E SE FOSSE STATO INZAGHI L'UOMO GIUSTO SU CUI PUNTARE? DOPO LA SECONDA SCONFITTA IN 15 GIORNI CONTRO LA LAZIO ALLA JUVE VIENE UN DUBBIO - LA 'SIGNORA', INFATTI, AVEVA PENSATO A INZAGHINO PER IL DOPO ALLEGRI – CR7 INFURIATO: NON PERDEVA UNA FINALE DA SUPERCOPPA DI SPAGNA DEL 2014 E AVEVA INANELLATO 12 VITTORIE DA ALLORA – LA MALEDIZIONE DI HIGUAIN: PERDE UN’ALTRA FINALE…
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Ronaldo infuriato. Come riportato da Tuttosport, l’hanno presa malissimo i giocatori che meno di tutti si aspettavano la sconfitta.
È una Juventus delusa e arrabbiata quella si disperde per le vacanze di Natale. Cristiano Ronaldo non perdeva una finale da quella della Supercoppa di Spagna del 2014 e aveva inanellato dodici vittorie da allora. Si sfila la medaglia d’argento. contrae la mascella mentre assiste alla premiazione della Lazio, sputa fuoco da ogni sguardo mentre guadagna lo spogliatoio. Zero voglia di parlare, molta di spaccare il mondo.
Il calciatore è poco abituato a questo. La metabolizzerà con la calma e il riposo. Per poi rituffarsi nella seconda parte della stagione dal 30 dicembre, quando è prevista la ripresa degli allenamenti della Juventus. La rabbia può fargli bene e fa parte del rapporto d’amore con il suo mestiere.
INZAGHI PENSA IN GRANDE
Paolo Tomaselli per il "Corriere della Sera"
Finisce con il volo sicuramente più inaspettato, almeno dal pubblico arabo che intona «Cristiano, Cristiano» a più riprese: non è quello di Ronaldo, ma quello dell' aquila laziale, con tanto di inno ufficiale sparato a palla nel piccolo King Saud University Stadium. Ed effettivamente quella di Simone Inzaghi è una squadra rapace, che dopo otto successi di fila in campionato va a prendersi la Supercoppa così come si era presa i tre punti con la Juve a Roma due settimane fa.
Stesso risultato, ma emozioni molto diverse. Perché questo trofeo, già sottratto a Madama nell' agosto 2017, per la Lazio è un' altra cosa, anche rispetto all' ultima Coppa Italia vinta contro l' Atalanta.
Questo è il biglietto d' ingresso ufficiale per la lotta scudetto. «Continuando così i sogni si trasformano in realtà» dice il presidente Lotito. E anche Simone Inzaghi (tre trofei da allenatore e sette da giocatore in carriera) adesso ha voglia di pensare in grande: «Al di là del sogno tricolore dobbiamo lavorare per goderci serate come queste: ce ne sono state diverse in tre anni e mezzo ed è il frutto di questi ragazzi, che continuano a crederci.
Abbiamo fatto qualcosa di magico, in due settimane battere due volte la Juve è incredibile. Stasera è una vittoria meritata di un gruppo forte che ha sempre creduto in quello che facevamo, si meritano tutto questo. Una dedica?Penso a tutte le persone che sono sempre state con me, mia moglie i miei figli. In questi anni non ho mai avuto particolari problemi, ma in determinati momenti in cui le cose non andavano so chi c' è stato e chi non c' è stato».
Di sicuro c' è stata la Juve, che ha cominciato a tenere d' occhio Inzaghi già nel 2017, quando da tecnico emergente ne aveva scalfito il dominio con due vittorie, una anche allo Stadium con doppietta di Immobile. E la Signora aveva pensato a Inzaghi junior anche per il dopo Allegri. Le presentazioni non servono, perché Simoncino è cresciuto nel Piacentino dietro al fratello Filippo, coetaneo, amico e compagno di calcio di Fabio Paratici, direttore dell' area sportiva juventina.
Ma anche gli omaggi non sono graditi, vatti a fidare degli amici: «Ero fiducioso anche alla vigilia - spiega l' allenatore della Lazio -. La Juve l' ho vista meglio all' Olimpico, ma ha perso una grande squadra. Non so se ci sono crepe nel suo dominio, punti deboli ne hanno davvero pochi. Il nostro segreto è stata la lucidità delle scelte, al momento giusto e con gli uomini giusti: Luis Alberto stava giocando benissimo ma l' ho tolto perché temevo per lui un' altra ammonizione.
Se guardo la rosa bianconera e i giocatori che sono entrati dalla panchina, sono ancora più orgoglioso dell' impresa che abbiamo fatto: questo gruppo da tre anni e mezzo mi fa emozionare». Idee chiare, squadra collaudata, qualità in crescita esponenziale. Il dubbio dopo le uniche due sconfitte juventine della stagione è prematuro, ma lecito: e se fosse stato Inzaghi l' uomo giusto su cui puntare?