SPROFONDO ROSSA – IN UNGHERIA TRIONFA HAMILTON. FERRARI DOPPIATA. LA MACCHINA E’ DISASTROSA, BINOTTO (IN DISCUSSIONE): “SITUAZIONE PEGGIORE DEL PREVISTO” – TERRUZZI: "DISPIACE DIRLO MA QUESTO SARÀ UN ANNO PIÙ NERO CHE ROSSO. IL FATTO È CHE LA MATERIA PRIMA A DISPOSIZIONE È QUELLA CHE È: SCARSA. I MALANNI DELLA FERRARI SEMBRANO INGUARIBILI SUL BREVE..."

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Giorgio Terruzzi per il Corriere della Sera

 

ferrari

La notizia migliore è un sesto posto di Vettel. Troppo poco per un bilancio Ferrari modestissimo dopo le prime tre gare. In aggiunta, entrambe le macchine doppiate in Ungheria da una Mercedes imbarazzante per perfezione tecnica, con Leclerc fuori dai punti.

 

Un risultato che rende ancora più cupo il rosso perché segnala qualche imbarazzo inatteso per Charles, mai a proprio agio in qualifica, battuto da un compagno che dovrebbe mettere dietro. Forse a Leclerc manca ancora esperienza per scovare su ogni pista l' assetto perfetto, cosa che ha contribuito a sbagliare la scelta delle gomme non appena si è asciugato l' asfalto di Budapest.

 

vettel leclerc

Gomme morbide, inadatte ad attaccare, montate in ritardo rispetto a chi - team Haas - ha scelto il rischio, mostrando se non altro un coraggio ammirevole. Leclerc era reduce dal patatrac austriaco, è stato prudente alla prima curva con Vettel a tiro, non ha mai trovato un ritmo accettabile anche se ha mostrato la solita stoffa sotto gli attacchi di Albon prima, di Sainz dopo, messi in imbarazzo dalle «parate» del ragazzo Ferrari. Il che vale come rammarico ulteriore: un rendimento tra il lusco e il brusco non ancora rassicurante per una squadra e una tifoseria che da lui si aspettano miracoli.

 

Il fatto è che la m ateria prima a disposizione è quella che è: scarsa. Al momento e per un po', visto che i malanni della SF1000 sembrano inguaribili sul breve. Mattia Binotto ha sempre difeso i suoi uomini. Gli spetta e gli fa onore, ma forse è il caso di intervenire su un gruppo di tecnici iperprotetto ma in difficoltà nel momento di cambiare rotta e passo a fronte di dati deficitari.

wolff binotto

 

In F.1 non sono mai serviti i ribaltoni, non hanno senso le ghigliottine perché i nodi risiedono in una tecnologia complessa, sofisticatissima, non nella politica, nei modi o nei toni. Serve tempo, lucidità e competenza per alzare una qualità che manca e che, purtroppo mancherà.

 

Dispiace dirlo ma questo sarà un anno più nero che rosso. Da digerire solo pensando che ogni tecnico, ogni progettista, abbia idee felici e senso di responsabilità per correggere gli errori.

 

 

FERRARI DOPPIATA

Daniele Sparisci per il Corriere della Sera

 

hamilton

Dopo settimane a capire, studiare i dati, la Ferrari ha una certezza. Ha costruito una macchina improponibile. I progressi in qualifica avevano illuso, la realtà è tornata in tutta la sua amarezza dopo 70 giri a Budapest. Dal doppio ritiro austriaco al doppio doppiaggio subìto in Ungheria, Sebastian Vettel sesto, molto meglio di Charles Leclerc fuori dalla zona punti.

 

E molto più furbo del compagno a capire che le gomme meno veloci avrebbero funzionato di più sulla pista che si stava asciugando. Il migliore è stato un pilota in uscita. A Maranello sono attesi interventi anche sul fronte umano oltre che su quello tecnico, Mattia Binotto dice che è arrivato «il momento di riflettere anche sull' organizzazione del team».

verstappen

 

Sapendo che a essere in discussione è anche lui.

 

Lewis Hamilton avrebbe potuto anche prendersi una pausa, visitare il Ponte delle Catene sul Danubio, tornare e vincere. Di lacci questa Mercedes non ne ha, tale è la superiorità che il sei volte iridato ha fatto un pit-stop più degli altri per montare le gomme fresche e acchiappare anche il punticino del giro veloce. I record di Schumacher sono a un passo: 86esimo successo, è a -5, e lo ha eguagliato trionfando per 8 volte sullo stesso circuito (il tedesco lo aveva fatto a Magny-Cours).

 

Poi viene da chiedersi perché dare 50 milioni di dollari l' anno a Lewis quando il figlio di papà, Lance Stroll, con la fotocopia della Mercedes 2019 arriva quarto dietro a un inguardabile Valtteri Bottas. Magari la risposta la darà l' indagine della Fia, ieri la Renault ha fatto un reclamo fotocopia di quello austriaco perché le due macchine rosa si sono ripresentate con le stesse parti incriminate, le prese d' aria dei freni.

 

vettel leclerc

L' unico sussulto il Gp lo ha vissuto prima di iniziare, quando incredibilmente Max Verstappen sull' asfalto umido è andato a muro nel giro di riscaldamento danneggiando la sospensione. In venti minuti sulla griglia di partenza i meccanici gliela hanno riparata, l' olandese si è fatto perdonare con un secondo posto coraggioso. Dedicato a loro.

 

Il resto della corsa è stato inconsistente, come questa Ferrari 2020 che ricorda tanto quella del 2014. La prima stagione della F1 ibrida, quella delle epurazioni a Maranello, dei tre team principal, delle zero vittorie.

 

binotto

Lo dicono i numeri: la Rossa è la quinta forza del Mondiale, l' anno scorso a Budapest aveva rimediato più di un minuto dalle Mercedes adesso ancora di più. Il problema non è solo nel' essere stati doppiati (l' Hungaroring è un tracciato corto e da Vettel in giù lo sono stati tutti) ma nel non riuscire a trovare una medicina da pronto intervento. «Finire con giro di ritardo brucia tantissimo - commenta Binotto -. Abbiamo due settimane davanti (prima delle doppietta di Silverstone ndr ) per migliorare la macchina.

 

BINOTTO

Servirà un' analisi chiara da parte di ciascuno e il coraggio di cambiare rotta, se necessario: la dinamica attuale non è accettabile. Non ci sono altre ricette per rimediare». Il guaio è che la cura richiederà tempo: «Non è un qualcosa che si risolve in qualche settimana, la strada è lunga e ci vuole pazienza».

 

Il team principal lo aveva detto che sarebbe stato un avvio difficile, ma non pensava così: «Nei test avevamo capito che la macchina era lenta, ma questa situazione è peggio del previsto». Hanno sbagliato computer e cervelli, tocca a lui rimettere ordine nel caos che regna a Maranello.Sempre che gli attuali vertici non decidano di replicare il 2014.

 

LOUIS CAREY CAMILLERI
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