A BURIONI TOCCA SUBITO USCIRE DAL SILENZIO STAMPA: LE ''IENE'' GLI DEDICANO UN SERVIZIO SUL SUO CONFLITTO D'INTERESSI (VIDEO) - ''LUI LAVORA SUGLI ANTICORPI MONOCLONALI MA NON LO DICE QUANDO IN TV SMONTA LA CURA ''RIVALE'', OVVERO IL PLASMA IPERIMMUNE'' - LA REPLICA DI BURIONI: ''GLI ANTICORPI SU CUI LAVORO NON HANNO NIENTE A CHE VEDERE CON IL COVID-19 QUINDI NON C'È NESSUN CONFLITTO D'INTERESSI. SE VA BENE, ANDRANNO IN COMMERCIO TRA 10 ANNI…''
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1. CORONAVIRUS E ESPERTI: QUANDO PARLA DI SCIENZA BURIONI HA UN CONFLITTO DI INTERESSI? | VIDEO
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In questi ultimi mesi la tv si è svuotata di ballerini, cantanti e calciatori, e si è riempita di virologi, ematologici ed esperti di coronavirus. Orma ci chiediamo: cosa dirà lo scienziato di turno? E qualcuno ha anche iniziato a chiedersi: parlerà per un alto interesse scientifico o per un interesse personale? Perché, come ci spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi, si rischia un potenziale conflitto d’interessi: “Se un medico, o consulente scientifico, vuole dare dei consigli non deve essere finanziariamente o economicamente implicato in erogazione di denaro da parte di chi produce, perché non ci può essere serenità”.
Cioè se un medico o uno scienziato va in televisione a dare dei consigli, non dovrebbe avere alcun legame con chi tramite quei consigli potrebbe guadagnarci. Per esempio, anche se mettere la mascherina è la scelta più giusta per contenere la pandemia, non dovrebbe essere l’esperto legato alla ditta produttrice a consigliarli. “Devo avere la certezza della trasparenza della comunicazione. Soprattutto nel servizio pubblico”, spiega Rienzi.
“Se c’è chiarezza, se c’è trasparenza il problema non si pone”, dice Enrico Mentana. “Se uno dice di non aver nulla a che fare con nessuno, e poi si scopre che prende i soldi da una casa farmaceutica, è chiaro che c’è indifendibilità”. Il direttore parla in generale, ma in questo servizio il nostro Alessandro Politi ci parla di un caso specifico: il professor Burioni.
Ospite fisso di Fabio Fazio fino a poco tempo fa, il professor Burioni è stato esperto di riferimento per molti. Ma veniamo alle affermazioni specifiche del professore, che in qualche maniera potrebbero tradire un suo possibile conflitto d’interessi: in vari momenti ha parlato di “anticorpi monoclonali”, come potete vedere nel servizio qui sopra. Il suo parlare di questi anticorpi come possibile soluzione contro il coronavirus ovviamente è rimbalzata su molti giornali e siti specializzati.
E qui ci siamo chiesti: come mai spinge così tanto questo tipo di anticorpi per la lotta contro il coronavirus? Facendo un po’ di ricerche scopriamo che il professore non solo da sempre li studia, ma li ha brevettati e depositati. “Addirittura una società, la Pomona, aveva registrato una enormità di suoi prodotti”, ci dice Rienzi. “Io mi domando: se uno brevetta l’anticorpo monoclonale immunizzante del virus JC, e non è solo questo ma sono tanti, eh sì, lui ha interesse quindi a farlo vendere?”.
È proprio con questa società che Burioni deposita molti dei suoi brevetti di anticorpi monoclonali contro vari tipi di virus influenzali e non. Questo vuol dire che da quei brevetti è probabile che lui ci guadagni. E qui ci tornano in mente alcune sue affermazioni: in Italia è uscita ovunque la notizia che la sperimentazione con il plasma iperimmune stava dando ottimi risultati. “Utilizzare i sieri e il plasma dei pazienti guariti può essere in grado di migliorare chi sta male”, ha detto Burioni ospite di Fazio. “Questa è una notizia buona non solo per il fatto che si può fare questo, perché poi si può fare poco perché prendere il sangue dai guariti non è una cosa semplice”.
