L’INTER E LA “MALEDIZIONE EUROPEA” – L’ULTIMA VOLTA CHE I NERAZZURRI SUPERARONO LA FASE A GIRONI DELLA CHAMPIONS LEAGUE ERA NEL 2012 – INZAGHI VUOLE FAR DIMENTICARE IN FRETTA L’ULTIMA ELIMINAZIONE CON ANTONIO CONTE IN PANCHINA – AL MEAZZA CI SARÀ IL SECONDO ESORDIO DI CARLO ANCELOTTI AL REAL MADRID, CHE PUNTA ANCORA ALLA VITTORIA DELLA FINALE – CARLETTO HA PERSINO SVELATO UN RETROSCENA: "DA BAMBINO TIFAVO INTER E AVEVO ANCHE FATTO UN PROVINO…”
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1 - INTER SCORDIAMOCI IL PASSATO
Guido De Carolis per il "Corriere della Sera"
L'obiettivo è uno, spezzare una maledizione lunga quasi dieci anni. L'approdo agli ottavi di finale di Champions sfugge da febbraio 2012, un'eternità. L'Inter riparte da dove aveva lasciato e fallito l'anno passato, quando si piazzò in fondo al girone e fu buttata fuori dall'Europa: fare peggio è impossibile. Il gruppo è lo stesso di una stagione fa, a parte il Borussia Monchengladbach sostituito dagli esordienti dello Sheriff Tiraspol.
Le ultime tre clamorose eliminazioni sono ferite aperte e bruciano. Mentre i nerazzurri l'anno scorso uscivano dalla Champions, Simone Inzaghi portava la Lazio fino agli ottavi senza perdere una partita. Il Real Madrid non è cambiato granché da un anno fa, allora vinse entrambi i confronti con l'Inter. Salutato Zidane è tornato Ancelotti, a detta di Inzaghi «un grandissimo allenatore, uno dei più vincenti».
Il tecnico nerazzurro però prova a rincuorare e infondere fiducia a un ambiente scottato da tante delusioni europee. «Quello che è stato è il passato. Abbiamo una grandissima opportunità di scrivere una bella pagina per il presente. Vogliamo sovvertire il dato, non solo dell'anno scorso, ma degli ultimi dieci anni in Europa. Contro il Real giocheremo con il coltello fra i denti, possiamo arrivare agli ottavi».
Inzaghi avrà un alleato in più, San Siro tutto esaurito nei suoi 37.908 posti disponibili. E se per il capitano Handanovic, criticato per gli errori con Verona e Samp, «questa Inter, rispetto alle precedenti, è più esperta, consapevole e determinata», per Inzaghi è importante partire bene per non compromettere il girone. Il recupero di Bastoni dà sostanza alla difesa, davanti starà ancora a Dzeko e a Lautaro.
L'argentino in Champions ha già mostrato di saper far male, il centravanti bosniaco è un veterano delle coppe. Del turover se ne riparlerà in altre occasioni, la formazione dovrebbe essere una fotocopia di quella di domenica contro la Samp, con l'eccezione di Bastoni e di un ballottaggio tra Dumfries e Darmian con quest' ultimo in vantaggio.
«Il Real palleggia molto bene, sa giocare negli spazi stretti, ma può prenderti anche in profondità. Dovremo essere bravi anche nella fase di possesso, per farli correre tanto», il piano di battaglia approntato da Inzaghi per tentare di uscire indenne dal confronto contro la corazzata spagnola, che ha vinto 12 delle ultime 13 partite giocate contro le italiane.
Per l'occasione si è scomodato dalla Cina anche il presidente Steven Zhang, che in un discorso in videoconferenza a squadra e dirigenza, ha ribadito «la volontà e l'impegno di mantenere l'Inter competitiva e l'obiettivo di continuare a vincere». Ha chiesto «di giocare con coraggio e liberi da pressioni».
Servirà attenzione per non ripetere le brutte figure delle passate edizioni e centrare la qualificazione agli ottavi che garantisce un premio di 10 milioni. La maledizione si può spezzare, dopo dieci anni di delusioni è ora di archiviare il passato e scrivere una nuova storia.
2 - LA MISSIONE PIU' DURA DI ANCELOTTI: TORNARE CARLO IL GRANDE
Alessandro Bocci per il "Corriere della Sera"
Carlo Ancelotti è un pirata e un signore, come cantava Julio Iglesias alla fine degli anni Settanta. Da allenatore ha collezionato venti titoli in giro per l'Europa, ha ammaliato Silvio Berlusconi nei lunghi e felici anni milanisti, ha vinto lo scudetto in quattro dei cinque campionati europei più importanti ad eccezione della Spagna, ha regalato al Real Madrid l'agognata «decima» Champions League.
Ma il calcio brucia tutto e molto in fretta così Carletto sa che il secondo regno spagnolo è infido e pericoloso e al tempo stesso l'ultima occasione per tornare a brillare di luce propria. Le ultime esperienze non sono state indimenticabili, dagli esoneri traumatici con Bayern Monaco e Napoli sino alla poco entusiasmante esperienza all'Everton.
Ma Ancelotti è convinto di non aver perso il tocco magico. Anche per questo ha accettato di tornare alle dipendenze di Florentino Perez. Sembra un matrimonio di convenienza, in cui nessuno dei due si aspetta niente dall'altro. Il presidente madridista, dopo Zidane, ha colto l'occasione di riprendere uno dei più grandi. Carlo sa che il suo lunatico datore di lavoro può voltargli le spalle alla prima sconfitta e che la squadra, penalizzata dai debiti societari, non è all'altezza delle migliori.
Eppure tornando a Milano, nel suo stadio, ha gonfiato il petto come un vero madridista: «La Champions è speciale per me e per il Madrid e proveremo a vincerla». È da partite come quella di stasera a San Siro che un allenatore si gioca il destino. Ancelotti affronta l'Inter senza dimenticare che «da bambino tifavo per loro e ho anche fatto un provino». Ma il passato non cancellerà l'urgenza di cominciare bene.
«Noi siamo qui per vincere anche se non sarà facile. L'Inter ha perso giocatori importanti ma ne ha comprati di altrettanto forti e il nuovo allenatore porta stimoli e voglia di migliorarsi». Il Real senza più Sergio Ramos e Varane deve sistemare la difesa, ma intanto Ancelotti si consola con l'attacco. In attesa di Mbappé, Benzema e Vinicius Junior sono l'assicurazione contro la paura.
Il francese, 5 gol e 4 assist, mai è partito così forte e il suo giovane collega, con 4 reti, sta dimostrando una insospettata freddezza sotto porta. Con due attaccanti così il Madrid può solo giocare per vincere.