STUPRI CHE NON LO ERANO – SONO STATI ASSOLTI “PERCHE’ IL FATTO NON SUSSISTE” I CALCIATORI ACCUSATI DI VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO DOPO UNA FESTA IN UNA VILLA DI BELLUNO: LA RAGAZZA SI E’ INVENTATA TUTTO! - I SELFIE AL PRONTO SOCCORSO, LA T-SHIRT PULITA SENZA TRACCE BIOLOGICHE E QUELLA SERIE DI LIVIDI “RITARDATI” NON NOTATI DAI SANITARI AL PRIMO ACCESSO IN OSPEDALE, MA A DISTANZA DI 16 ORE DAI PRESUNTI ABUSI…
Erica Di Blasi per il Messaggero - Estratti
Si sarebbe inventata lo stupro per paura di quello che avrebbero potuto pensare di lei.
E, a provarlo, ci sarebbero una serie di comportamenti che poco si sposerebbero con quelli di una ragazza appena violentata, non ultimo il fatto che avrebbe scattato dei selfie al pronto soccorso. E alla fine il tribunale ha assolto i tre calciatori finiti sotto accusa.
«Ora posso tornare in Italia, a giocare ma soprattutto a vivere».
Santiago Visentin, difensore argentino di livello, classe 99, arrivato dalla Virtus Verona in D fino alla serie B con il Cittadella, il 30 gennaio 2023 era già stato condannato in primo grado a Verona a sei anni di reclusione per lo stupro di gruppo a una studentessa, che stando alle accuse, avrebbe commesso con altri quattro ex compagni di squadra della Virtus Verona dopo una partita. Una sentenza pesante per cui ha presentato appello e a cui poteva aggiungersi anche questa che ha un'accusa ancora più pesante.
Visentin era finito sotto accusa con altri due calciatori bellunesi, Federico De Min di 26 anni (terzino sinistro dell'Uc Borgo Valbelluna) e Matteo Verdicchio di 25 (che giocava come centrocampista nell'Asd Nogarè). La pm Roberta Gallego del Tribunale di Belluno aveva chiesto otto anni di reclusione ciascuno. L'accusa era la stessa per tutti: violenza sessuale di gruppo. I tre sportivi avrebbero approfittato di una ragazza il 15 agosto del 2020 durante una festa in villa nella frazione bellunese di Visome. L'assoluzione è arrivata ieri «perché il fatto non sussiste». Per le motivazioni bisognerà attendere ancora novanta giorni.
La denuncia era stata presentata dalla ragazza, che assistita con l'avvocata Cristiana Riccitiello, chiedeva un risarcimento pari a 150mila euro. I fatti risalivano al Ferragosto 2020: durante una festa in una villa, con la classica grigliata, la giovane avrebbe vissuto un film di violenza e paura.
«Stai zitta, bastarda», una delle frasi che le avrebbero rivolto. La ragazza, stando al suo racconto, sarebbe stata raggiunta dai tre imputati mentre si era stesa in camera da sola per un malessere, e lì si sarebbe consumata la presunta violenza di gruppo. In precedenza pare avesse già avuto approcci intimi consenzienti con due dei calciatori sotto accusa: quel pomeriggio però, sostiene sempre lei, l'avrebbero «obbligata» contro la sua volontà. «Mi sono arresa solo quando ho capito che non sarei riuscita a fermarli», ha detto in aula, mentre la pm ha aggiunto che «nel momento in cui il rapporto è continuato, gli imputati si sarebbero dati il cambio».
La difesa ha invece sempre parlato di rapporti consenzienti.
«Si è inventata tutto». (...) pare che la vittima si fosse scattata dei selfie al pronto soccorso, la sua t-shirt che sarebbe stata intonsa e pulita senza tracce biologiche e una serie di lividi «ritardati» perché non sarebbero stati notati dai sanitari al primo accesso in ospedale, ma a distanza di 16 ore dai presunti abusi.
E quelle parole: «Mi sono rivestita e sono andata a rinfrescarmi», che non tornerebbero con una giovane che ha appena subito violenza. «Ne ha raccontate tante di bugie», ha detto l'avvocato Casciarri, ricordando come in pronto soccorso era entrata lucida e orientata, ma alle amiche raccontava che vomitava e aveva avuto una crisi di panico tanto che i sanitari avrebbero dovuto darle dei calmanti. «Ma di tutto questo non c'è traccia nelle cartelle cliniche», dice il difensore. E poi l'avvocato sottolinea: «In moltissime intercettazioni parla dei danni morali, è molto interessata all'aspetto economico».
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