IL TEOREMA ZAZZARONI PRENDE CORPO: DESIGNATO PER ITALIA-AUSTRIA IL FISCHIETTO INGLESE ANTHONY TAYLOR - IL DIRETTORE DEL "CORRIERE DELLO SPORT" TEME CHE UEFA E LONDRA FACCIANO PAGARE ALL’ITALIA LE PAROLE DI DRAGHI: “BORIS JOHNSON E’ ALLEATO DI CEFERIN. SPERO CHE CONTRO L’AUSTRIA NON SI CONSUMINO VENDETTE” - MANCINI DICE: “HO 26 TITOLARI”. MA DONNARUMMA, BONUCCI INSIGNE E JORGINHO SONO PIU’ TITOLARI DEGLI ALTRI...
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Sarà il fischietto inglese Anthony Taylor a dirigere l'ottavo di finale di Euro 2020 tra Italia e Austria in programma sabato a Wembley alle ore 21. Gli assistenti saranno Gary Beswick e Adam Nunn, il quarto uomo lo svizzero Sandro Schaerer. Il primo ottavo di finale, il match tra Galles e Danimarca di scena alla Johan Cruijff ArenA di Amsterdam alle ore 18, invece, è stato affidato al tedesco Daniel Siebert, con Jan Seidel e Rafael Foltyn come assistenti e il rumeno Ovidiu Hategan quarto uomo.
Il bilancio dell'Italia con l'arbitro Taylor
Il 42enne di Manchester ha già diretto gli azzurri in tre occasioni e il bilancio dice una vittoria (contro la Grecia nelle qualificazioni a Euro 2020), un pareggio (1-1 contro l'Olanda in Nations League, 14 ottobre 2020) e una sconfitta (3-1 contro la Francia in un'amichevole dell'1 giugno 2018.) Taylor in questo Europeo ha già diretto Danimarca-Finlandia e Portogallo-Germania.
L'ITALIA DEI FEDELISSIMI
Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera”
Roberto Mancini lo ripete in continuazione: «Ho ventisei titolari». Quattro però lo sono più degli altri. Nella Nazionale degli interscambiabili c'è una piccola lista di intoccabili: il gigante Gigio Donnarumma proverà contro l'Austria a traghettare gli azzurri verso il record di imbattibilità che è nelle mani di Dino Zoff, il guerriero Leo Bonucci è il vice capitano che guida la difesa imbattuta da undici partite, uno degli otto centenari nella storia azzurra e tra i leader riconosciuti dello spogliatoio.
Il terzo è Jorginho, l'allenatore in campo, «noi lo chiamiamo il professore», ride Lorenzo Insigne, che augura all'italo brasiliano il Pallone d'Oro: «Se lo meriterebbe» perché fa girare la squadra in maniera perfetta come un vigile urbano. Donnarumma, Bonucci e Jorginho sono anche i soli tre giocatori della Nazionale con oltre 200 minuti nell'Europeo.
Insigne ha giocato meno, ma fa parte lo stesso di questa ristretta compagnia a cui ambisce anche Barella. Gli uomini del Mancio. «Sono contento di vivere un Europeo da protagonista», dice Lorenzo diventato Magnifico. L'Italia è anche di questo napoletano verace che è la nostra vera differenza, un po' ala come nel Napoli, ma anche trequartista illuminato quando si accentra per far passare il turbo Spinazzola, il più veloce dell'Europeo. 163 centimetri appena di talento, abbinati a una maturità finalmente compiuta, che lo aiuta a portare il dieci sulle spalle con leggerezza.
Mancini, che aveva lo stesso numero, gli ha consegnato le chiavi dell'Italia con il compito di aprire le difese avversarie e accendere la luce dell'imprevedibilità. Finalizzatore e regista offensivo. Insigne in azzurro non ha avuto vita facile e si è sempre fermato a un passo dal cielo. Solo 33 minuti contro il Costa Rica nella maledetta spedizione in Brasile nel Mondiale del 2014, 20 cinque anni fa in Francia.
Adesso sembra arrivato il suo momento, in una squadra fatta apposta per esaltare le sue qualità. «Ringrazio Prandelli e Conte che mi hanno portato in Nazionale, ma con Mancini c'è un sistema di gioco adatto alle mie qualità». Con Azzurra ha segnato solo 9 reti e la decima l'aspetta a Wembley, uno stadio che gli porta fortuna. Nel tempio degli inglesi, e proprio contro la Nazionale di Southgate, Lorenzo ha siglato l'1-1 il 27 marzo 2018, con Di Biagio in panchina, il primo segnale di ripresa dopo l'apocalisse per il Mondiale mancato. «Era solo un'amichevole ma fu bellissimo», ricorda.
«Adesso non mi importa di segnare, voglio solo vincere, eliminare l'Austria e arrivare ai quarti. All'inizio nessuno ci considerava e adesso ci riempiono di complimenti, ma non abbiamo ancora fatto niente». Raramente lo abbiamo visto così determinato, convinto, sereno. «Giocheremo all'attacco e lo faremo sempre, anche contro le più forti, perché non vogliamo snaturarci».
I vecchi del gruppo sono consapevoli e i giovani più impazienti: «Ma siamo un bel mix», ride Lorenzo, protagonista in campo e anche fuori. Domenica sera al Parco dei Principi, l'albergo romano che ha ospitato la Nazionale durante il suo soggiorno romano, è stato lui a guidare il coro azzurro e dei tifosi sulle note delle notti magiche. Ora dovrà guidare i suoi compagni nella prima trasferta. Cambierà il clima (anche quello metereologico considerando che a Londra la temperatura scende sino a dieci gradi), ma non l'atteggiamento.
Mancini ha cominciato le prove anti Austria. Chiellini, che ha ripreso a correre, sta puntando i quarti e Lukaku (o Ronaldo), lo spauracchio del Belgio insieme a De Bruyne. Al suo posto, a fianco di Bonucci, resiste il ballottaggio tra Acerbi (favorito) e Bastoni. Così come in mezzo al campo è aperto quello più difficile da sciogliere tra Verratti e Locatelli. Il c.t. ci pensa e intanto si gode gli intoccabili. Meglio della coperta di Linus.