ZITTI E MOSCA (MAURIZIO) - ALDO GRASSO RICORDA "IL PETER PAN" DELLA TV ITALIANA: “ERA RIMASTO L' ETERNO ADOLESCENTE, ANIMAVA GRANDI DISCUSSIONI, SEMPRE RIGOROSAMENTE BASATE SUL NIENTE MANCAVA DI SENSO DELL' OPPORTUNITÀ. LA LITE CON BENE, IL PENDOLINO, LE BOMBE DI MERCATO. MOSCA ERA ANCHE QUESTO, MA TUTTO QUELLO CHE FACEVA, LO FACEVA CON CANDORE, SENZA ALCUNA MALIZIA” –IL DOC DI 'ITALIA 1'+ VIDEO

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Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”

 

maurizio mosca

Ieri sera, Italia 1 ha voluto ricordare Maurizio Mosca, scomparso dieci anni fa, riproponendo il documentario Ricordando Mosca , realizzato nel 2012 da Andrea Sanna (23,34).

 

Che immagine ci è rimasta di Maurizio Mosca? I social continuano a riproporre la sua celebre lite con Carmelo Bene, ovviamente nella parte del soccombente, o le predizioni calcistiche nelle vesti del mago del pendolino o i frammenti di una «bomba» di calciomercato, sinonimo di balla, di sparata, d' invenzione.

 

Mosca era anche questo, ma tutto quello che faceva, lo faceva con candore, senza alcuna malizia. Era rimasto l' eterno adolescente, il compagno un po' petulante che tutti abbiamo conosciuto d' estate, in spiaggia giocando con le biglie.

Animava grandi discussioni, sempre rigorosamente basate sul niente. E ha continuato a farle anche da grande, ma in tv.

carmelo bene maurizio mosca

 

Per questo, ancora oggi, ci piace ricordarlo come se fosse presente, come se stesse per iniziare uno di quei suoi discorsi senza capo né coda, eppure così ricolmi di amore per lo sport. Era il Peter Pan della tv italiana, la «sola moltitudine» dei nostri palinsesti: ogni giorno appariva su una rete differente, come ospite, come opinionista, come folletto. Come i bambini, mancava di senso dell' opportunità: si faceva catturare dal cinismo degli altri ospiti, cadeva con un sorriso smarrito nelle più maldestre trappole retoriche. Però ha vissuto la sua esperienza televisiva come un' avventura magica, fra foreste incantate e minacciose montagne.

maurizio mosca

 

Per lui il calcio era scontro fra forze benigne (gli allievi di Gino Palumbo) e maligne (gli accoliti di Brera). Era incontinente, goloso, ogni giorno diceva «ancora, ancora», voleva farsi schiacciare dall' eccesso di piacere. E tuttavia il pensiero del nostro Peter Pan è stato fra i meno trascurabili, in mezzo alle schegge impazzite che vagolano nell' etere; il suo resta fra i più smaglianti.

maurizio mosca