ROCCO E I SUOI FARDELLI - IL PRESIDENTE DELLA FIORENTINA, ROCCO COMMISSO, APRE LE VALVOLE E ATTACCA INTER, MILAN E JUVE: “CHI HA VINTO NEGLI ULTIMI ANNI POTEVA ESSERE ISCRITTO AL CAMPIONATO? LA JUVE HA SUBITO UNA PENALIZZAZIONE PER IRREGOLARITÀ, MILAN E INTER HANNO CONTINUATO A SPENDERE NONOSTANTE I DEBITI”- “STAVO PER COMPRARE IL MILAN POI È FINITO A MISTER LI E SAPETE COME È FINITA. E ZHANG? NON SI SA PIÙ DOV’È” – “IL NUOVO STADIO? IL SISTEMA ITALIANO È UNA DISGRAZIA”

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Estratto da www.calciomercato.com

 

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Rocco Commisso a tutto tondo. Il presidente della Fiorentina, collegato al telefono da New York, si è concesso a una lunga intervista per La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole.

 

STADIO

“Nuovo stadio a Firenze? Un tasto dolente. Il sistema italiano purtroppo è una disgrazia, non solo per noi, ma per chiunque voglia creare e investire. I Comuni sono proprietari di tutto e mettono mille paletti che alla fine dissuadono i privati ad andare avanti. I proprietari degli stadi devono essere i club, non i Comuni. Anche se non ne ho colpa, considero la mancata costruzione di un nuovo stadio il mio più grande fallimento o forse dovrei dire rimpianto, perché non mi hanno permesso di farlo.

 

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In 5 anni non siamo riusciti a combinare niente e ora con i lavori al Franchi ne passeranno altri. La ristrutturazione del Franchi? Il Comune ha preso i soldi dello Stato, ora la completi. Purtroppo se non saranno rispettati i tempi a subirne le conseguenze saranno i tifosi e la Fiorentina. Per me è un dolore non essere riuscito in questi 5 anni a convincere l’amministrazione e la politica locale a farmi costruire uno stadio di proprietà invece di ristrutturare il Franchi.

 

Ma in Italia c’è 'l’agenzia dei monumenti' e non abbiamo potuto fare quel che volevamo. È assurdo dopo 100 anni non poter fare uno stadio nuovo a Firenze o vicino Firenze. Che devo dire? Non controllo la burocrazia, ma la politica non ha aiutato la Fiorentina nel percorso di modernizzazione. All’estero ovunque andiamo troviamo stadi moderni. Noi invece giochiamo dentro un monumento. E non possiamo ottenere le risorse necessarie che un nuovo impianto garantirebbe. Senza lo stadio di proprietà è impossibile aumentare i ricavi: l’alternativa è indebitarsi, ma non è così che si gestiscono e si tengono sane le aziende".

 

[…] LE SQUADRE CHE VINCONO

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“Certe vittorie sono arrivate grazie a situazioni debitorie assurde che hanno portato i club quasi alla bancarotta e poi nelle mani di fondi per la mancata restituzione da parte delle proprietà dei prestiti ricevuti. E io mi chiedo ancora se chi ha vinto in certi anni poteva essere iscritto al campionato... Stavo per comprare il Milan poi è finito a mister Li e sapete come è finita. E Zhang? Non si sa più dov’è... Anche lui costretto a lasciare l’Inter, indebitata col fondo Oaktree.

 

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 Poi c’è il caso Juve: da Ronaldo in poi Exor in cinque anni ha dovuto mettere 900 milioni di euro per sistemare i bilanci, nonostante i ricavi annuali fossero superiori a 450 milioni, più del triplo di quelli della Fiorentina. Dei club a cui possiamo paragonarci, per dimensione e ricavi, solo l’Atalanta ha fatto meglio di noi come risultati, ma il loro progetto, compreso di infrastrutture, è partito prima. Le altre no, non posso invidiarle".

 

MOVIMENTO CALCISTICO ITALIANO

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"La fiducia c’è sempre, ma non ho visto miglioramenti, a partire dal rispetto delle regole. La Juventus ha subito una penalizzazione per irregolarità, ma Milan e Inter hanno continuato a spendere nonostante centinaia di milioni di debiti e non sono state mai penalizzate per questo. Non si è voluto intervenire. Questi club, a partire dalla Juve, volevano aggiustare i bilanci con i soldi della Super Lega a scapito dei tornei nazionali. Per fortuna quel progetto è fallito ed il calcio si è salvato.

 

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Io credo che questo immobilismo sia una malattia italiana. Dobbiamo mettere il calcio in protezione, facendo rispettare le regole e percorrendo nuove strade, ma in Italia non si riesce mai a farlo. Non si riesce a cambiare il sistema per ottenere più risorse e garantire un equilibrio tra entrate e uscite. Chi investe nel calcio italiano oggi deve continuamente ripianare e mettere altri soldi: un pozzo senza fondo.

 

Io nel secondo triennio della mia presidenza ho messo gli stessi soldi del primo triennio... I Friedkin credo abbiano investito nella Roma già quasi un miliardo. L’unico momento in cui le proprietà potranno rientrare delle spese sostenute è quando rivenderanno il club, se non sono andate in bancarotta prima. Perché nel club, finché ce l’hanno, continueranno a mettere soldi su soldi".

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L’ARRIVO IN ITALIA

“Se ricomprerei un club italiano? Non rimpiango nulla. Avevo molte offerte per investire in America e in Europa, ma volevo farlo in Italia perché è il mio Paese di origine e non perdo l’entusiasmo anche se per andare avanti non smetti mai di spendere. Poi i tifosi si offendono se dici: 'I soldi li ho messi io e decido io cosa fare per il bene del club'. Ma una cosa è certa: io la bancarotta la lascio fare ad altri… Con me non succederà. Non lascerò la Fiorentina in un percorso finanziario senza futuro".

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AFFARI CON LA JUVENTUS

“Se ho fatto un buon lavoro con le cessioni di Vlahovic e Chiesa? Io dico di sì. Sono stati venduti alla Juve solo perché è l’unica squadra che si fa avanti con i soldi, che devo fare... (ride, nda). Abbiamo fatto un grande affare con Vlahovic, il più importante nei miei cinque anni. E guardi Chiesa: ho letto che è andato al Liverpool per 12 milioni. Noi lo abbiamo venduto per quasi 60... Chi ha fatto l’affare, gli altri o Rocco?

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Loro hanno fatte delle scelte, noi abbiamo ottenuto il massimo guadagno. Io volevo tenere Vlahovic, ma col suo agente era impossibile trovare un accordo. Quando sono arrivato, Chiesa era già stato venduto alla Juve e io l’ho trattenuto. Lui però voleva andare via e gli ho promesso che l’anno successivo sarebbe stato ceduto. Ma alle nostre condizioni". […]