"NON MI FREGA UN CAZZO DEI NOMI DEI GIOCATORI" – FONSECA DOPO L'INSUBORDINAZIONE SUI RIGORI CONTRO LA FIORENTINA ALZA LA VOCE: "NON CHIUDO GLI OCCHI DAVANTI AI PROBLEMI, LI AFFRONTO. SE "PUNIRÒ" QUALCUNO? VEDIAMO DOMANI… IO PENSO MOLTO ALLO SPIRITO DI SQUADRA”. TOMORI E ABRAHAM NON GIOCHERANNO (THEO HERNANDEZ HA RISOLTO IL PROBLEMA DA SÉ, CON IL DOPPIO TURNO DI SQUALIFICA). PUGNO DURO, INSOMMA, E MESSAGGIO CHIARO ALLO SPOGLIATOIO…
-Marco Pasotto per gazzetta.it
(...) "Il primo giorno dopo Firenze è andato bene perché non ho visto nessuno... - sorride ma non troppo Fonseca -. E dopo questo tipo di partite di solito sono arrabbiato e quindi non mi piace vedere nessuno... Ieri abbiamo parlato molto di quanto è successo con la Fiorentina.
Cosa ci siamo detti? Tutto ciò che potete pensare, va bene. Sappiate che io non chiudo gli occhi di fronte ai problemi. Se c'è un problema lo affronto, occhi negli occhi. Ed è quello che ho fatto. Dite che la mia è una leadership silenziosa, ma io non sono un attore, non ho bisogno di dimostrare nulla all'esterno. Quello che dico, lo dico all'interno dello spogliatoio, faccia a faccia. Se abbiamo un problema non me ne frega un c... del nome del calciatore, mi confronto direttamente con la squadra o con i giocatori che hanno sbagliato.
Ciò che importa è confrontarsi frontalmente, direttamente con i giocatori che hanno sbagliato. Se "punirò" qualcuno? Vediamo domani… Io penso molto allo spirito di squadra, per me nessun calciatore è più importante del Milan e quando si sbaglia occorre prendersi le proprie responsabilità. Se qualcuno sbaglia sotto l'aspetto dello spirito di squadra, per me diventa difficile".
Decisamente chiaro. A meno che la notte non regali un improbabile vena di buonismo, Tomori e Abraham non giocheranno (Hernandez ha risolto il problema da sé, con il doppio turno di squalifica). Pugno duro, insomma, e messaggio chiaro allo spogliatoio sul senso di responsabilità. Poi specifica: "A Firenze non abbiamo perso solo per problemi tecnici, ma ad esempio perché nel primo tempo abbiamo avuto meno cattiveria di loro e meno voglia di correre. Non avevamo aggressività, qui i discorsi tattici non c'entrano.
Di quanto è successo ho parlato con Ibra, certo – in questi giorni assente a Milanello -, ci parliamo quasi tanto, lo abbiamo fatto fin dal rientro da Firenze in treno". Rimbalzano ancora pure le parole di Reijnders ("piano piano stiamo capendo come vuole giocare il mister") e sulle tempistiche il portoghese spiega: "È sempre difficile quando occorre cambiare tanto. Il nostro è un cambiamento grande e devo essere più paziente rispetto a quanto mi aspettassi. Abbiamo bisogno di più tempo per cambiare e si iniziano a vedere cose importanti. Ma so che di tempo ce n'è poco. Però sono certo che in futuro saremo un'altra squadra".