TUTTE LE DIFFICOLTÀ DEL MILAN, DALLA A ALLA ZLATAN – DA QUANDO IBRAHIMOVIC È ASSENTE LA SQUADRA DI PIOLI SOFFRE MENTALMENTE. LA SCORSA STAGIONE, ANCHE SE GIOCAVA POCO, IBRA CON IL SUO CARISMA VENIVA RICONOSCIUTO COME CAPITANO EMOTIVO E SPIRITUALE. ORA LA SUA LONTANANZA DALLO SPOGLIATOIO LO FA RIMPIANGERE – LA SOCIETÀ HA VOLUTO CHIUDERE GLI OCCHI DAVANTI ALLA SUA ASSENZA (ANNUNCIATA) SPERANDO DI RIAVERLO A STRETTO GIRO E ORA SI PAGANO LE CONSEGUENZE - VIDEO

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Estratto dell’articolo di Claudio Savelli per “Libero quotidiano”

 

ZLATAN IBRAHIMOVIC FESTEGGIA LO SCUDETTO DEL MILAN

Il problema del Milan non è tattico né tecnico, perché non si diventa campioni d’Italia per caso e non ci si trasforma in ultimi arrivati all’improvviso. È mentale. L’aspetto in cui la squadra di Pioli eccelleva lo scorso anno, quando reagiva ad ogni assenza, infortunio o imprevisto senza colpo ferire, si è trasformato nel punto debole.

 

Durante la Supercoppa è diventata evidente l’incapacità di reggere la pressione e, soprattutto, l’apatia di fronte alle difficoltà. Ora il problema è chiaro così come la sua genesi: la nuova difficoltà del Milan nasce con l’assenza di Zlatan Ibrahimovic.

 

È la prima volta che il Milan non può contare sullo svedese come calciatore a tutti gli effetti ma le sue giocate in campo sono paradossalmente ciò che manca meno. È la sua presenza. Ibra in campo obbligava gli altri ad offrire il meglio, Ibra in tribuna obbliga a non farlo rimpiangere, con tutta la pressione che ne consegue e che si somma a quella generata dai risultati negativi. In più, il leader non è sempre presente a bordo campo perché impegnato a recuperare o a spianarsi la carriera dopo il ritiro. […]

 

ZLATAN IBRAHIMOVIC ASTERIX E OBELIX

A parte settembre 2021 e febbraio 2022, quando provò a curare il ginocchio, Ibra viaggiava con la squadra, viveva Milanello e le trasferte da giocatore, era dentro il gruppo e veniva riconosciuto come capitano emotivo e spirituale. Ora è invece una specie di assistente occasionale aggiunto allo staff tecnico. […]

 

[…] L’errore a monte non è di Ibra ma della società che non ha dato il giusto peso alla sua assenza. Lo svedese non ha fatto promesse sul suo rientro («Ho deciso di operarmi per la mia salute, non per giocare. Tornerò quando starò bene, se starò bene») ma il Milan si è mossa come se fosse sicura di averlo a stretto giro. Avrebbe potuto cercare un leader sul mercato anziché inserire una manciata di giovani acerbi che ora non offrono il carisma necessario? La risposta è sì.

STEFANO PIOLI
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ZLATAN IBRAHIMOVIC FESTEGGIA LO SCUDETTO DEL MILAN