WEMBLEY, UN MESE DOPO - IL RICORDO DI GIORGIO CHIELLINI: "DELL'IMPRESA DELL'EUROPEO MI PORTO APPRESSO UNA SERIE DI RICORDI. I GIORNI IN SARDEGNA, L'ESORDIO A ROMA, I SORRISI DELLE CENE A COVERCIANO, L'ABBRACCIO DI VIALLI E MANCINI, L'INNO CANTATO A SQUARCIAGOLA, LA VITTORIA CONTRO IL BELGIO, 'O TIR A GIRO, WEMBLEY, LA FINALE IN CASA LORO, I MESSAGGI DI SALVATORE SIRIGU, DONNARUMMA CHE PARA, L'ESPLOSIONE DI GIOIA E UN MEME CHE MI ACCOMPAGNA ORMAI OVUNQUE..."
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Giorgio Chiellini per "la Stampa"
Europei. Un mese dopo. Di quell'impresa mi porto appresso una serie di ricordi. Riaffiorano come flash. Si accavallano come onde. E sono talmente tanti (e tutti talmente belli) che l'ultimo prende il sopravvento sul precedente. Come sfogliare un album dei ricordi ed esclamare ad ogni foto: «ma ti ricordi questa?» «no, no, ma questa?» «no ma questa le supera tutte» «aspetta, questa è la migliore».
I giorni in Sardegna, l'esordio a Roma, i sorrisi delle cene a Coverciano, l'abbraccio di Vialli e Mancini, l'inno cantato a squarciagola, la vittoria contro il Belgio, 'o tir a giro, Wembley, la finale in casa loro, i messaggi di Salva, la conquista «centimetro dopo centimetro», Donnarumma che para, l'esplosione di gioia, gli abbracci con Manu, la Coppa in cielo e poi nel letto con Bonnie, Mattarella, Draghi, la gente in strada, il rumore dell'amore, un MEME che mi accompagna ormai ovunque, ma soprattutto le facce di ogni mio compagno e di tutto il team azzurro: timorose, coraggiose, consapevoli, incredule, in estasi. Me le porto tutte dentro.
Perché vincere un Europeo è qualcosa che va oltre l'ordinario e in ogni flash ringrazio queste persone straordinarie che mi hanno accompagnato in questo incredibile viaggio che non dimenticherò mai.