VIDEO! “A ME NON IMPORTA SE I GIUDICI SIANO UMANI O ELETTRONICI. LAHYANI COMMETTE ERRORI. LO AVEVA GIÀ FATTO” – RUNE TORNA SULLO SCAZZO CON L’ARBITRO A CUI HA DETTO “TI PAGANO PER SBAGLIARE” NELLA PARTITA CON DJOKOVIC – "NON SONO UN RAGAZZACCIO, NON ROMPO RACCHETTE. E POI ANCHE LA TECNOLOGIA MI HA DATO RAGIONE” – IN SEMIFINALE DERBY SCANDINAVO COL NORVEGESE RUUD – LA POLEMICA DI DJOKOVIC SUL TETTO DEL CENTRALE – FOTO BY MEZZELANI+VIDEO
-Holger Rune to the umpire in Novak Djokovic match:
“It’s always the umpire that makes me look like a bad guy.”
— The Tennis Letter (@TheTennisLetter) May 17, 2023
Christian Marchetti per il Corriere dello Sport
I fischi sentiti nel match con Fognini (imbarazzanti quanto inutili)? Già dimenticati. La pioggia? Bastano i sorrisi di mammà, la signora Annette, e degli amici con la bandierina danese sulle guance a farla sparire. Quanto al resto, il ventenne danese numero 7 del mondo Holger Rune mette in piedi pura poesia ermetica e iconoclasta per avere ragione 6-2, 4-6, 6-2 in due ore e 18 minuti di Novak Djokovic. Sulla telecamera la scritta «Roma», un cuoricino e pace fatta. Con la Città Eterna e - a giudicare dalla felicità - l'universo intero.
Un anno fa, da numero 42, Rune usciva al primo turno di qualificazione per mano del boliviano Dellien; ora strapazza un giocatore che a Roma ha vinto sei volte, centrando in 17 occasioni su 17 almeno i quarti e continuativamente la finale dal 2019. E che ora dichiara: «È un bene per il nostro sport vedere tutte queste facce nuove. Da parte mia cerco di rimanere in contatto con il gruppo dei più forti, sono felice di ciò che ho fatto e ho voglia di andare avanti».
I 35 errori non forzati, le continue lamentele con l'angolo, la fatica immane nel mantenere i propri turni di battuta fiaccano non poco Nole. Non riesce lui a fermare Rune, né la pioggia che interrompe per un'ora - sul 6-2, 4-5 - né un curioso battibecco con il giudice di sedia, Mohamed Lahyani, al quale Holger dice «Ti pagano per sbagliare».
Succede che il danese ferma il gioco per una palla fuori, Lahyani sostenga che sia dentro e Occhio di Falco, a punto assegnato, mostri la pallina fuori di due dita. «A me - spiega Rune - non importa se i giudici di linea siano umani o elettronici. Mohamed commette errori. Lo aveva già fatto con Murray».
Però questo non significa che Holger Rune sia il "bad boy": «Gioco con molta passione ed energia, così come molti altri. Un ragazzaccio romperebbe racchette e a me non risulta di averne rotte. Poi, certo, esistono altre cose tipo queste chiamate, ma anche la tecnologia mi ha dato ragione...»
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"Bad boy" può comunque prendere un'altra accezione. Questa è già la seconda volta (su tre, sebbene Djokovic ricordi soltanto la finale di Parigi Bercy) in cui Holger mette i bastoni tra le ruote all'illustre avversario. «Il mio modo di giocare è diventato un problema per Nole? Me lo auguro. Sto cercando di rendergli le cose difficili, e lui fa lo stesso con me. Tra noi è sempre una bella battaglia e mi piace ogni volta».
Curiosa poi la parentesi aperta da Djokovic: «Non credo di aver mai visto un torneo così freddo e piovoso qui a Roma. La copertura del Centrale sarebbe un investimento enorme e non so quali siano le regole qui. Tuttavia ho sentito che, per via della salvaguardia dei suoi monumenti, ovunque a Roma sia molto difficile ottenere i permessi per fare qualsiasi tipo di espansione».
Da Roma a Parigi, che potrebbe essere location del prossimo confronto. Djokovic: «Sì, ho delle possibilità per il Roland Garros». Rune: «Voglio vincere uno slam e lì proverò a farlo». È nata una rivalità.