L’EX DIRETTORE SPORTIVO PARATICI INTERCETTATO MENTRE RASSICURA BONUCCI: “LA JUVE E’ QUOTATA IN BORSA, È DELLA FAMIGLIA AGNELLI. VUOI CHE SUCCEDA IL FINIMONDO PER DUE STIPENDI?” - AL DG DEL PISA: “METTO A POSTO TUTTO IO, L’HO GIÀ FATTO CON ATALANTA, GENOA, SASSUOLO” (NELL’INCHIESTA SULLE PLUSVALENZE POTREBBERO ESSERE COINVOLTE ANCHE LE SOCIETÀ CON CUI LA JUVE HA FATTO AFFARI) – IL DS CHERUBINI AMMETTE: “CERTE SERE TORNAVO A CASA E MI VENIVA DA VOMITARE” – LA SBROCCATA DI ALLEGRI: “IL MERCATO DELL’ANNO SCORSO ERA FATTO SOLO DI PLUSVALENZE, ERA UN MERCATO DEL CAZZO”
Estratto da ilnapolista.it
(…) Persino Allegri aveva capito che la campagna acquisti fatta di plusvalenze gonfiate era inutile. A Cherubini dice:
«Devi capire che il mercato dell’anno scorso era fatto solo di plusvalenze, quindi era un mercato del cazzo».
E il manager gli dà ragione: «bravo!».
PARATICI
Paratici sistemava tutte le trattative, lo dice lui stesso al telefono col direttore generale del Pisa nella trattativa per Luca.
Dalle intercettazioni emergono «partnership» con altre società non esattamente trasparenti. Negli atti vengono citate Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli e Udinese, oltre a squadre delle serie inferiori e straniere.
Al telefono con il direttore generale del Pisa, Giovanni Corrado, l’ex capo dell’area tecnica della Juventus, Fabio Paratici, parla del giovane Lucca.
«L’ho sempre fatto, l’ho fatto con Caldara (…) l’operazione devi farmela fare a me! Dammi retta, l’operazione la faccio io anche per il Pisa! Tu devi darmi solo le linee, il resto lo metto a posto io. L’ho fatto per il Genoa tutta la vita, l’ho fatto per l’Atalanta tutta la vita, l’ho fatto per il Sassuolo tutta la vita (…) Quando io ho i parametri dopo sistemo tutto (…)».
Nei giorni scorsi i quotidiani raccontavano che sono in corso delle indagini su un debito fuori bilancio della Juventus verso l’Atalanta. Si tratterebbe di una cifra tra i 6 e i 7 milioni maturati nell’ambito delle acquisizioni e cessioni di Kulusevsky, Romero e Demiral. Vi fa riferimento l’amministratore delegato della Juventus, Arrivabene, in un’intercettazione agli atti dell’inchiesta.
In un’intercettazione Arrivabene ammettere: «Sappiamo cosa gli dobbiamo all’Atalanta».
Nell’inchiesta sulle plusvalenze della Juventus potrebbero essere coinvolti altri club, come Atalanta e Genoa, ovvero società con cui la Juventus ha fatto affari.
Su Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport alcune intercettazioni che riguardano l’ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli e l’amministratore delegato dell’Atalanta, Luca Percassi. Si parla di trattative di mercato. Dalle intercettazioni sembra emergere che alcune operazioni di mercato venivano portate avanti sotto traccia.
Agnelli dice a Percassi:
«Su un numero di elementi che abbiamo, io in questo momento devo stare fermo perché abbiamo Consob, Guardia di Finanza e qualsiasi cosa che ci stan guardando (…) su gli ultimi due anni. Allora io vorrei chiudere questa roba qua e poi tornare a mettere a posto, consapevole di quello che abbiamo, le varie situazioni».
PARATICI RASSICURA BONUCCI
Da ilnapolista.it
Tra le tante intercettazioni che ogni giorno spuntano sui quotidiani ce n’è una che riguarda un dialogo tra Leonardo Bonucci e l’ex direttore sportivo della Juventus, Fabio Paratici. Risale al 2020. La manovra stipendi del club bianconero è in atto. Bonucci parla a Paratici. Gli dice:
«Scusa Fabio, io mi fido di te ma se poi arriva un altro?».
Paratici lo invita alla calma: la Juve è quotata in borsa, appartiene agli Agnelli, che cosa può mai succedere per un paio di stipendi?
«Leo, la Juventus è quotata in Borsa, è della famiglia Agnelli. Vuoi che succeda il finimondo per due stipendi?». La conversazione tra Bonucci e Paratici, scrive La Repubblica, è stata raccontata dallo stesso calciatore Juve agli investigatori durante la sua audizione, il 4 aprile di quest’anno. A Bonucci fu chiesto conto della prima manovra stipendi. La Guardia di Finanza aveva già perquisito gli uffici Juventus alla Continassa, aveva già analizzato i conti in rosso e ascoltato le intercettazioni dei manager bianconeri. Insomma, era già esploso il caso. A gestire la manovra stipendi dal lato dei calciatori era stato l’allora capitano della Juve, Giorgio Chiellini.
Le carte dell’inchiesta, scrive La Repubblica, “raccontano di accordi segreti tenuti nei cassetti di avvocati e notai, con la paura che qualcuno possa scoprirli”. Nelle intercettazioni si sente: «È meglio che non ci fosse quel carteggio. E ancora grazie che Ronaldo non ha fatto dei pizzini pericolosi».
Nelle perquisizioni, i finanzieri hanno trovato diversi foglietti manoscritti, “appunti cifrati per dare a tavolino valori «artefatti» ai calciatori, sostengono gli investigatori, necessari per ripianare «investimenti oltre le previsioni di budget», «mercati pirotecnici» e «arroganti»”.