SPADAFORA NON E’ RIUSCITO A METTERLO “FORA”: MALAGO’ RESTA A CAPO DI CONI E OLIMPIADI 2026 – SALTA IL TAGLIO DEI MANDATI (DA TRE A DUE), “MEGALO’” SI POTRA’ RICANDIDARE. A DIFENDERLO PD E RENZIANI – E I PRESIDENTI DELLE FEDERAZIONI, ALCUNI IN CARICA DA DECENNI, RIUSCIRANNO A SALVARE LA POLTRONA? PER FARSI RIELEGGERE PENSANO DI CONVOCARE LE RIELEZIONI PRIMA CHE LA RIFORMA ENTRI IN VIGORE…
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Dagonota
Malagò resta a capo di Coni e delle Olimpiadi 2026. Spadafora nel suo progetto di riforma voleva abbassare il limite di mandati al Coni per renderlo incandidabile ma dopo le riunioni di maggioranza il tetto, che nella bozza della riforma era fissato a due, è tornato a tre. Come si legge oggi sul "Fatto", salta anche l’incompatibilità con gli incarichi negli enti privati in controllo pubblico, come la Fondazione Milano-Cortina, di cui è presidente. A difendere “Megalò” il Pd e Italia Viva…
CONI E FEDERAZIONI
Estratto dell’articolo di Fulvio Bianchi per repubblica.it
Martedì prossimo si dovrebbe aprire una "finestra", l'ultima, per tantissimi presidenti di Federazione che hanno fatto la storia dello sport italiano: il ministro Vincenzo Spadafora, modificando la bozza del testo unico di riforma dello sport, dovrebbe consentire loro di candidarsi ancora volta, anche se hanno superato il limite dei tre mandati. I 5 Stelle avrebbero voluto chiuderla qui, tre mandati e tutti a casa (avrebbe riguardato migliaia di dirigenti sportivi azzerando il territorio).
Le pressioni di alleati di governo come Iv e Pd stanno convincendo il ministro che non è questo il momento giusto di farlo, che va concessa l'ultima finestra come decise l'ex ministro Luca Lotti (e non era una norma ad personam per Malagò, come tuonò qualcuno, ma avrebbe riguardato anche tanti presidenti di Federazione).
(…) Il ministro domani, lunedì, riceve la delegazione di Italia viva (Nobili e Sbrollini), martedì summit coi partiti di maggioranza poi vorrebbe portare il testo definitivo in consiglio dei ministri il 5 agosto. E chiudere lì la partita.
Ma è saggio, in questo momento così delicato, eliminare presidenti che hanno già fissato le assemblee (molte le elezioni in settembre), stanno preparando le Olimpiadi e i grandi eventi dei prossimi anni? Qualche esempio, per capire: Franco Chimenti è riuscito nell'impresa di portare in Italia la Ryder Cup di golf (chi l'avrebbe mai detto?) e a quello sta lavorando. Sabatino Aracu è presidente internazionale di una discipina, lo skating, che debutta ai Giochi di Tokyo: è questo il momento per farlo fuori? Angelo Binaghi sta lavorando in piena sintonia con la sindaca di Torino, Chiara Appendino, all'organizzazione degli Atp Finals di tennis. E poi ci sono Federazioni che non sono ancora pronte al ricambio, forse è giusto tenere per ora l'usato sicuro. Spadafora, che è uomo di buon senso e ama lo sport anche se qualcuno pensa il contrario, ci sta pensando.
E' pronto a fare alcune delle modifiche richieste non solo dal mondo dello sport ma anche dai partiti di maggioranza. Nella riunione che tutti i presidenti federali hanno avuto la settimana corsa con il Coni, è stato dato mandato, all'unanimità, a Giovanni Malagò di tenere i contatti col ministro e rappresentare le istanze del mondo dello sport: e questo è significativo, è il ritorno alla casa madre dopo che qualcuno si era allontanato. Malagò avrebbe la possibilità di candidarsi per la terza volta al Coni visto che nella bozza è consentito ai membri Cio. Ma ha detto ai presidenti che non vuole privilegi, è con loro ed è pronto anche a dimettersi nel caso dovessero andare tutti a casa: e questo è stato apprezzato anche dai nemici. Aracu ha minacciato lo sciopero, Matteoli ha usato toni duri (cosa poco gradita a livello politico).