Valerio Clari per la Gazzetta dello Sport
Finisce 0-0 la super sfida di San Siro tra Inter e Napoli, e la Juventus ringrazia: adesso, al comando della classifica di Serie A c'è la squadra di Allegri con 71 punti, uno in più del Napoli. I nerazzurri di Spalletti, quinti, salgono a 52: il vantaggio sul Milan si riduce da 7 a 5 punti. Gara equilibrata, l'occasione migliore capita ai padroni di casa che colpiscono un palo nel secondo tempo con Skriniar di testa. Il Napoli sciupa poco dopo una buona chance con Insigne.
JUVENTUS-UDINESE
Filippo Conticello per gazzetta.it
Ha un che di londinese il cielo grigio sopra Torino: Paulo Dybala lo osserva prima di incastonare una gemma mancina su punizione. E alza gli occhi anche dopo aver graffiato con un tocco svelto di destro. Di fronte aveva l’Udinese, ma è come se proseguisse sulla stessa onda dalla notte di Wembley: una doppietta che allunga la magia del gol-qualificazione in casa del Tottenham.
La Joya, in condizione strepitosa e impegnato a tutto campo, non sembra uno alla terza partita intera dopo un lungo stop. Per questo la Juventus si consegna a lui e alla ritrovata sintonia con Higuain: sì, è di nuovo nitido il segnale di ricezione in HD. Così, dopo il 2-0 ai deludenti friulani di Oddo, il Napoli (fermato sullo 0-0 a San Siro in serata) è superato e mercoledì contro l’Atalanta c'è la possibilità di portarsi a +4.
LE FORMAZIONI — Troppe le energie spese nel frullatore di Londra, necessario riprendere fiato soprattutto in mezzo: per questo riposano Matuidi e Pjanic ed ecco al loro posto Sturaro e Marchisio, per una mediana più muscolare e meno cerebrale del solito. Contrariamente alle indicazioni della vigilia, Mandzukic, reduce da affaticamento, non parte dall’inizio e il tris creativo davanti è lo stesso anti-Tottenham: Dybala-Higuain-Douglas.
A dirla tutta, la Joya fa più il dieci e, alle spalle del Pipita, si muove sulle punte per cercare la giusta imbucata, mentre il brasiliano si scatena più largo a destra. Con questo scacchiere, quasi un 4-2-3-1, è saggiamente elastica la posizione di Sturaro, abile a mordere Barak in fase difensiva ed esterno d’attacco quando c’è da offendere. Oddo, invece, deve fare scelte obbligate in difesa e nel 3-5-2 schiera come centrali Nuytinck, Angella e Samir. Maxi Lopez, invece, vince il ballottaggio con Perica e si posiziona in attacco insieme a Jankto.
Proprio il ceco, protetto di Nedved, fa ammonire Chiellini a pochi secondi dal via e sulla punizione laterale di Adnan servono le antenne dritte di Szcesny. All’inizio, i friulani sono ordinati e pure propositivi, ma è solo una illusione: col tempo i mancini della Juve iniziano la loro corrispondenza di amorosi sensi. Responsabilità anche di Oddo che non accorcia quanto servirebbe sugli uomini di maggior classe in campo: giusto o sbagliato che sia, il tecnico friulano parte con l’idea di giocarsela.
SENTENZA JOYA — In ogni caso, è una bellezza per gli occhi veder duettare di fino Dybala e Douglas Costa, anche se è il Pipita a prendersi la punizione spacca-partita su anticipo sbagliato di Angella: la Joya, poi, è la solita sentenza col calcio da fermo tagliato che plana sopra la barriera e si accomoda sotto all’incrocio. È poi lo stesso Dybala a procurarsi un calcio di rigore (ancora una volta disattenzione di Angella) e a cederlo al compare di attacco, nonostante indicazione diversa dalla panchina. Ma qui la maledizione prosegue: l’ultima volta, nella stessa porta, Higuain aveva timbrato la traversa con uno strano tiro rabbioso, adesso il Pipita cerca l’angolo e Bizzarri si distende e lo neutralizza. La scelta di far calciare Gonzalo, però, non piace ad Allegri, furibondo prima e dopo il penalty.
ONDA GIUSTA — Nel secondo tempo Higuain si fa subito perdonare con una di quelle giocate che lo rendono uno dei centravanti più completi in circolazione: controllo spalle alla porta, difesa robusta del pallone e cioccolatino per liberare il compagno. Il regalo lo scarta Dybala che trova così la prima doppietta dal nuovo anno: la sensazione del bis gli mancava dall’ultima del 2017 a Verona. In ogni caso, è la connessione argentina a far sussultare lo Stadium: molti dei destini futuri passeranno, infatti, dalla buona vena dei suoi gioielli davanti.
Se in più si aggiungono gli strappi brutali di Douglas Costa, il corredo è completo: dopo uno scatto della zanzara brasiliana, ad esempio, è Matuidi a sfiorare il gol in allungo sul cross del Pipita. Su un altro scatto, Dybala scarica un gran sinistro: se non fosse per il miracolo di Bizzarri, la Joya si porterebbe a casa il pallone. Niente di particolarmente grave per Oddo, che avrà pure smarrito l’incredibile vena degli esordi friulani, ma che ha comunque mezzali di qualità come Barak e Fofana e buoni esterni nel duo Widmer-Adnan. Stavolta hanno sofferto tutti contro avversari di taglia superiore, al punto che quasi mai l’Udinese si è resa pericolosa in zona Szczesny (appena un tiro di Balic nel secondo tempo). Al contrario la Juve surfa che è un piacere: oltre ogni fatica, cavalca da Wembley l’onda giusta, quella che piace a Dybala.