Monica Scozzafava per il “Corriere della Sera”
C' è il campo e c' è il timore fondato di una battaglia legale; c' è il Milan dietro l' angolo ma anche una scadenza che pesa come un macigno sui giocatori del Napoli protagonisti, il 5 novembre scorso, di una rivolta storica.
Lunedì sarà il termine ultimo perché gli ammutinati della notte contro il Salisburgo ricevano la raccomandata, l' avviso della multa per aver rifiutato il ritiro imposto dal club. Arriverà, senza alcuno sconto. Aurelio De Laurentiis ha deciso per la linea dura: ai calciatori verranno contestate più infrazioni e, rispetto alle singole responsabilità, le sanzioni varieranno dal 25 al 50 per cento sullo stipendio lordo mensile.
Una stangata che evidentemente colpirà non soltanto le tasche ma rischia di incidere sul morale e sull' umore di una squadra chiamata a raddrizzare una stagione finora molto al di sotto delle aspettative. Ma per la società sarà probabilmente questo il punto da cui ripartire, azzerando divisioni e polemiche.
Prendendo ciascuno coscienza delle proprie responsabilità. Le sanzioni seguiranno un criterio di gradualità, in base alle disposizioni dell' articolo 11 dell' accordo collettivo: più pesanti per i calciatori individuati come protagonisti della sommossa e colpevoli, per il club, di un numero maggiore di infrazioni.
Nel ventre dello stadio San Paolo accadde ciò che nella storia del calcio professionistico non si era mai verificato. L' inosservanza, il rifiuto del ritiro, ma anche diverbi accesi nello spogliatoio, atteggiamenti irriverenti e inopportuni sui quali il presidente De Laurentiis non ha mai inteso soprassedere. E allora, da Los Angeles (il presidente rientrerà proprio lunedì) ha coordinato le mosse legali con i suoi avvocati.
La stangata non arriva inaspettata: i giocatori pure hanno consultato i rispettivi avvocati e la vicenda seguirà il suo iter davanti al collegio arbitrale, ciascuno potrà evidentemente opporsi entro quindici giorni dal momento in cui riceverà la raccomandata.
La squadra nei giorni successivi la rivolta, obbligata peraltro al silenzio stampa, ha provato a rimediare, con segnali di scuse e anche di pace, intuendo evidentemente la gravità di quanto successo il 5 novembre al San Paolo.
De Laurentiis è stato però irremovibile, soprattutto rispetto al danno di immagine ricevuto. Accetterà le scuse ma ha scelto di dare un segnale duro.
Domani sera c' è il Milan e sarà un' altra battaglia. Ancelotti ha provato a recuperare serenità, cercando di ricompattare la squadra in vista di un impegno sul campo delicatissimo.
Il Napoli è settimo in classifica e deve recuperare terreno, non c' è distrazione che tenga.
Prima c' è San Siro, poi verranno le sanzioni. E non è soltanto un ordine temporale, piuttosto la priorità di un allenatore che vuole andare oltre la crisi di risultati, ha bisogno di invertire la rotta. E soprattutto la necessità di ritrovare la qualità del suo gruppo.