Il nostro Alessandro Politi però è andato lui stesso in ospedale e in meno di trenta minuti ha donato due sacche di plasma. Burioni però non si limita a questo: in un’altra puntata dice che “il plasma delle persone guarite è disponibile in piccola quantità ovviamente, non è che possiamo svenare i guariti”. E qui ci permettiamo di ricordare che oggi in Italia ci sono più di 150mila guariti contro 6mila ricoverati e solo 450 persone in terapia intensiva. E anche all’epoca di quelle dichiarazioni il numero dei guariti era già più alto di quello delle persone in terapia intensiva.
“Noi siamo capaci di fare questi sieri, tra virgolette, artificialmente in laboratorio: si chiamano anticorpi monoclonali umani: è una speranza nuova che si apre”, ha detto ancora Burioni. Insomma sembra che l’importante non sia il plasma che è poco, ma gli anticorpi monoclonali. E in un’altra puntata aggiunge: “Questi plasmi non sono un farmaco ideale, sono difficili e costosissimi da preparare”. Ma chi lavora il plasma tutti i giorni ci ha detto che il costo è bassissimo, come potete vedere nel servizio qui sopra. Gli anticorpi monoclonali invece, a sentire lo stesso Burioni, costerebbero molto.
Il professore comunque continua a criticare l’uso del plasma, anche sul suo blog, come potete vedere nel servizio qui sopra. “Quando lui dice che le cure col plasma meglio di no, non si sa, sono costose eccetera, cose non vere… lì dovresti dire: io comunque vi devo avvertire che ho degli interessi su questi monoclonali”, sostiene Rienzi. “Il conflitto di interessi è potenziale, si chiama”, ci dice Peter Gomez, direttore de ilfattoquidiano.it. “Però va dichiarato: visto che non possiamo stabilire prima se sei buono o cattivo, dobbiamo sapere solo che c’è il conflitto di interessi”.
“Il conflitto di interessi si risolve solo con la trasparenza”, aggiunge il professor Andrea Crisanti. E cosa avrebbe dovuto dire Burioni quando ha esaltato gli anticorpi monoclonali? “Guardate io ho un interesse perché magari ci faccio anche dei quattrini. Comunque detto questo ho delle ragioni scientifiche per supportare questa cosa. E allora a quel punto dopo che mi hai ascoltato puoi dire: sì vabbè, può avere ragione ma può anche essere motivato da un interesse, no? Hai tutti gli strumenti per capire se io sono in buona fede o in malafede”.
E infatti esistono delle vere e proprie regole per monitorare i conflitti d’interesse in ambito scientifico: “Ognuno di noi quando scrive un articolo scientifico, quando fa una presentazione a un congresso, all’inizio della propria presentazione riporta i propri conflitti d’interesse”, ci spiega il professor Matteo Bassetti: “Che siano consulenze, che siano studi clinici, partecipazione a congressi… ed è così in tutto il mondo”.
Ma adesso che noi sappiamo che Burioni brevetta proprio anticorpi monoclonali e che quando ne ha parlato non l’ha specificato, cosa dobbiamo pensare? “È chiaro che l’anticorpo monoclonali potenzialmente mi può portare un mucchio di grana”, ci dice ancora il professor Crisanti. “Però questo non toglie che devo fare la scelta che è più efficace economicamente dal punto di vista sia del paziente che del sistema sanitario”. Soprattutto dopo che su Nature è stato descritto il plasma dei convalescenti come trattamento di prima scelta per il coronavirus.Ma se io in televisione dico che il plasma ha questi problemi, che non sono veri… “Questo è sbagliatissimo, questo è in malafede”, dice Crisanti. “Fai due sbagli in questo caso: primo, non manifesti il tuo conflitto di interesse, e poi manipoli la realtà per indirizzare le scelte verso quello che ti conviene. Sono due cose sbagliate”.
Come potete vedere nel servizio qui sopra, quando si parla del plasma sembra che Burioni riporti il discorso sugli anticorpi monoclonali. Gli anticorpi monoclonali sono la soluzione, ma contemporaneamente sono proprio quello che il professore studia, poi brevetta assieme a una casa farmaceutica. “Questo si chiama conflitto d’interessi non dichiarato”, dice Peter Gomez. “Lui deve dichiarare: io ho speso la mia vita per fare brevetti di questo tipo, ma lo dobbiamo sapere”. “Anche così, anche con scritto sotto ‘io sono così eccetera eccetera’, non va bene per me”, dice il professor Massimo Cacciari. “Ha fatto un danno a se stesso e un danno alla comunità”, aggiunge ancora Crisanti.
