Andrea Ramazzotti per www.corrieredellosport.it
Tutto sul campionato. Con l’obiettivo di vincerlo o quanto meno di lottare fino all’ultimo per conquistare lo scudetto. Ieri, una manciata di ore dopo l’eliminazione dalla Champions, l’aria alla Pinetina era pesante, ma, accanto all’inevitabile delusione, nei dirigenti si è fatta strada la voglia di ripartire, di non buttare a mare la stagione già a metà dicembre.
E così, se dalla Cina il presidente Zhang ha inviato un messaggio di incoraggiamento a tutto il popolo nerazzurro, ad Appiano l’ad Marotta, il ds Ausilio e il vice presidente Zanetti hanno parlato con Conte per analizzare la situazione con lucidità e fargli sentire la vicinanza del club nel momento più difficile da quando è a Milano.
La scelta su Conte alla fine della stagione
Il numero uno nerazzurro ha visto la partita nella notte cinese ed è rimasto molto deluso dal risultato e dall’eliminazione. Ieri, però, invece di restare in silenzio, ha saggiamente fatto sentire la sua voce per invitare tutti a continuare a credere nel progetto, a non compromettere anche il resto dell’annata:
«Eravamo consapevoli delle difficoltà che avremmo potuto incontrare in questa stagione anomala - ha detto - e insieme abbiamo deciso di affrontarle con coraggio e determinazione. Dobbiamo continuare a farlo ora. Il nostro obiettivo non cambia: lottare e dare tutto per il bene dell’Inter. Insieme».
Un appello all’unità nel quale non ha sentito il bisogno di citare né l’allenatore, che due settimane aveva definito il leader del progetto (e non ha cambiato certo idea), né la squadra (nella quale nutre la massima fiducia, ma dalla quale ora si aspetta delle risposte). Se le valutazioni cambieranno a giugno, quando Conte avrà un solo anno di contratto e magari Allegri sarà ancora libero, lo vedremo tra 6 mesi.
LA SCELTA DI ZHANG
Una rosa ricca e abbondante per affrontare una stagione intasata ed evitare di ritrovarsi con gli uomini contati, come accaduto l’anno scorso e non solo. Ecco com’era uscita l’Inter dall’ultimo mercato. Beh, dopo nemmeno 3 mesi, i nerazzurri si ritrovano fuori dall’Europa e in corsa in sole due competizioni, campionato e Coppa Italia.
Insomma, la realtà è che ora quell’organico è sovradimensionato, con il concreto rischio che diversi elementi (anche pesanti) possano finire fuori dalle rotazioni. Attenzione, è vero che fino a metà febbraio si andrà avanti comunque con i 3 impegni a settimana, almeno per chi arriverà in semifinale di Coppa Italia, ma poi? Quando ricominceranno Champions ed Europa League, l’Inter sarà in campo solo nel week-end. E, a quel punto, le anche abbondanti rotazioni effettuate da Conte in queste settimane saranno solo un ricordo.
Il nodo del monte ingaggi
Significa che a gennaio si dovrà sfoltire. Qualcuno era già in partenza, come Vecino, Nainggolan e ovviamente Eriksen, ridotto a giocare solo gli ultimi spiccioli di gara. A questo punto, c’è da credere che non ci si fermerà qui. Potrebbe partire un difensore, ma anche Pinamonti, che il tecnico non ritiene pronto e che, senza Europa, non è nemmeno più utile per la lista Uefa. Intanto, non ci sarà più il veto sui prestiti.
A patto che comportino una riduzione del monte ingaggi - aspetto divenuto ancora più fondamentale adesso che sono venuti a mancare una parte dei ricavi legati alle Coppe -, verranno autorizzate pure le cessioni a titolo temporaneo.
E, come già emerso, sarà determinante trovare l’incastro giusto per mettere in piedi qualche scambio. Insomma, non sarà una sessione facile per il tandem Marotta-Ausilio, che dovrà subire pure le pressioni di Conte per almeno un paio di innesti. L’allenatore leccese, infatti, Champions o non Champions, continua a ritenere che a centrocampo manchi un Kantè, ovvero un mediano con caratteristiche di rottura, e che là davanti ci vorrebbe sempre un vero vice-Lukaku.