TRIGORIA LIBERTINA: VELENI E BALDORIA! - DALLA CACCIATA DELL’EX CEO PIETRO BERARDI ALL’AVVENTO DELLA “GIRAFFONA” GRECA LINA SOULOUKOU, COME SI È ARRIVATI AL VIDEO-GATE GIALLOROSSO – L’OPERA DI DISBOSCAMENTO DEI DIPENDENTI (DI CUI HANNO FATTO LE SPESE ANCHE LA COPPIA AL CENTRO DEL FILMATO HOT) E LA STRATEGIA DI DAN FRIEDKIN. VUOLE DISFARSI DELLA ROMA? IL PATRON TEXANO PER ORA SMENTISCE MA… - PS: A TRIGORIA SI PARLA DI CORTEGGIAMENTI SERRATI DI EX DIRIGENTI NEI CONFRONTI DI ALCUNE DIPENDENTI, INCLUSA UNA MOLTO VICINA AI FRIEDKIN...
-DAGOREPORT
Per capire come si è arrivati all'incredibile vicenda del video-gate a Trigoria, bisogna tornare indietro di qualche mese. Esattamente a un anno fa, all'addio traumatico del precedente CEO giallorosso, Pietro Berardi (soprannominato "Tin Tin", per la somiglianza con il personaggio dei fumetti belga).
Il manager, italiano ma di formazione e residenza americana (che prudentemente non ha mai voluto spostare a Roma, sentendosi più garantito sotto la legislazione Usa), era molto legato a Paolo Scaroni (presidente del Milan) e da quest’ultimo si faceva spesso "scortare" negli incontri istituzionali di maggiore rilevanza.
Berardi è stato licenziato per giusta causa dai Friedkin dopo circa un anno e mezzo dal suo arrivo, con modalità simili a quelle che sarebbero toccate poi a Mourinho, (gli addetti alla sicurezza di viale Tolstoj hanno ricevuto indicazioni ben precise per impedirgli di entrare in ufficio a salutare i dipendenti) ed è ora, anche lui, in causa con la Roma.
La cacciata di Berardi e dei suoi due uomini di fiducia, Simone Colombo e Giovanni Poltronieri, è avvenuta principalmente per quattro ragioni:
1) il mancato raggiungimento degli obiettivi nei tempi concordati sul progetto del nuovo stadio;
2) le tante assunzioni volute da Berardi che hanno innalzato il già gravoso costo del personale romanista;
3) gli eccessivi protagonismi nei salotti romani del manager;
4) l'invasione di campo nell'area sportiva che, nelle intenzioni di Dan e Ryan Friedkin, sarebbe dovuta essere preclusa a Berardi (basti ricordare la dichiarazione-gaffe del manager sulla sicura permanenza di Mourinho, prontamente smentita dallo Special One).
Dopo Berardi, è arrivata la manager greca Lina Souloukou con un mandato ben preciso: ridurre i costi, alleggerire la pianta organica e rendere più appetibile la società per un possibile acquirente. Lina (soprannominata "la giraffa" da Mourinho, per via della notevole altezza) si è messa subito all'opera e ha chiesto al duo Lorenzo Vitali-Arianna Sorrentino (rispettivamente responsabile del legale e del personale) un panorama dettagliato di tutte le assunzioni avvenute sotto la gestione Berardi e, in generale, della pianta organica della società.
Vitali (soprannominato "L'Immortale", come Ciro di Gomorra, essendo ormai l'ultimo dirigente assunto dai Friedkin ancora in charge) e Sorrentino (detta "pigna", per la testardaggine rimproveratale dai colleghi) si sono messi immediatamente al servizio di Lina, pur essendo due fedelissimi di Berardi.
Per capire il clima instaurato dalla greca, basta raccontare questo episodio: la Sorrentino, pensando di ingraziarsi Lina, non ha esitato a organizzare un taglio della torta benaugurante per la nuova CEO, durante la prima riunione plenaria con i dipendenti. La greca, donna di ghiaccio, non ha gradito e, venuta a sapere che il costo della torta era stato caricato sui conti societari senza il suo preventivo assenso, ha rimproverato la responsabile del personale, imponendole di pagare personalmente la spesa.
Tra le assunzioni analizzate dal trio, non poteva mancare quella della vittima del videogate; che, come riportato dal “Corriere della Sera”, era stata "risarcita" per il fattaccio con una promozione da lavoratrice interinale di una società esterna a dipendente della Roma.
Evidentemente, le spiegazioni fornite a Lina sull'assunzione non sono servite a evitare alla ragazza e al compagno la sorte che sta toccando a moltissimi altri lavoratori giallorossi: il licenziamento in tronco. Anzi, si è scelto imprudentemente di usare la storiaccia in cui i due sono vittime (lo sono a pari merito la ragazza e il compagno, su questo almeno non c'è discriminazione) per cacciarli e proseguire così nell'opera di sfoltimento.
Tra l'altro, non si capisce perché il comportamento dei due avrebbe violato il codice etico (come comunicato dalla Roma ai media, ma non ai due nella lettera di licenziamento), dato che il video è stato girato lontano dal posto di lavoro ed era nelle intenzioni un fatto esclusivamente privato.
Semmai, fa riflettere che lo stesso codice etico non sia stato paventato per il giovane calciatore resosi protagonista del primo invio del filmato e per tutti coloro che hanno contribuito alla diffusione. Per di più, in una Trigoria solitamente libertina (si vocifera di corteggiamenti serrati di ex dirigenti nei confronti di alcune dipendenti, inclusa una molto vicina ai Friedkin).
Le conseguenze generali di quest'opera di disboscamento della Roma, e in particolare la delicatezza della vicenda portata alla luce dal “Fatto quotidiano”, sono state sottovalutate dagli imprenditori texani. Che sia una strategia per disfarsi della Roma? Anche se gli americani smentiscono, per ora, l’intenzione di vendere. Certo, colpisce che gli imprenditori, finora attentissimi nella ricerca del consenso, abbiano iniziato a prendere decisioni impopolari.
Prova ne sono il clamoroso rincaro dei biglietti per i quarti di finale di Europa League (e se fossero state le semifinali di Champions, come con Pallotta, cosa sarebbe successo?) e, soprattutto, i ritardi sul nuovo stadio, il cui progetto definitivo costa da solo decine di milioni.
Ps: intanto è sbarcato a Roma Eric Williamson, il vero “Mr. Wolf” di Dan nonché l'unico autorizzato a contraddirlo in quanto considerato una sorta di fratello maggiore (Williamson era uomo di fiducia anche del padre di Dan).