YES, WE KANE! DON FABIO CAPELLO SOSTIENE CHE LA FAVORITA SIA L’INGHILTERRA - "È COMPATTA. SONO AGGRESSIVI E LETALI SUI CALCI PIAZZATI, HANNO RECUPERATO KANE E NON HANNO SUBITO GOL. MA ATTENTI ALLA PRESSIONE DI WEMBLEY, I GIOVANI DI SOUTHGATE POSSONO RISENTIRNE" – GLI ELOGI A MANCINI - LA SPAGNA? TENTERÀ DI ADDORMENTARCI CON RITMI BASSI. JORGINHO UOMO CHIAVE…”
-Guido De Carolis per il "Corriere della Sera"
Conosce il calcio come pochi Fabio Capello. Nella lunga carriera da allenatore ha messo in bacheca ogni tipo di trofeo. Oggi è uno dei commentatori di punta di Sky e l' altra sera era a Roma dove ha visto l' Inghilterra, di cui è stato c.t.
La Nazionale di Southgate è quella da battere?
«L' ho vista molto bene. È compatta, gioca un calcio attento in difesa e a centrocampo. Sono aggressivi e letali sui calci piazzati. All' Ucraina hanno segnato due gol da palla inattiva e tre di testa. Vanno tenuti in grande considerazione, sono in un ottimo momento. Sugli esterni hanno gente veloce e rapida».
Nel gioco è un' Inghilterra più europea e meno british?
«Southgate ha capito che continuare con la linea dei difensori che arretrava quando gli avversari avevano la palla non portava risultati: ora i due centrali vanno ad aggredire l' attaccante che riceve il pallone. Non subire gol è un cambio di mentalità. Poi il portiere Pickford gioca bene con i piedi: un' arma in più».
Il recupero di Kane è lo scatto in più dell' Inghilterra?
«Non si può discutere. Si è sentito penalizzato perché aveva detto di voler andare via, ma è un grande giocatore, al di là dei due gol fatti e di quel tiro al volo magistrale».
La Nazionale di Southgate ha una difesa di ferro, è l' unica a non aver preso un gol.
«Non ne prende perché vanno subito a recuperare palla. Hanno preso il meglio di quel che fa Guardiola».
Inghilterra favorita?
«Si, con un fattore avverso: la pressione di Wembley, i giovani possono risentirne».
La Danimarca può metterli in difficoltà in semifinale?
«È una Nazionale che ha qualità e umiltà, si aiutano molto e sono buoni giocatori.
Il caso Eriksen li ha prima sfaldati, poi ricompattati. Era la star della squadra. Stanno facendo cose interessanti, ora è il momento di osare. Sono spensierati, rispetto alle altre più leggeri. La guida è Kjaer, anche per quel gesto bellissimo nel dramma di Eriksen».
Si aspettava un' Italia capace di arrivare in semifinale?
«L' Italia l' ho sempre messa nelle quattro finaliste. Ho visto la crescita della squadra, un' evoluzione che può portare benefici al nostro movimento. Direi una cosa al calcio italiano, spero non si guardi più a cosa facevano altri 10 anni fa, guardiamo a quel che fa Mancini».
Le qualità migliori espresse dagli azzurri all' Europeo?
«L' Italia è una squadra che gioca un bel calcio, veloce. Sono attenti e aggressivi, il tutto accoppiato a una certa qualità, direi che ci sono tutti i presupposti per fare bene».
Cosa c' è da temere di più nel confronto con la Spagna?
«Che non ci addormenti. La Spagna gioca un calcio lento, se ci adattiamo a quel ritmo rischiamo di soffrire».
Come si fa a non cadere nella loro trappola?
«La Spagna ha grandi qualità tecniche, ottimo possesso palla. Per contrastare questa loro caratteristica a noi serve rapidità e lucidità quando recuperiamo palla: subito ripartire e aggredire. Abbiamo qualità e poi la difesa spagnola non è affatto imbattibile».
Italia e Spagna sono due Nazionali che hanno iniziato un percorso di ricostruzione.Siamo più avanti noi o loro?
«Mancini è partito in anticipo, ha fatto le scelte giuste, ha trovato lo spirito di squadra e alcuni giocatori della vecchia guardia (Chiellini, Bonucci, Jorginho) che lo hanno aiutato».
Quanto perde l' Italia con l' infortunio di Spinazzola?
«Perde uno che cambia ritmo. Sono quelli con velocità e dribbling che rompono la difesa avversaria, lo abbiamo visto. In questo Europeo c' è stata la rinascita del dribbling.
Velocità e dribbling sono doti naturali, non si insegnano. La bellezza del torneo sono questi cambi di ritmo violenti».
In Inghilterra i commentatori hanno deriso Immobile che si è rialzato di colpo dopo il gol di Barella. Un brutto vizio del calcio italiano quello di stare a terra a lamentarsi?
«Non do la colpa al giocatore. La prima responsabilità è degli arbitri italiani. Ci hanno abituato in questa maniera e allora uno si chiede: perché non lo devo fare? Certo non è onesto sotto l' etica sportiva.
Agli arbitri italiani manca la capacità di capire se è una finta, un inganno. Continuano a fischiare ogni falletto, perché vogliono tenere in mano la partita, ma il match deve essere solo giocato. È questione di personalità. Un altro problema è essere giudicati solo dagli arbitri, bisognerebbe allargare la platea al di fuori del loro mondo. È un po' come il pubblico ministero che fa anche giudice, non va bene».
Il giocatore che l' ha più impressionata?
«Mi ha sorpreso Pedri della Spagna: a 18 anni gioca come uno di 30. Mi è piaciuto Doku del Belgio, ma scelgo Jorginho. Una continuità impressionante. Sempre secondo tra i man of the match: significa che non ha sbalzi, garantisce un livello di altissima costanza».
I grandi l' hanno delusa?
«Ronaldo ha fatto la sua parte, Mbappé ha peggiorato il suo Europeo fallendo il rigore decisivo. La Francia mi è sembrata molto supponente: siamo noi la grandeur, senza umiltà e sono andati a casa».
L' Italia deve temere Wembley?
«Il tabù Wembley lo abbiamo superato. Non mi chieda se andiamo in finale e se possiamo vincere. Non diciamolo».
No, però speriamolo.