SI CHIAMA RICCARDO ACCETTA MA, NONOSTANTE IL COGNOME, HA SALVATO LA VITA A BEBE VIO – PARLA IL MEDICO CHE HA OPERATO LA CAMPIONESSA PARALIMPICA AD APRILE – “SE NON FOSSIMO INTERVENUTI SUBITO L’INFEZIONE NON CURATA AVREBBE PORTATO ALLA SETTICEMIA, E QUINDI ANCHE ALLA MORTE” – BEBE VIO GLI HA DEDICATO L’ORO, LUI RACCONTA: "NON MOLLA MAI. AVREBBE PERSO IL BRACCIO PIUTTOSTO CHE LASCIARE LA GARA. LA SUA NON E’ UNA DIMOSTRAZIONE DI FORZA MA DI VITA”

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Estratto dell'articolo di Viola Giannoli per repubblica.it

 

riccardo accetta

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Professore, anche lei ha vinto un oro: Bebe Vio le ha dedicato la medaglia.

"Devo dire che mi ha fatto molto effetto (ride prima di tornare serio). Ma quello di Bebe non è un ringraziamento a una persona sola, ma a tutta la medicina, al senso del mio lavoro, all'aiutare gli altri quando possibile, al com-patire, soffrire insieme ai pazienti. È quel che facciamo sempre ma a volte succede che si curi una persona speciale che ci restituisce la voglia di lavorare, ancora più in un periodo duro come quello che abbiamo vissuto tra odio, scetticismo, aggressioni alla scienza. Le persone come Bebe rimettono al centro i valori veri, il senso della ricerca e il lavoro ospedaliero".

 

 

bebe vio oro a tokyo 2020

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È vero che le ha salvato la vita?

"Se non fossimo intervenuti subito l'infezione non curata avrebbe portato alla setticemia, e quindi anche alla morte". 

 

Cosa era accaduto?

"Bebe ha avuto una sublussazione traumatica del gomito in allenamento e il gomito è proprio dove lei ha l'invaso del fioretto. Hanno provato a trattarla con l'antibiotico ma non è bastato perché l'infezione ha colpito l'articolazione". 

Ha rischiato di non poter più tirare di sciabola e fioretto?

"Se l'infezione fosse andata avanti avrebbe distrutto l'articolazione. Per Bebe avrebbe significato una nuova amputazione dell'arto sinistro e la fine di ogni attività sportiva. Per questo quando l'ho vista ho detto: interveniamo subito". 

 

bebe vio oro a tokyo 2020

Lei aveva paura dell'intervento?

"All'inizio non voleva fermarsi, aveva gli allenamenti e un'Olimpiade da affrontare. La famiglia è stata decisiva". 

 

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E Bebe come è come paziente?

"Incredibile, solare, vivace, pazzesca. Ha una forza di volontà e una voglia di vivere che esprime ovunque: nelle gare, in un letto di ospedale, nella forza di aiutare bambini e ragazzi che si trovano nella stessa situazione. Ne ho conosciuti tanti che mi ha mandato lei e che da lei imparano a credere nel futuro".

 

Quanto è rimasta in ospedale?

"Una ventina di giorni. E poi in 119, dalle dimissioni, si è presa l'oro. Già durante la degenza abbiamo iniziato a farle muovere il gomito per recuperare i primi movimenti e valutare le ferite: abbiamo cercato di fare delle cicatrici che non le dessero fastidio con il fioretto anche se qualche dolore deve averlo provato in gara, tanto che negli ultimi assalti si è dovuta far medicare". 

 

Un recupero straordinario.

"Eccezionale. Lei è così piccola, minuta, giovanissima, nemmeno una montagna di uomo ce l'avrebbe fatta. Ma lì è tutta questione di testa, di voglia, e lei ne ha un serbatoio inesauribile".

 

 

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Si aspettava che avrebbe vinto l'oro?

"Ci speravo. Ma è andata oltre ogni speranza. Non molla mai: avrebbe perso il braccio piuttosto che lasciare la gara. Alla fine, anche se faccio ancora 7-800 interventi anche molto delicati l'anno, il più preoccupato ero io". 

 

ARTICOLO INTEGRALE:

https://www.repubblica.it/cronaca/2021/08/29/news/bebe_vio_il_coraggio_e_le_forza_anche_in_ospedale_dal_mio_intervento_a_tokyo_in_soli_4_mesi_-315800760/amp/

 

bebe vio oro a tokyo 2020
bebe vio oro a tokyo 2020
bebe vio oro a tokyo 2020 4
bebe vio oro a tokyo 2020