Ma c’è un’altra polemiche apparsa sui giornali: quanto guadagnano i virologi per le presenze in tv? Anche se il mondo scientifico condanna questo fenomeno, il problema è: quando vediamo uno scienziato in tv pensiamo che parli di scienza, non di altre cose. E qui il Codacons ha notato un altro aspetto delle affermazioni di Burioni, su cui ha fatto un esposto all’Ordine dei medici, al Garante delle comunicazioni e persino all’Anticorruzione. “Quando noi vedevamo tutte queste prese di posizione a favore dei vaccini, siamo andati a cercare e abbiamo scoperto che questo Burioni aveva partecipato a convegni con fondazioni finanziate dalle case farmaceutiche proprio sui vaccini”, ci racconta Carlo Rienzi.
Sia chiaro, i vaccini vanno fatti. Lo dicono tutte le autorità sanitarie del mondo. Il problema non è se vadano fatti o meno, ma se chi li consiglia abbia un conflitto d’interessi parlandone in televisione. “Se tu da una casa farmaceutica hai avuto una somma di denaro, c’è un sospetto”, sostiene Rienzi. “Per esempio ha fatto un discorso a un corso di formazione sui vaccini che è stato organizzato da una casa farmaceutica che produce vaccini”. E ci sono altri esempi, come potete vedere e sentire qui sopra.
Se fai inserti, eventi e collaborazioni con case farmaceutiche, poi vai in televisione e non li dichiari, si configura il conflitto di interesse? “Certo”, risponde il professor Crisanti. “Si configura il conflitto d’interesse nascosto e non risolto”. E allora ci chiediamo perché il professor Burioni, durante una conferenza web sponsorizzata da una casa farmaceutica, dica: “Io ritengo che il vaccino antinfluenzale debba essere obbligatorio, altrimenti ogni influenza può essere un allarme coronavirus”.
Vaccino antinfluenzale obbligatorio? Può essere giusto. “La verità non può essere verità se il soggetto che la enuncia sotto può avere un conflitto d’interesse”, sostiene Rienzi. “Devi essere indipendente a prescindere”. Ma Burioni che tipo di legame ha per esempio con Pomona, l’azienda farmaceutica con cui ha depositato molti dei suoi brevetti di anticorpi monoclonali e che si occupa anche di vaccini?
Facendo alcune ricerche abbiamo scoperto che l’intera proprietà della ditta è di un certo Gualtiero Cochis, che ne possiede il 100%. Cochis inoltre possiede o è socio di una marea di ditte in tutta Italia, che operano nei più disparati settori. Ma che rapporto avrà questo Cochis con Roberto Burioni? Per capirlo Alessandro Politi è andato a cercare proprio Cochis. La Iena non lo trova, ma riesce a parlare con la sorella e allora coglie la palla al balzo, e le chiediamo di telefonargli perché vorremmo parlargli una serie di progetti per la sua azienda farmaceutica. Dopo poco la sorella risponde che “mi ha detto che dovete parlare con Burioni, che lui non se ne occupa”. Ma non ha il 100% della proprietà?
E poi perché mai dovremmo parlare con Burioni, visto che lui non figura da nessuna parte? “Se fosse che lui ha un rapporto attraverso un prestanome per esempio, ma non figura ufficialmente, se esce fuori che pubblicizza i prodotti che Pomona gestisce o brevetta sarebbe molto scorretto”, dice Rienzi. “Se hai la prova che lui ha un interesse economico nell’azienda li produce e li commercializza e questo interesse economico viene celato al pubblico, questo sarebbe molto grave”, aggiunge Peter Gomez. Ma siamo sicuri di aver capito bene? La Iena ha chiesto meglio alla sorella di Cochis: “Mi ha detto: guarda, io ho da fare, però digli di parlare con il prof. Burioni”. Quindi Burioni è dentro Pomona? “Credo di sì”. È lui che decide? “Forse decide Burioni”.
2. NON HO ALCUN CONFLITTO DI INTERESSE PER QUANTO RIGUARDA COVID-19
Sono stato appena deliziato da un servizio delle Iene che ha scelto come fonte per crocifiggermi il Codacons, che da anni mi perseguita. Per cui sono costretto a ritardare la mia scomparsa dai media e dai social per fornire alcune precisazioni.
