SPALLETTI, MA COME CALCIO TI VESTI? - L'EX ALLENATORE DEL NAPOLI È UNO DEI TECNICI PIÙ "FASHION" E SE IN CAMPO INDOSSA LA TUTA DELLA SQUADRA CHE ALLENA, FUORI SI FA NOTARE PER DEGLI "OUTFIT" ECCENTRICI - TRA JEANS ATTILLATISSIMI, MAGLIONCINI A GIROCOLLO, CAMICIE FLOREALI E L'IMMANCABILE BERRETTO A CUFFIA, I LOOK DI LUCIO NON SONO MAI BANALI, ANCHE SE A VOLTE ESAGERA: DELLA SERIE VESTITI FORTI, DESTINI FORTI!
-Estratto dell'articolo di Francesco Gerardi per www.rivistaundici.it
C’è una ragione se le leghe sportive professionistiche di tutto il mondo hanno dei dress code, e una di quelle ragioni sono gli uomini come Luciano Spalletti. L’ex allenatore del Napoli è uno di quegli uomini i cui outfit possono essere “elencati”, per così dire, ma non descritti. Indossa questo e quello ma non si veste così, per capirci. […] Non esiste una tendenza, al quale Spalletti aderisca. Se esistesse, si chiamerebbe Spalletticore, perché lui ne sarebbe il fondatore e il promulgatore, lo stilista e il modello. […]Vestiti forti per uomini forti, si potrebbe dire. […]
[…] Jeans ultraskinny, altrettanto attilatissimi maglioni scuri per l’inverno, vaporose camicie con fantasie tra il floreale e lo psichedelico per l’estate, giacche a clessidra possibilmente a quadrettoni, cappotti a tre quarti che paiono ricamati a mano dalla stessa persona che ha ricamato quei guanti di Bernie Sanders, T-shirt a girocollo che pur di evidenziare i pettorali ancora guizzanti sono ben disposti a esporre il ventre ormai cresciuto, lunghissime fila di adidas Copa Mundial – le scarpe da calcio con si è fatto vedere spesso in panchina negli anni napoletani – realizzate con ogni colore, tessuto, decorazione.
E poi, ovviamente, una sezione intera della cabina, forse una vera e proprio sottocabina, dedicata all’immancabile slouchy beanie. È quel berretto che, a seconda delle dimensioni, casca un poco sul retro della testa o addirittura sulla nuca, che capita di vedere come decorazione sulle teste di tech mogul californiani (Jack Dorsey, ex Ceo di Twitter, era un fan) o di motociclisti à la Hell’s Angels (chi ha visto la serie Sons of Anarchy se li ricorderà come uno dei tratti stilistici di Opie). […]
Attenzione: c’è una differenza enorme tra stranezza ed eccentricità. La prima è una condizione, la seconda una scelta. Spalletti è un eccentrico, cioè un’eccezione, cioè una persona che ha scelto consapevolmente di separarsi da quello e quelli che gli stanno attorno per rivendicare un individualismo – e alla fine non è forse questa la ragione per la quale con il Napoli, cioè con De Laurentis, è finita come è finita – che non fa più parte delle cose del calcio.
È un glitch, Spalletti, in un software che ormai ha quasi raggiunto la perfezione, una macchina nella cui componentistica certe parti non sono più contemplate. Spalletti è eccezionale quando allena, ovviamente. E anche quando parla. E pure quando si veste[…]Forse Spalletti è punk, nel senso inesatto in cui usiamo questa parola dal ’77 in poi: fa quello che vuole, con l’unico scopo del divertimento suo e del prossimo, della rappresentazione sua e di quelli come lui.
[…] L’eccezionalità deve essere tale in ogni aspetto e in ogni momento, e Spalletti era l’uomo indispensabile a completare l’impresa eccezionale che il Napoli provava a compiere da anni. Non ci poteva riuscire Benítez, con lo stile impiegatizio e sudaticcio dei suoi completi quasi eleganti, né Sarri con i modi spicci dell’uomo che preferisce sempre e comunque la comodità della tuta. Certo la tuta l’ha portata per tutto il suo tempo in campo col Napoli anche Spalletti, è vero. L’uomo, d’altronde, è astuto e quando vuole sa come farsi amare ed era perfettamente consapevole che al Sarrismo qualche concessione, anche se solo accessoria, andava fatta.
Ma, fuori dal campo, Spalletti ha dimostrato perché questo scudetto alla fine lo ha vinto lui e non quegli altri: perché un eccentrico era quel che ci voleva, ci voleva uno dentro il campo non temesse di fare l’equivalente di indossare jeans ultraskinny fuori dal campo. E d’altronde il Napoli è la squadra che ha prodotto alcuni dei più surreali esempi di fashion design calcistico di sempre.
[…] mi chiedo cosa farà Spalletti questa estate. Si annoierà, forse. Si godrà il riposo, probabilmente. Userà il premio scudetto per aggiungere e rinnovare gli outfit, anche. Io me lo immagino in un pomeriggio d’estate, seduto in un bel luogo, a sorseggiare un buon drink, i posti e le cose che gli uomini di successo fanno d’estate. Me lo immagino che a un certo punto prende in mano il telefono, apre TikTok – dovrà pure ammazzare il tempo in qualche modo – e scopre quel trend che fa “You finally stopped wearing skinny jeans”. Me lo immagino indignato che apre il suo profilo e prepara i contenuti adatti a rispondere questo affronto, più che estetico, personale. Mi immagino così l’inizio ufficiale dello Spalletti-core.