEYMAR C'È STATO UN RODEO DI FALLI: SE VOGLIAMO LO SPETTACOLO, DOBBIAMO TUTELARE I GRANDI CALCIATORI"- IL C.T. DEL BRASILE TITE SBOTTA CONTRO IL GIOCO DURO CHE PENALIZZA I FUORICLASSE E CHE SPESSO E VOLENTIERI RIMANE IMPUNITO - CONTRO LA SERBIA, LA STELLA VERDEORO HA SUBITO 9 FALLI IN 90 MINUTI E HA FINITO LA PARTITA CON UNA CAVIGLIA GONFIA CHE LO COSTRINGERÀ DI RIMANERE AI BOX PER ALMENO DUE PARTITE...
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Antonio Barillà per “La Stampa”
La rabbia del Brasile diventa denuncia. L'infortunio di Neymar spunto d'accusa per il gioco duro che penalizza i fuoriclasse e rimane spesso impunito. Ne hanno parlato a lungo, in questi giorni, i calciatori della Seleçao, vedendo il loro leader intristito e sofferente, benché motivatissimo a riprendersi il Mondiale: «Vive in palestra per recuperare prima possibile» svela Marquinos, in conferenza accanto a Tite.
È il ct a rendere pubblico lo sfogo ascoltato una miriade di volte tra le duecento stanze del Westil hotel scelte dalla Confederaçao Brasileira come rifugio dorato del Mondiale: «Neymar subisce troppi falli - sospira aspettando la sfida odierna con la Svizzera -: gli avversari lo temono e lo fermano così. È una cosa che ci penalizza, bisogna trovare una via d'uscita». Non parla soltanto in nome del suo ragazzo, si scaglia in assoluto contro il gioco rude che è una tagliola per tutti i fuoriclasse.
Si preoccupa in primis della loro incolumità ma anche dell'estetica del calcio, quella che il Brasile per tradizione incarna, propagandata in ogni latitudine però poi mortificata da tackle feroci: «Su Neymar con la Serbia c'è stato un rodeo di falli, ma il discorso è più ampio: se vogliamo lo spettacolo, dobbiamo tutelare i grandi calciatori».
Non intende processare Milenkovic, autore dell'intervento che potrebbe aver provocato la distorsione alla caviglia: «Quell'entrata non è stata cattiva, non voleva fare male» spiega, anche se puntualizza che «in una precedente forse sì».
Ad ogni modo non è questione di marcatori cattivi o singoli interventi scomposti, è proprio l'atteggiamento che in troppe circostanze trasforma i contrasti fallosi in metodo per compensare la differenza tecnica e arginare campioni talentuosi.
La prova è che Neymar, secondo le statistiche del primo turno, risulta il maggior destinatario di falli, colpito duro ben 9 volte. Tra gli interventi incriminati anche uno di Gudelj che però si difende attraverso il Telegraf: «Non credo di essere entrato in modo particolarmente ruvido. Ho fatto fallo perché era necessario ed è stato giusto ammonirmi, ma non ho voluto colpire forte, tantomeno sulla caviglia: non credo si sia fatto male in quell'occasione, anche perché ha continuato a giocare».
Per capire la gravità del dato - 9 falli in 90 minuti - e la rabbia brasiliana basta la comparazione con Messi che in due partite ne ha subiti 6. Per fortuna, il Mondiale di Neymar non è finito: Tite ribadisce che non sa quando ma tornerà disponibile - i quarti il traguardo più credibile -, ed estende la speranza a Danilo che in realtà viene indicato più grave dagli ultimi accertamenti.
Certo le terapie funzionano e O Ney ce la mette tutta, difeso anche da Ronaldo il Fenomeno che gli dedica un lungo post commentando parole, più dure dei falli, che al fantasista sono state rivolte in Brasile: «La maggior parte del Paese ti ammira e ti ama - scrive -. Per il successo che hai avuto sei arrivato a essere colpito dall'invidia e dalla malvagità al punto che qualcuno celebra l'infortunio di una stella come te.
Dove siamo arrivati? Che mondo è questo? Quale messaggio diamo ai giovani. C'è sempre stata la gente che tifa contro, ma è triste vedere una società incamminata verso la banalizzazione dell'intolleranza e l'accettazione delle parole d'odio». Intanto, Tite si organizza senza la stella: sostiene di non aver scelto il sostituto, ma nella rifinitura ha testato Rodrygo trequartista e il 39enne Dani Alves al posto di Danilo.
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