1) produrre anticorpi monoclonali umani è il mio lavoro dal momento della mia laurea. Ne ho prodotti tanti, ma nessuno di questi è di mia proprietà. La gran parte sono di Pomona Ricerca, una azienda di cui non sono socio ma con la quale collaboro proficuamente da molti anni e della quale sono da molti anni consulente scientifico. Ovvio che qualunque opportunità di collaborazione scientifica venga rimandata alla mia valutazione.
Nessuno di questi anticorpi monoclonali è in commercio (sono tutti in una fase molto precoce di sviluppo) e non lo saranno ancora per almeno 10 anni; soprattutto nessuno di questi monoclonali è (purtroppo) diretto contro COVID-19. Quindi se gli anticorpi monoclonali contro COVID-19 si dimostreranno utili, io - così come Pomona RIcerca - non ne trarrò alcun beneficio economico. Il beneficio lo trarrà chi li ha brevettati (non io) chi li produce (non io) e chi li vende (non io). Anzi, per essere chiari io non ho nulla a che fare con qualunque azienda produca o venda qualunque bene utile a prevenire, curare, vaccinare per il coronavirus.
Per cui NON HO NESSUN CONFLITTO DI INTERESSE : se il plasma funziona o se funzionano gli anticorpi monoclonali contro COVID-19, se servono le mascherine o non servono, se si usano o non si usano i disinfettanti o i farmaci, a me non cambia niente dal punto di vista economico. Sui dettagli scientifici su economicità e sicurezza del plasma e degli anticorpi monoclonali vi rimando a medical facts o alla pagina del prof. Guido Silvestri, che ne ha spesso parlato. Immaginare il plasma come alternativo agli anticorpi monoclonali vuole dire non sapere di cosa si parla. Il plasma è una terapia di emergenza, i monoclonali sono qualcosa che può sconfiggere il coronavirus. Ma se così fosse, come ha pure prospettato il prof. Silvestri nei suoi post più volte, io non avrò alcun vantaggio (se non quello del comune cittadino che potrà essere curato) Ripeto, non ho alcun conflitto di interesse nel campo di COVID-19, qualunque cosa accada (vaccini, plasmi, terapie, monoclonali, mascherine, guanti, disinfettanti, farmaci) non mi arriverà un centesimo in tasca.
2) la mia collaborazione con la Fondazione Lorenzini riguardo ai vaccini si è concretizzata nella collaborazione per la stesura di un quaderno sulla esitazione vaccinale uscito con il sole 24 ore scritto insieme a una serie di autorevoli colleghi per la quale ho emesso regolare fattura di 1500 euro. Immaginare che questo costituisca conflitto di interesse richiede uno sforzo notevole di immaginazione. Potete trovare il quaderno a questo link. Il contributo della azienda è bene in evidenza, ma io non ho collaborato con l'azienda, ma con la Fondazione Lorenzini, un ente con un'ottima reputazione che mi ha onorato affiancandomi ai migliori esperti nel campo delle vaccinazioni.
http://www.lorenzinifoundation.org/…/Vaccine-Hesitancy-Vacc…
3) Queste sono le bugie più evidenti che ho sentito. Per le altre datemi tempo di risentire questo servizio insieme al mio legale, perché questa volta si è passato il segno. Giusto per la cronaca, i numerosi esposti che il
Codacons ha fatto negli anni contro di me all’ordine dei medici, al TAR e ad altre entità che ora dimentico per sottolineare miei ipotetici conflitti di interessi sulle vaccinazioni sono stati tutti archiviati.
Grazie per la pazienza.
Spero che questo trattamento, fatto di bugie e di insinuazioni, sia di monito a qualunque scienziato voglia nel futuro impegnarsi a informare correttamente le persone. Per quanto mi riguarda, vi ringrazio dell'affetto e della fiducia che mi avete affidato. Sappiate che non l'ho mai tradita e che non ho mai scritto nulla che non fosse la trascrizione più accurata che sapevo fare della verità scientifica. Tanto che in tutti i miei libri e in tutti i miei articoli su medical facts nessuno ha mai trovato un errore (anzi uno sì, erano descritti male i transistor, e l'ho corretto). Questo non accade perché io non faccio errori, ma perché ogni riga scritta viene sottoposta sempre alla verifica severa di un collega esperto.
Non vi dico a presto perché a presto non sarà.
State attenti e prendete ancora le precauzioni. L'epidemia sta passando ma meglio riprendere la nostra vita normale con prudenza ancora per qualche settimana. In bocca al lupo e auguri di ottima salute a voi e ai vostri cari.